Milano-Sanremo, la corsa "fuori strada" che riporta il ciclismo indietro nel tempo

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Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

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La Sanremo 2020, vinta da Van Aert su Alaphilippe, si è corsa fuori percorso oltreché fuori stagione (per via dello stop degli eventi per il coronavirus). Un'edizione che segna una svolta nel mondo delle due ruote: un ciclismo che ritorna al passato e di cui l'emergente Van der Poel si candida a essere l'interprete principale nei prossimi anni

MILANO-SANREMO 2020: VINCE VAN AERT

Fuori stagione, fuori percorso, fuori…strada. Il ciclocross vince a Sanremo,  ha formato Van Aert e Alaphilippe, e le strade bianche senesi portano al traguardo di via Roma, quest’anno come nel 2019. È il nuovo ciclismo che sembra tornare al passato, di quello fatto di fango e preparazione invernale. L’ultimo decennio ha visto la pista protagonista, con inseguitori che hanno preso addirittura la maglia gialla, da Wiggins a Geraint Thomas, adesso va di moda quello fuoristrada. Con l’atteso Van Der Poel, figlio di Adri e nipote di Pou Pou Poulidor, che sembra fatto apposta per confermare il tutto e riportarci alla tradizione e alla storia. 

Cambio generazionale

Intanto l’unica certezza è che pochi corridori possano vincere oltre 250 chilometri, la distanza della verità, e che Peter Sagan sembra in calo. Siamo a un ricambio generazionale? Si, con Evenepoel, assente a Sanremo, pronto a prendersi qualunque tipo di corsa, con eloquente esempio al Giro di Polonia, attacco a 50 chilometri dal traguardo e numero assoluto con Majka, Yates e Fuglsang, non gente senza motore, impotenti. Anche lui con un passato sui prati, ma quelli a undici del calcio, nazionale belga under 15 e under 16. Basta coi soliti nomi e coi luoghi comuni, su bambini professionisti prima del tempo e decisamente fuori stagione.

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