Al Tour è il giorno di Bauer, una beffa modello Zabel-Freire
CiclismoLa beffa è un classico el ciclismo. Quella di Nimes è stata solo l’ultima. Con il neozelandese ripreso a 50 metri dal traguardo dopo oltre 200km di fuga assieme allo svizzero Elmiger. Una scena che ha riportato alla memoria l'arrivo della Sanremo 2004
di Francesco Pierantozzi
La beffa, un classico, purtroppo, del ciclismo. Quella di Nimes è solo l’ultima. Con Jack Bauer, dalla Nuova Zelanda, terra di rugby e pecore, ripreso a 50 metri dal traguardo dopo una tappa, di 220 km, in fuga assieme allo svizzero Elmiger. Quasi un coast to coast, quasi. Una cronaca essenziale perché bisognerebbe aggiungere che i due, stanchi morti, si sono un po’ curati nell’ultimo chilometro, non tipo pista ma sicuramente senza spingere fino a alla fine col fondo delle riserve.
Bisognerebbe anche aggiungere che il gruppo degli inseguitori ha sbagliato i calcoli a causa del maltempo. Prima con un tira e molla nel vento, poi nella pioggia: quasi a bomba d’acqua. Il ciclismo ha l’immagine della disperazione da lacrima del neozelandese, che va ad aggiungersi ad una buona raccolta di ricordi.
Qualcuno avrà ancora in mente Marino Basso campione del mondo 1972 a Gap, Francia, proprio vicino alla partenza della tappa di oggi, con Franco Bitossi saltato negli ultimi metri: quasi un fratricidio azzurro. Ma se Basso non fosse intervenuto magari avrebbe vinto Guimard o un altro. C’è anche qualcosa di più fresco, per chi è più giovane. Circostanza diversa: Milano-Sanremo del 2004 ,con Zabel a braccia alte stampato dal cinico Freire sul traguardo. Beffa si, ma sempre con un concorso di colpa.
La beffa, un classico, purtroppo, del ciclismo. Quella di Nimes è solo l’ultima. Con Jack Bauer, dalla Nuova Zelanda, terra di rugby e pecore, ripreso a 50 metri dal traguardo dopo una tappa, di 220 km, in fuga assieme allo svizzero Elmiger. Quasi un coast to coast, quasi. Una cronaca essenziale perché bisognerebbe aggiungere che i due, stanchi morti, si sono un po’ curati nell’ultimo chilometro, non tipo pista ma sicuramente senza spingere fino a alla fine col fondo delle riserve.
Bisognerebbe anche aggiungere che il gruppo degli inseguitori ha sbagliato i calcoli a causa del maltempo. Prima con un tira e molla nel vento, poi nella pioggia: quasi a bomba d’acqua. Il ciclismo ha l’immagine della disperazione da lacrima del neozelandese, che va ad aggiungersi ad una buona raccolta di ricordi.
Qualcuno avrà ancora in mente Marino Basso campione del mondo 1972 a Gap, Francia, proprio vicino alla partenza della tappa di oggi, con Franco Bitossi saltato negli ultimi metri: quasi un fratricidio azzurro. Ma se Basso non fosse intervenuto magari avrebbe vinto Guimard o un altro. C’è anche qualcosa di più fresco, per chi è più giovane. Circostanza diversa: Milano-Sanremo del 2004 ,con Zabel a braccia alte stampato dal cinico Freire sul traguardo. Beffa si, ma sempre con un concorso di colpa.