Caso Pantani, Vallanzasca sentito dai carabinieri
CiclismoCapo della mala milanese negli anni Settanta, è stato ascoltato come teste nell'ambito delle indagini sulla morte del Pirata. Un ergastolano gli avrebbe parlato di un complotto ai danni del campione di Cesenatico
Renato Vallanzasca, ex capo della mala milanese, è stato ascoltato come teste dai carabinieri (delega dei pm di Forlì) nell'ambito delle indagini sulla morte di Marco Pantani. Vallanzasca aveva raccontato di aver sentito, in carcere, voci riguardanti un presunto complotto organizzato ai danni del Pirata e aveva riferito, in una lettera alla mamma di Pantani e in un libro sulla sua vita, che un ergastolano l'aveva avvicinato e gli aveva detto:''Non so come, ma il pelatino non finisce la gara''.
Dopo il 5 giugno 1999, quando Pantani fu squalificato, l'ergastolano lo riavvicinò per dire: ''Hai sentito? Il pelatino è stato fatto fuori, squalificato''. Secondo i legali della famiglia Pantani, Marco sarebbe stato messo nelle condizioni di essere squalificato, con l'alterazione del sangue per fare risultare l'ematocrito a 51,9, quasi due punti sopra il limite massimo di 50, e negli stessi giorni, a Cesenatico, mentre si correva l'11.a tappa, minacciato di morte da chi aveva interesse a che non finisse la gara.
Dopo il 5 giugno 1999, quando Pantani fu squalificato, l'ergastolano lo riavvicinò per dire: ''Hai sentito? Il pelatino è stato fatto fuori, squalificato''. Secondo i legali della famiglia Pantani, Marco sarebbe stato messo nelle condizioni di essere squalificato, con l'alterazione del sangue per fare risultare l'ematocrito a 51,9, quasi due punti sopra il limite massimo di 50, e negli stessi giorni, a Cesenatico, mentre si correva l'11.a tappa, minacciato di morte da chi aveva interesse a che non finisse la gara.