
Le gambe non potevano essere quelle del Giro e si sapeva. Eppure corre da leader e veste la maglia rossa. La perde a due tappe dalla fine, ma non molla e attacca Horner a ripetizione, con scatti di tenacia e classe che lo confermano campione vero -

Un prodigio della natura prima che ciclistico. Sboccia a quasi 42 anni e va a conquistare insieme la prima vittoria di tappa, il primo podio finale e il primo successo nella classifica generale a una grande corsa a tappe. In salita è stato imbattibile -

Vera rivelazione di questa Vuelta, il francesino che l’anno scorso vinse il Tour de l’Avenir non si perde una fuga e finalizza alla grande, con un doppio successo a sorpresa. Il capolavoro è il secondo, con una prodigiosa volata in rimonta su Uran -

In una Vuelta mai così avara di traguardi per i velocisti, è l’unico specialista in grado di fare la doppietta di successi e raddrizza così una stagione non eccelsa. Ci riesce proprio perché è tra gli sprinter che sanno reggere meglio sulle salite -

Sull’Angliru compie un capolavoro che non scorderà mai. Nella nebbia e su pendenze oltre il 20% continua a spingere sui pedali fino a liberarsi di tutti i compagni di fuga e riesce anche a resistere al ritorno di Horner. La più bella azione della Vuelta -

Centra quel podio che non gli era riuscito al Tour, dove forse aveva gambe migliori ma anche molta più sfortuna. Fa però specie vederlo finire la Vuelta senza una vittoria di tappa, con la quale avrebbe lasciato più il segno –

Pari a Valverde, manca il podio (e non gli capitava da un po’), ma ottiene una bella vittoria di tappa nell’ultima settimana. Come ha ammesso più volte, non aveva le gambe migliori, ma ha doti fuori dal comune e le ha sapute mettere ancora in mostra –

Completo e veloce, riesce nell’abbinare una bella vittoria parziale e un sorprendente quinto posto finale, che premia la sua caparbietà nel cercare di fare classifica. La genetica non inganna (è figlio di Stephen...) e tiene anche nell’ultima settimana -

Unico vincitore italiano delle tre settimane di Spagna, per uno strano scherzo del destino trionfa nel giorno in cui il suo capitano Ivan Basso viene eliminato da pioggia e freddo. Resta un successo splendido, un'impresa solitaria contro gli elementi –

Torna marziano contro il tempo e torna a battere – nettamente – il campione del mondo in carica Tony Martin. Batte colpi anche in linea in tutte le prime tappe e insomma dimostra che per le prove iridata di Firenze, entrambe, sarà pericolosissimo –

Bastonato da Cancellara a cronometro, il tedesco prova più volte la carta della fuga. Il tentativo più bello, quello della 6a tappa, è qualcosa di epico e gli vale il bel voto nonostante quell’azione solitaria tramonti proprio negli ultimi metri -

Eccone un altro che al Mondiale sarà tra i favoriti. Il belga ritrova la vittoria dopo un mucchio di tempo e con un meraviglioso sprint di potenza e classe. Forse ancora non ha la pedalata migliore, scommettiamo che la troverà tra due settimane? -

Esce di scena dopo aver mostrato la gamba e il piglio migliori degli ultimi anni. Era mentalmente ritrovato e il ritiro è una disdetta dura da digerire. Peccato soprattutto non vedere dove sarebbe potuto arrivare. In fondo ha vinto un 42enne... -

Il voto ricorda il piazzamento in classifica e anche una Vuelta a due facce. Sopra le aspettative della vigilia, ma alla fine non pienamente soddisfacente. Perché il lucano vola a cronometro come mai aveva fatto, ma sulle tante salite non esalta –

La buonissima notizia che il suo conterraneo Alonso rileverà l’Euskaltel non è bastata: il campione olimpico di Pechino non rialza la testa e non va al di là di qualche piazzamento onorevole. L’età avanza: sarà all’altezza della nuova sfida? -

Partiva con la voglia di riscattare un Giro molto sotto tono, torna con la sensazione che i giorni migliori – almeno per le corse di tre settimane – sono probabilmente alle spalle. Per il futuro, lo vedremmo bene a preparare le classiche più dure –

Sistematicamente, ogni volta che si ritrova con i riflettori puntati addosso e qualche aspettativa in chiave classifica, poi naufraga. Succede anche a questa Vuelta, che lascia insieme a Ivan Basso ma dopo essersi già ritrovato fuori dai giochi –

Alla prima vera salita va in crisi di fame e in casa Sky saltano i piani, che lo volevano capitano con Uran a caccia di vittorie di tappa. Anche dopo non si vede mai e intanto anche il connazionale affonda. Il tandem colombiano questa volta non funziona -