Ayrton Senna e le grandi rivalità: Prost, Mansell e il giovane Schumacher
Lauda, Piquet, Alboreto, Mansell, Prost e Schumacher: 18 titoli mondiali, il gotha. Mai come negli anni '80-'90 la griglia poteva vantare tante leggende. Tra chi stava per salutare la F1 e chi ci si stava approcciando, Senna ha corso, sfidato e combattuto con tutti. Rivalità consegnate alla storia e altre durate anche solo un weekend, un gp, una curva. Perché tutto ciò che entrava in rotta di collisone con lui era destinato a diventare Magic
A cura di Niccolò Severini
- Senna e Prost. Prost e Senna. Ogni Gran Premio alla fine degli anni Ottanta cominciava così. Alain accresceva la leggenda di Ayrton e Ayrton accresceva la leggenda di Alain. Due piloti diversi, due caratteri diversi, due persone diverse. Senna veloce e sempre alla ricerca della vittoria, Prost intelligente e calcolatore.
- Un pilota che sapeva quando spingere e quando non prendersi rischi, per questo veniva chiamato Professore. Il brasiliano era verace e senza filtri, sempre pronto a combattere per le ingiustizie e tendere una mano verso gli ultimi, il francese era un fine conoscitore delle dinamiche del mondo e sapeva benissimo come la politica influenzasse tutto, anche lo sport, soprattutto la Formula 1.
- E nasce probabilmente così nella testa di Senna la loro rivalità. Montecarlo 1984. Le strade del principato sono allagate dalla pioggia che domina il Gran Premio. Prost procede cauto ma riesce a mantenere la testa della corsa, con piloti come Lauda, Mansell e Piquet che si ritirano uno dopo l’altro. Il francese chiede ad ampi gesti a ogni passaggio sul traguardo di interrompere la gara mentre dalle retrovie c’è un rookie sulla Toleman che sta letteralmente danzando sull’acqua e supera le altre macchine come se fossero ferme.
- Senna è partito tredicesimo e dopo nemmeno trenta giri è secondo all’inseguimento del leader. Gira tre secondi più veloce di Prost. Al trentunesimo giro la direzione gara esaudisce la richiesta di Prost e sventola la bandiera rossa accompagnata da quella a scacchi con il francese che si ferma lì davanti. Ayrton sfreccia sul traguardo e alza il dito per festeggiare.
- Non si sa se la clamorosa prestazione o per la convinzione di aver vinto la corsa, ma il regolamento tiene conto della classifica del giro precedente quando si interrompe un Gran Premio. Senna si sente, per la prima volta, derubato dai piani alti che gli negano una delle imprese più leggendarie del Motorsport.
- Dopo le prime vittorie sulla Lotus, la McLaren chiama Senna per completare la miglior coppia di piloti possibile con Prost nel 1988. Alla presentazione della macchina, il francese tradisce già un certo nervosismo: "Questa è la prima volta che ha una macchina per vincere. Aumenta la pressione su di me". Una premonizione, quasi. Alain sapeva di avere la macchina migliore ma anche il compagno peggiore possibile. La squadra di Woking vincerà 15 dei 16 Gran Premi in calendario, Senna otto e si laureerà campione del mondo per la prima volta.
- Il 30 ottobre a Suzuka Senna rimane piantato nella casella della pole position alla partenza e scivola in sedicesima posizione. Ma come spesso succede, nella sua storia, arriva la pioggia amica. Sul bagnato Senna vola, risale il gruppo e prende Prost, la vittoria e il primo titolo. Il rapporto non è certo di amicizia, ma non ancora logoro anche se Prost non ha preso bene alcuni episodi.
- A Montecarlo Senna stava dominando con 55 secondi di vantaggio sul compagno, ma lo voleva colpire ancora di più. Non gli bastava vincere, voleva umiliarlo: "Ero in trance agonistica. Non avevo una percezione cosciente delle cose", spiegherà Ayrton.
- Ron Dennis, team principal, gli chiede di rallentare ma il delirio di onnipotenza generato dalla simbiosi con la macchina lo porta all’errore fatale: il brasiliano finisce contro le barriere prima del tunnel e consegna la vittoria a Prost a undici giri dalla fine: "Non voleva battermi. Voleva umiliarmi e dimostrare di essere più forte di me. È il suo punto debole". La prima schermaglia diretta è, però, la manovra di Ayrton in Portogallo quando per difendersi ha chiuso al muro il rivale.
