Dai pois alla rosa? Quintana prepara la scalata al Giro
CiclismoGIRO D'ITALIA -9. Nel 2013, il colombiano fu secondo, miglior giovane e miglior scalatore all'esordio al Tour de France. Oggi, a soli 24 anni, non è più una sorpresa e si presenta alla corsa rosa da grande favorito. Con un'incognita: è il suo primo Giro
di Stefano Rizzato
Dell’uomo-copertina non ha né l’aria né il carattere. Eppure il 9 maggio, al via del Giro d’Italia numero 97, il grande favorito sarà lui, Nairo Alexander Quintana Rojas. Classe ’90, nato a Tunja, 2.775 metri sul livello del mare, è il più classico degli scalatori colombiani. Viso serio, lineamenti e origini da “campesino”, il ragazzo ha origini umili e talento che l’hanno già spinto in alto. Fino al secondo posto, alla maglia a pois di miglior scalatore, a quella bianca di miglior giovane al suo primo Tour de France, quello del 2013, concluso 4’20” dietro a un imprendibile Froome.
Il primo Giro di uno specialista della fatica
L’unica vera incognita è questa: sulle strade rosa Quintana non ha mai corso. E di fronte avrà avversari – Rodriguez, Evans, Basso, Scarponi, Uran... – che le conoscono come le proprie tasche. Ma potrebbe voler dire nulla, perché lo stile del colombiano pare perfetto per le salite del Giro, storicamente più “cattive”, aspre e decisive di quelle del Tour. Insomma, lo Zoncolan e la cronoscalata del Monte Grappa, penultima e terzultima tappa, potrebbero esaltarlo. La sua carriera è già stata un’ascesa irresistibile, con i successi al Giro dell’Emilia nel 2012 e quello al Giro dei Paesi Baschi e alla Vuelta a Burgos lo scorso anno. Quello del secondo posto al Tour.
Un avvicinamento atipico: tanti allenamenti, poche gare
Per preparare a dovere l’appuntamento in rosa, Quintana ha preferito saltare il Giro dei Paesi Baschi, le classiche delle Ardenne, il Giro del Trentino e anche il Romandia. La cancellazione della Vuelta a Asturias ha fatto il resto e così il colombiano arriverà al Giro con poche gare nelle gambe, fatto che potrebbe incidere sul suo ritmo nei primi dieci giorni di gara. In compenso, il suo 2014 ha confermato quanto di buono s’era visto lo scorso anno. Già a gennaio è arrivata la prima vittoria, in Argentina, al Tour de San Luis: fin troppo facile. A marzo ecco il secondo posto alla Tirreno-Adriatico, dietro a un Contador straripante, seguito dalla quinta piazza alla Vuelta a Catalunya, a 10” dal vincitore Rodriguez. Poi più nulla. Solo allenamenti.
La curiosità: galeotta fu la scuola
Da Combita ad Arcabuco e ritorno. È in questo tragitto quotidiano e colombiano che nasce lo scalatore Quintana. A 15 anni, il giovane Nairo usava la bici – un regalo del padre – per raggiungere la scuola. All'andata, sono 16 chilometri di discesa. Al ritorno, altrettanti in salita. E fu lì che il ragazzo scoprì di saperci fare. Perché con una bici da pochi soldi riusciva a star dietro ai corridori “veri”, che si allenavano in zona. Il padre capì, fece un "upgrade" alla bici e, nel 2009, lo affidò alle cure di uno dei tanti club ciclistici colombiani. Da lì all'esplosione, il passo fu breve. E oggi anche Dayer Quintana, classe ’92 e fratello minore di Nairo, corre nella Movistar.
Dell’uomo-copertina non ha né l’aria né il carattere. Eppure il 9 maggio, al via del Giro d’Italia numero 97, il grande favorito sarà lui, Nairo Alexander Quintana Rojas. Classe ’90, nato a Tunja, 2.775 metri sul livello del mare, è il più classico degli scalatori colombiani. Viso serio, lineamenti e origini da “campesino”, il ragazzo ha origini umili e talento che l’hanno già spinto in alto. Fino al secondo posto, alla maglia a pois di miglior scalatore, a quella bianca di miglior giovane al suo primo Tour de France, quello del 2013, concluso 4’20” dietro a un imprendibile Froome.
Il primo Giro di uno specialista della fatica
L’unica vera incognita è questa: sulle strade rosa Quintana non ha mai corso. E di fronte avrà avversari – Rodriguez, Evans, Basso, Scarponi, Uran... – che le conoscono come le proprie tasche. Ma potrebbe voler dire nulla, perché lo stile del colombiano pare perfetto per le salite del Giro, storicamente più “cattive”, aspre e decisive di quelle del Tour. Insomma, lo Zoncolan e la cronoscalata del Monte Grappa, penultima e terzultima tappa, potrebbero esaltarlo. La sua carriera è già stata un’ascesa irresistibile, con i successi al Giro dell’Emilia nel 2012 e quello al Giro dei Paesi Baschi e alla Vuelta a Burgos lo scorso anno. Quello del secondo posto al Tour.
Un avvicinamento atipico: tanti allenamenti, poche gare
Per preparare a dovere l’appuntamento in rosa, Quintana ha preferito saltare il Giro dei Paesi Baschi, le classiche delle Ardenne, il Giro del Trentino e anche il Romandia. La cancellazione della Vuelta a Asturias ha fatto il resto e così il colombiano arriverà al Giro con poche gare nelle gambe, fatto che potrebbe incidere sul suo ritmo nei primi dieci giorni di gara. In compenso, il suo 2014 ha confermato quanto di buono s’era visto lo scorso anno. Già a gennaio è arrivata la prima vittoria, in Argentina, al Tour de San Luis: fin troppo facile. A marzo ecco il secondo posto alla Tirreno-Adriatico, dietro a un Contador straripante, seguito dalla quinta piazza alla Vuelta a Catalunya, a 10” dal vincitore Rodriguez. Poi più nulla. Solo allenamenti.
La curiosità: galeotta fu la scuola
Da Combita ad Arcabuco e ritorno. È in questo tragitto quotidiano e colombiano che nasce lo scalatore Quintana. A 15 anni, il giovane Nairo usava la bici – un regalo del padre – per raggiungere la scuola. All'andata, sono 16 chilometri di discesa. Al ritorno, altrettanti in salita. E fu lì che il ragazzo scoprì di saperci fare. Perché con una bici da pochi soldi riusciva a star dietro ai corridori “veri”, che si allenavano in zona. Il padre capì, fece un "upgrade" alla bici e, nel 2009, lo affidò alle cure di uno dei tanti club ciclistici colombiani. Da lì all'esplosione, il passo fu breve. E oggi anche Dayer Quintana, classe ’92 e fratello minore di Nairo, corre nella Movistar.