Velo: "Azzurre al top, sarà una bella sfida. Ganna alla Roubaix..."

Marco Velo, 51 anni, una vita nel ciclismo. Prima come uomo squadra fondamentale per Marco Pantani prima e Alessandro Petacchi poi. Pluricampione italiano a cronometro e poi Ct degli azzurri nelle prove contro il tempo. Dopo la medaglia d'argento di Filippo Ganna all'Olimpiade di Parigi, Marco Velo riparte da una nuova avventura. E' infatti stato nominato Ct dell'Italia femminile su strada. Con tante speranze, visto lo stato di forma delle nostre ragazze , ma senza nascondere i problemi. Abbiamo approfittato della sua disponibilità per fargli qualche domanda, sui programmi da qui ai Mondiali, sullo stato di salute del ciclismo femminile e poi, inevitabilmente, su Ganna e la sfida stellare che si preannuncia alla Parigi-Roubiax con van der Poel e Pogacar. Marco Velo, neo Ct della Nazionale femminile su strada. Come valuti questo tuo nuovo incarico? Come lo stai vivendo e con quali obiettivi? "Mi ha fatto molto piacere. Se devo essere sincero è stato un incarico un po' inaspettato, perché inizialmente si era palesata l'idea di continuare a lavorare sulle crono. Poi con le dimissioni di Paolo Sangalli ha iniziato a girare anche il mio nome. Sicuramente è un impegno importante, soprattutto per come e quanto sta crescendo il movimento femminile in questo questo periodo". A proposito di crescita, le ultime due grandi corse che abbiamo visto, sia la Strade Bianche che la Sanremo Women, hanno avuto un format televisivo efficace: gli spettatori hanno potuto vedere il finale della gara femminile e la corsa maschile. Sono state due corse molto emozionanti, che hanno aiutato a far conoscere il ciclismo femminile. "Questo è dimostrazione di quanto sta crescendo il movimento femminile sia da un punto di vista atletico, ma anche soprattutto da un punto di vista mediatico. È assolutamente un bene. Io ho partecipato a entrambe perché sono anche collaboratore per RCS, quindi ho avuto modo di vedere le ragazze in prima fila, da una posizione privilegiata che nessun altro Ct può avere. Devo dire che sono state entrambe due gare molto importanti. Peccato che nessuna azzurra sia salita sul gradino più alto del podio. Elisa Longo Borghini era favoritissima per la Strade Bianche ma ha avuto un problema fisico, poi nella Milano-Sanremo, sempre da favorita, purtroppo è stata ripresa a meno di 100 metri dall'arrivo". Parlando dell'ultima Sanremo Women, Longo Borghini ha provato un'azione spettacolare ma anche Elisa Balsamo è rimasta lì nelle prime 10. A che punto siamo come movimento femminile, quali speranze possiamo avere considerando il dominio olandese di questa prima parte di stagione? "Credo che siamo a un ottimo livello. È mancato un pizzico di fortuna. L'intelligenza tattica di Longo Borghini non è una novità. Quando ha capito che fare un'azione sul Poggio non faceva la differenza, ha pensato bene di dare tutto nel tratto finale in pianura e c'è quasi riuscita. Si è un po' ribaltata la situazione del Mondiale, dove le due favorite si sono aiutate. Alla Milano-Sanremo uguale ma con la differenza che stavolta erano compagne, quindi Wiebes e Kopecky hanno fatto gioco di squadra e hanno chiuso su Elisa, togliendole la vittoria. Elisa Balsamo mi è piaciuta moltissimo perché ha dimostrato carattere. Sulla Cipressa ha tenuto bene, sul Poggio ha tenuto altrettanto bene, poi può succedere che in una corsa così tirata arrivi nel finale senza forze nelle gambe. È ancora giovane, sta prendendo le misure. Un giorno potrà aggiudicarsi questa corsa, perché ce l'ha nelle corde. Molto bene anche Marta Cavalli. Peccato per la caduta di Letizia Paternoster, che ha coinvolto anche Consonni, Gasparini e altre atlete di alto livello". Quello che si nota ultimamente è che dal punto di vista della combattività e dello spettacolo, al di là delle differenze biologiche, la differenza tra ciclismo femminile e maschile si sta molto assottigliando. "Non è assolutamente un'impressione. Basta guardare le medie, ovviamente con le dovute proporzioni. Anche le ragazze fanno dei tempi veramente notevoli, sia in pianura sia in salita, ben distanti da quelli di qualche anno fa. Questa è la dimostrazione di quanto si sta evolvendo anche il ciclismo femminile. Ormai le ragazze sono veramente 'straconcentrate' e 'straprofessioniste', non lasciano nulla al caso e questo poi si vede durante lo svolgimento di ogni gara". Quanto conta negli ultimi anni l'investimento fatto dai grandi team? Ormai hanno tutti delle squadre femminili di altissimo livello, è una competizione quasi parallela. "Sicuramente incide tantissimo. Perché ha elevato