- Nel 1989 si arriva alla frattura totale, il punto di non ritorno. I due piloti erano nervosi e aggressivi. Sospettosi nei confronti del team per paura che i meccanici montassero pezzi diversi sulle due monoposto e gli ingegneri smettono di condividere informazioni. Ayrton pensava che Alain volesse fargli la guerra e il francese attaccava il rivale accusandolo di vincere solo con fortuna e favoritismi della squadra. Dubbi diventati legittimi quando Prost rompe anche con Ron Dennis dopo l’annuncio del passaggio in Ferrari nella stagione successiva.
- Nelle prove libere del GP d’Italia la differenza tra le due McLaren è di quasi due secondi, ma anche in quell’occasione Senna forse per la troppa sicurezza o la voglia di umiliare il rivale sbaglia e gli consegna la vittoria. Ma la rottura vera risale a Imola. Tra i due esiste una sorta di patto di non belligeranza in partenza: non si attacca in curva uno.
- Nella gara di San Marino, però, Senna sorprende Prost che partiva dalla pole e non la prese bene. Il brasiliano sostiene che non c’era alcun patto di questo genere, mentre il francese – supportato anche dalle dichiarazioni di motoristi e sponsor – lo giura.
- A metà stagione i due piloti non si parlano più. Il sospetto aumenta. Prost diffida di Ron Dennis e Senna ha paura della Fisa, guidata da Jean-Marie Balestre, connazionale e amico di Prost.
- E a Suzuka succede l’ineluttabile. Alain guida la classifica e Ayrton ha bisogno di vincere per riaprire il mondiale. In partenza, però, sbaglia e perde la testa della corsa. Il brasiliano, però, rimonta e recupera l’avversario e decide di attaccarlo a sette giri dalla fine. Curva Casio, una delle più lente di tutto il calendario, Senna si butta nella porta lasciata aperta da Prost che però sceglie un punto di corda anticipato. Contatto inevitabile ed entrambi fuori pista.
- Ayrton riesce a ripartire nella via di fuga, riprende Nannini leader della corsa e vince. Tutto rimandato ad Adelaide. Ma c’è qualcosa di anomalo. La premiazione tarda a cominciare e Senna viene convocato negli uffici della Federzione dove Prost furente si è subito diretto dopo il contatto. Il brasiliano viene squalificato e Prost è campione del mondo: "Conosco il regolamento, ma non so come può essere interpretato. Sono contento di andarmene, sta diventando impossibile lavorare con Ayrton". Senna si sente derubato, ancora una volta, dai potenti. Dalla politica.
- L’inverno che precede la stagione nel 1990 è la coda lunga del Gran Premio del Giappone e i due si attaccano a distanza: "Il mio limite è diverso da quello di Prost e lui anziché cercare di migliorare le sue capacità mi dà addosso", attacca Senna. Alain risponde: "Ayrton crede di non potersi ammazzare perché crede in Dio e cose del genere. È molto pericoloso per gli altri piloti".
- A metà ottobre Senna ha vinto sei gare, Prost cinque, ma il brasiliano è stato più costante e si ritorna a Suzuka. A situazione invertita però. Per tenere aperto il mondiale Prost deve battere Senna. Il Gran Premio del Giappone inizia nel briefing però con Nelson Piquet che sbotta contro la direzione gara chiedendo di poter usare le vie di fuga per tornare in pista e non fare inversione per rientrare dal punto di uscita per la pericolosità di andare contromano. Esattamente ciò che ha fatto Ayrton l’anno prima.
- Piquet viene ascoltato e la sua idea passa ai voti. Senna sbotta e se ne va: "E' assurdo. Io non ho detto niente, l’ha fatto qualcun altro e l’avete ascoltato. Per me è stata dura l’anno scorso". In pista Senna si prende la pole e Prost è secondo. La vendetta, però, è quasi matura: "Sono stato fregato un’altra volta dal sistema. Oggi andrà come dico io".
- Il francese scatta meglio, ma il brasiliano lo attacca subito in curva uno. Inevitabile collisione, entrambi a muro e fuori dalla corsa. Senna campione del mondo. La sensazione è che fosse premeditato, una manovra studiata prima di abbassare la visiera: "Ha lasciato spazio ho attaccato". Ma Prost lo sapeva: "Volevo dargli un pugno in faccia".
