Carburante e sensori, questo ha "condannato" Ricciardo

Formula 1
Daniel Ricciardo è stato squalificato per aver superato il flusso di benzina istantaneo. La Red Bull ha fatto ricorso contro la decisione (Foto Getty)
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LA SCHEDA. La squalifica del pilota australiano a Melbourne ha suscitato qualche polemica. Ecco come si controlla il livello di benzina in una vettura di F1 e quali sono le difficoltà del fuel-flow sensor

di Roberto Brambilla e Fabiano Vandone

Il direttore di corsa Charlie Whiting l'aveva già annunciato nelle settimane precedenti: attenti ai limiti di carburante. E al GP d'Australia prima prova del Mondiale F1 2014 le nuove regole sulla benzina, scritte per favorire il risparmio di costi, hanno fatto la prima "vittima", il pilota della Red Bull Daniel Ricciardo. Limiti superati e cancellazione dall'ordine d'arrivo (lui era arrivato secondo). Una decisione che ha suscitato qualche polemica. Andiamo a scoprire, insieme a Fabiano Vandone, un aspetto quello dei limiti e dei consumi che potrebbe essere decisivo per il Mondiale.


Quali sono le regole – La norma del regolamento tecnico che la Red Bull di Daniel Ricciardo ha infranto è l'articolo 5.1.4 del regolamento tecnico della Formula 1. Il testo indica che al di sopra di 10.500 giri “il limite di consumo istantaneo di benzina non deve superare i 100 chilogrammi/ora”. L'altro limite imposto, (che invece è stato rispettato in Australia dalla Red Bull) è quello di 100 chili di consumo per tutto il Gran Premio, cioè dallo spegnimento delle luci rosse alla bandiera a scacchi.

Come funziona il flussometro FIA – Il “fuel flow rate” si misura attraverso un sensore a ultrasuoni (ecco come funziona), prodotto dalla Gill Sensors, un'azienda inglese. Questo sistema è omologato dalla FIA ed è uguale per tutte le scuderie (art 5.10.3, 5.10.4). Per misurare il flusso istantaneo il sensore prodotto dalla Gill misura il tempo che una particella di carburante impiega a passare da una parte all'altra del cilindro. Alle scuderie è anche consentito avere propri sensori, omologati dalla FIA.

I problemi del sensore e il caso Ricciardo –
ll sistema di misurazione del flusso istantaneo ha creato diversi grattacapi ai team di Formula 1 in questo inizio di stagione. Poca precisione, è stata la constatazione più frequente dei tecnici. E anche per i dati anomali (da ricordare che il sensore fornito dalla FIA lavora ad alte temperature ed è posizionato in una parte della monoposto sottoposta ad alte vibrazioni) è nato il caso australiano.

Infatti, secondo quanto emerso dalla relazione dei commissari di gara, sabato la Red Bull ha sostituito sulla vettura di Ricciardo il sensore FIA con uno proprio (collegato alla telemetria e che misurava i consumi attraverso i dati d'iniezione) perchè con quello fornito dalla Federazione aveva ottenuto a suo avviso dei dati non attendibili. La scuderia britannica non ha seguito l'intimazione arrivatagli dai commissari di tornare al sensore utilizzato venerdì con le dovute correzioni e ha usato il suo sistema in gara, ritenendolo più affidabile. E al termine del GP è arrivata la sanzione, già appellata dalla Red Bull. Che ragionando in termini ipotetici (con uno sforamento del livello di carburante tra l' 0,5 e l'1%) avrebbe tratto in termini di potenza un vantaggio dai 4 ai 7 cavalli su 760 totali.

La questione consumi- Quello che è successo in Australia porta prepotentemente al centro la questione del risparmio di carburante. Oltre a un migliore uso dei sistemi di recupero energia controllare il consumo delle vetture può passare per tre possibili strumenti: una gestione elettronica del motore che permetta, senza perdere potenza, di distribuire in maniera diversa il flusso di carburante, un set up aerodinamico più “scarico” (la vettura fa meno fatica a tagliare l'aria) e uno stile di guida più scorrevole con una gestione migliore della curva, per esempio alzando leggermente il piede nell'ultima parte del rettilineo, dove con un regime di giri molto alto, continuare ad accelerare porta alti consumi senza dare vantaggi sensibili.