
PETER SAGAN - Il fenomeno slovacco è forse l’unico che può scegliere: aspettare una volata ristretta, che stravincerebbe nel 90 per cento dei casi, o provare l’azione solitaria? È il grande favorito, ma avrà un bel problema: gli correranno tutti contro -

VINCENZO NIBALI - Guai a farsi ingannare dalla forma non smagliante messa in mostra alla Vuelta: il messinese è pronto per l’iride. L’obiettivo è staccare tutti in salita e fare il vuoto in discesa. L’alternativa, per l’Italia, un Pozzato in crescita -

RODRIGUEZ E VALVERDE - Si sono contesi il podio della Vuelta fino a pochi giorni fa. Ora sono co-capitani di una Spagna fortissima. Il percorso avvantaggia il secondo, ma “Purito” ultimamente è stato più vincente. E se spuntasse Moreno... o Contador? -

FABIAN CANCELLARA - Tra i favoriti del Mondiale non può mancare. Ha fondo come nessuno, non teme le salite e sul passo sa essere imprendibile. Dopo tanti piazzamenti vuole una delle poche vittorie che gli mancano. Guai a dargli venti metri di vantaggio -

PHILIPPE GILBERT – Il copione sembra quello dell’anno scorso: un anno opaco fino al Mondiale, poi la forma trovata al momento giusto. Il belga prova a confermarsi, ma potrebbe anche fare da specchietto per le allodole e smarcare Van Avermaet e Bakelants -

FROOME E WIGGINS – Dal Tour 2012 si sopportano pochino e hanno fatto calendari paralleli, correndo quasi mai insieme. Di nuovo fianco a fianco in nazionale, proveranno la sorpresa. In teoria è Froome “the man” per la prova in linea, ma non si sa mai -

MOLLEMA E GESINK – Altra coppia assai pericolosa, specialmente per la forma dimostrata di recente da entrambi. Il primo è più giovane e – sembra – anche più concreto. Ma forse Gesink ha più classe e in giornata di grazia può fare faville -

ALBERTO RUI COSTA – Capitano indubbio di un Portogallo abbastanza mediocre, il forte passista della Movistar è l’outsider più pericoloso di un Mondiale che sembra disegnato apposta per le sue caratteristiche. Ha già dimostrato di non temere il maltempo -

CHRIS HORNER – I limiti anagrafici li ha già infranti tutti alla Vuelta, ora proverà a farlo anche al Mondiale, da ovvio leader degli Stati Uniti. Joop Zoetemelk riuscì a vincere la maglia iridata a 39 anni: nonno Horner batterà anche il suo record? -

NAIRO QUINTANA – Forse mai la Colombia aveva schierato una formazione così competitiva e ricca di talento, su un percorso favorevole. I gradi di capitano li avrà la rivelazione dell’ultimo Tour, ma Uran ha dimostrato di saper colpire in gare “secche” -

MARTIN E ROCHE – Cugini grazie a un avo di una certa classe come Stephen Roche, i due irlandesi potrebbero essere i classici guastatori. Entrambi non si fanno pregare per andare all’attacco e hanno buon spunto veloce. Sarà meglio non sottovalutarli -

EDVALD BOASSON HAGEN – Se sarà in giornata di vena, il norvegese del Team Sky potrebbe salvarsi anche sulle salite, dure ma non lunghissime, previste dal percorso. A quel punto, potrebbe mettere in mostra le sue doti da semi-velocista -

MICHAEL MATTHEWS – Per lui vale un po’ il discorso fatto per Boasson Hagen. Con la forma mostrata alla Vuelta potrebbe superare tra i migliori le varie salite, specie se non ci sarà troppa battaglia. Dopo Sagan, sarebbe quello più rapido allo sprint -

VOECKLER E BARGUIL – Il vecchietto e il giovane appena sbocciato. La Francia ha dovuto rinunciare a Chavanel, non al meglio, e così punterà sull’imprevedibile Thomas e sulla rivelazione della Vuelta. Insieme a loro, da tener d’occhio anche Vichot -

MATTI BRESCHEL – Anche per lui il Mondiale potrebbe rivelarsi troppo duro, ma il danese ha dimostrato altre volte di avere un feeling speciale con la corsa iridata, che l'ha visto altre volte sul podio. La forma sembra non essere male... -