Milano-Sanremo, e se a vincere non fosse un velocista?
CiclismoLa profezia, in una gara che ha perso anche le poche salite che aveva, pare facile: vince uno tra Cavendish, Greipel e gli altri sprinter. Invece no, perché il Mondiale di primavera premia spesso gli outsider. Da Cancellara a Ulissi, i nomi non mancano
di Stefano Rizzato
Negli ultimi dieci anni, le volte che è andata “come da pronostico” sono giusto un paio. È il bello dello sport con le due ruote, i pedali e il sellino. Quello che dei pronostici se ne infischia più di tutti. Ed è il bello soprattutto della Milano-Sanremo, la Classicissima di primavera che torna il 23 marzo per la sua edizione 105. Una corsa che sa essere, insieme, la grande classica più facile e quella più maledettamente complicata del circuito. In fondo, ha ragione Peter Sagan: a nominare un favorito, il rischio è soprattutto che non vinca.
Chiedere proprio allo slovacco, infilato da Ciolek, contro ogni pronostico, l’anno scorso, dopo il freddo, la neve, l’inedita interruzione con trasferimento in pullman. Chiedere a Gerrans, che vinse l’anno prima e che proprio sprinter non è. Chiedere a Goss, onesto operaio della volata, che nel 2011 doveva fare da apripista a Cavendish e invece si ritrovò vincitore davanti a Cancellara e Gilbert. Insomma, la storia insegna che alla Sanremo ci sta tutto. Anche che quest’anno, con un percorso più piatto degli ultimi anni, finisca per vincere proprio un non-velocista.
Rispetto a 12 mesi fa, la classica ligure non ha in programma la salita delle Manie, esclusa per scelta degli organizzatori. Ma ha anche perso per strada un’altra salita, la Pompeiana, inizialmente inserita proprio come trampolino per attaccanti e alla fine “tagliata” per colpa delle frane, cause di forza maggiore insomma. Ne esce un “piattone” che è un vero assist per velocisti, come non si vedeva dal 2007 e come – in realtà – era tradizione antica della Sanremo.
Con un percorso simile pensi a Cavendish, a Greipel, a Degenkolb, Modolo e Demare. E anche a Sagan, che è molto di più ma che è pure superbo sprinter. Però i non velocisti e classicomani tosti non mancano. Primo tra tutti Fabian Cancellara, che in piazzale Italo Calvino ha già vinto alla grande, nel 2008. E poi lo stesso Gerrans e Nibali, Gilbert e Chavanel, Pozzato e Ulissi, Stybar e Kwiatkowski (che però sono compagni di Cavendish), Paolini e Slagter, oppure Geraint Thomas del Team Sky. Tutti, almeno per un giorno, saranno solo outsider. Quindi, pronti per vincere la Sanremo.
Negli ultimi dieci anni, le volte che è andata “come da pronostico” sono giusto un paio. È il bello dello sport con le due ruote, i pedali e il sellino. Quello che dei pronostici se ne infischia più di tutti. Ed è il bello soprattutto della Milano-Sanremo, la Classicissima di primavera che torna il 23 marzo per la sua edizione 105. Una corsa che sa essere, insieme, la grande classica più facile e quella più maledettamente complicata del circuito. In fondo, ha ragione Peter Sagan: a nominare un favorito, il rischio è soprattutto che non vinca.
Chiedere proprio allo slovacco, infilato da Ciolek, contro ogni pronostico, l’anno scorso, dopo il freddo, la neve, l’inedita interruzione con trasferimento in pullman. Chiedere a Gerrans, che vinse l’anno prima e che proprio sprinter non è. Chiedere a Goss, onesto operaio della volata, che nel 2011 doveva fare da apripista a Cavendish e invece si ritrovò vincitore davanti a Cancellara e Gilbert. Insomma, la storia insegna che alla Sanremo ci sta tutto. Anche che quest’anno, con un percorso più piatto degli ultimi anni, finisca per vincere proprio un non-velocista.
Rispetto a 12 mesi fa, la classica ligure non ha in programma la salita delle Manie, esclusa per scelta degli organizzatori. Ma ha anche perso per strada un’altra salita, la Pompeiana, inizialmente inserita proprio come trampolino per attaccanti e alla fine “tagliata” per colpa delle frane, cause di forza maggiore insomma. Ne esce un “piattone” che è un vero assist per velocisti, come non si vedeva dal 2007 e come – in realtà – era tradizione antica della Sanremo.
Con un percorso simile pensi a Cavendish, a Greipel, a Degenkolb, Modolo e Demare. E anche a Sagan, che è molto di più ma che è pure superbo sprinter. Però i non velocisti e classicomani tosti non mancano. Primo tra tutti Fabian Cancellara, che in piazzale Italo Calvino ha già vinto alla grande, nel 2008. E poi lo stesso Gerrans e Nibali, Gilbert e Chavanel, Pozzato e Ulissi, Stybar e Kwiatkowski (che però sono compagni di Cavendish), Paolini e Slagter, oppure Geraint Thomas del Team Sky. Tutti, almeno per un giorno, saranno solo outsider. Quindi, pronti per vincere la Sanremo.