tantissimo la qualità media del gesto atletico e delle gare che vanno ad affrontare le ragazze, portando il ciclismo femminile a un altissimo livello. Non dimentichiamoci però che in mezzo ci sono da salvaguardare quelle squadre che non sono parte del World Tour, che danno la possibilità alle ragazze che arrivano dalla categoria Juniores di fare la gavetta e di passare poi nelle squadre World Tour. Purtroppo questi team sono sempre meno in Italia, ma vanno tutelati. Penso a una ragazza di 17/18 anni, quando c'è ancora un grosso impegno scolastico, che non riesce a esprimersi al meglio e magari a volte viene tagliata fuori perché non ha la possibilità di accedere subito una squadra World Tour principale. Quindi salvaguardiamo anche queste realtà, perché danno la possibilità a queste giovani atlete di crescere e poi di passare a una squadra più importante". Cosa c'è dietro queste gare di altissimo livello? Cosa sta succedendo di interessante a livello giovanile? "Ragazze forti ce ne sono, senza stare qui a fare i nomi. Giusto un mese fa, in pista a Montichiari, abbiamo fatto dei test con parecchie atlete e molte hanno dimostrato di avere dei valori veramente importanti per la loro età, 17/18 anni. Questo fa ben sperare. Però ripeto, quello che mi fa meno ben sperare sono le poche squadre che danno la possibilità a queste ragazze di crescere. Non ho la ricetta per poter risolvere questa situazione, quello che mi sento di dire è: salvaguardiamo il ciclismo giovanile, sia femminile sia maschile". Quest'anno ci saranno i Mondiali, poi inizia di fatto anche un nuovo ciclo olimpico. Quali sono gli obiettivi minimi da qui al Mondiale? E poi quelli in vista delle Olimpiadi... "Non ho la possibilità di fare molte gare di avvicinamento, se non il Tour de l'Avenir con le ragazze dell'Under 23. L'obiettivo rimane il Mondiale. Se come da programma dovesse svolgersi in Ruanda sarà una competizione molto dura. Ma non mi fa paura. Perché so di avere delle atlete che su quel tipo di terreno sanno andare molto forte. Elisa Longo Borghini, se riuscirà a mantenere questa condizione, sarà una delle favorite alla vittoria. Lo sto dicendo incrociando le dita. Credo che anche per lei sia forse una delle ultime occasioni della carrierea per potersela giocare al massimo, perché per come si è visto sulla carta, il tracciato di questo Mondiale è disegnato sulle sue caratteristiche. In più ha una squadra che la può supportare in questa cavalcata". Sei stato anche il Ct dell'Italia cronometro maschile a Parigi, dove Ganna ha vinto uno splendido argento. Pochi giorni fa alla Milano-Sanremo ha fatto vedere qualcosa di eccezionale. L'hai mai visto così in forma per le prove su strada? "Credo che sia una conferma. Perché non è la prima volta che si avvicina a poter vincere la Sanremo: l'anno scorso ha avuto un problema meccanico, ma comunque era coi primi; due anni fa è arrivato secondo, quindi ha fatto gara di testa. Sicuramente anche quest'anno ha lavorato tantissimo per essere protagonista in questa corsa. Ha trovato davanti a sé due 'mostri sacri', ma non è stato da meno, perché comunque pesa 15 kg in più di loro. Lo hanno leggermente staccato in salita, ma è stato molto molto bravo e tatticamente intelligente a non mollare e a continuare con il suo passo. Alla fine ha pagato veramente poco sia sulla Cipressa che sul Poggio: sulla Cipressa è riuscito a rientrare subito, mentre sul Poggio è entrato in fondo praticamente a 600/700 metri dall'arrivo, dopo aver speso tantissimo. Nonostante ciò è riuscito comunque a arrivare secondo, quindi credo che il vincitore morale della Milano-Sanremo sia lui". Pogacar ha annunciato ufficialmente che parteciperà alla Roubaix. Che gara potrà venirne fuori? Cosa potranno dire i nostri? Come se la caveranno invece le Azzurre nelle classiche che ci saranno da qui in avanti? "Alla Roubaix l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Ma sono sicuro che se dovesse riuscire a mantenere lo stato di forma che ha mostrato, Pippo sarà lì a giocarsela con il terzetto che c'era anche a Sanremo. Per Pogacar è una nuova esperienza, però se ha deciso di farla evidentemente ha in testa di poter fare bene. Secondo me per lui è un po' un rischio, perché è un corridore che punta ai grandi giri: andare a correre alla Roubaix è un rischio, perché come ho detto prima l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Per le ragazze invece abbiamo l'imbarazzo della scelta. Non sto qua a fare i nomi, perché le conosciamo tutte. Mi auguro solo che ci sia tanto azzurro nelle prime posizioni".

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Alberto Pontara