- È l’ultimo atto. Forse il più violento. Nel 1991 la Ferrari non riesce a tenere il passo della McLaren e Prost viene licenziato a metà stagione per averla definita un camion, con Senna che vince senza problemi il terzo titolo mondiale. Nel 1993 Alain torna dopo un anno sabbatico ma per firmare con la Williams pretende di non avere Senna come compagno. Il francese vince il titolo senza troppa fatica e all’ultima gara ad Adelaide Ayrton vince e chiede ad Alain di salire sul gradino più alto con lui, prima di stringersi la mano per una pace ideale.
- La pace avviene in conferneza stampa. Sarà l’ultima battaglia tra i due e anche l’ultima vittoria di Senna in Formula 1. Alla suo funerale Prost porterà la bara del rivale fuori dalla chiesa e diventa uno degli amministratore della fondazione Instituto Ayrton Senna che ha educato quasi venti milioni di bambini indigenti.
- Nel 1992 il Leone britannico stravince il mondiale con una Williams imprendibile e contestata. Senna può solo guardarlo trionfare ma riesce comunque a vincere tre gare. La rivalità tra i due però risale agli anni precedenti. Durante la seconda partenza del Gran Premio del Belgio del 1987, Mansell era in piena lotta mondiale con il compagno Piquet – poi campione del mondo – ed entrambi vengono beffati da Senna. Il Leone attacca Magic e si toccano ed entrambi sono costretti al ritiro
- Al rientro ai box Mansell si fionda verso il box del brasiliano lo prende e gli chiude la tuta fin sotto al naso: "Ero fuori di me come non mai. Gli ho detto che voleva ammazzarmi e che se l’avesse rifatto avrebbe fatto meglio a trovarsi un altro lavoro", racconterà alla presentazione del suo libro anni dopo. Senna dalla sua cercò di sdrammatizzare: "Quando un uomo ti tiene per la gola non penso sia per chiederti scusa".
- Due anni dopo, nel Gran Premio di Ungheria del 1989, Mansell centra una vittoria epica dalla dodicesima posizione. Per completare la rimonta manca solo Senna che guidava la gara e al 58° giro sorpassa il brasiliano aiutandosi anche con il doppiaggio di Johansson che si trovò in mezzo. Un ruggito da Leone vero.
- Screzi tra i due, però, rimasti circoscritti a pochi attimi. Nel 1991 a Silverstone Senna rimase senza benzina e regala la vittoria a Mansell che nel giro di rientro lo carica sulla scocca della sua Williams e lo riaccompagna ai box.
- Anche con l’altro pilota della Williams, Senna ha avuto la sua rivalità. In pista il ricordo più celebre è il sorpasso che Piquet gli infligge con la macchina di traverso in derapata nel Gran Premio di Ungheria del 1989. Ma la contrapposizione era più fuori pista, ma anche fuori dalla Formula 1.
- I due erano connazionali ma venivano percepiti in maniera differente in patria. Il Brasile in quegli anni era un paese in costante tensione per le disuguaglianze sociali e c’era la sensazione che non tutti si sentissero fieri di essere brasiliani. A ogni vittoria Senna alzava il tricolore, ogni gara era un’occasione per dare gioia al Brasile e tutto quello che Ayrton faceva era per far crescere il proprio paese. Alla sua morte i brasiliani dissero di avere bisogno di tre cose: cibo, istruzione e gioia: "Con la scomparsa di Ayrton abbiamo perso la gioia".
- Anche con il pilota italiano la rivalità è circoscritta a un episodio. Nel 1985 a Monaco, Senna fa la pole position ma rimane in mezzo al circuito andando piano e gli altri piloti non hanno potuto migliorarsi. Alboreto finì terzo e lo accusò: "Ayrton si dovrebbe vergognare per quello che ha fatto".
- Michele non dimenticò quell’episodio e qualche mese più tardi nei test del Paul Ricard e gli rese la scorrettezza. Alla staccata della Signes era davanti ad Ayrton e gli fece un brake test in faccia di proposito con Senna che perse il controllo della macchina e finì contro le barriere in fondo alla via di fuga.
- Forse una pagina leggendaria che non si è mai potuta scrivere nella Formula 1. Nel 1994 Senna e Schumacher erano i protagonisti designati per giocarsi il mondiale, tanto che il tedesco lo vinse davanti all’altro pilota della Williams Damon Hill. Ma a Imola di trent’anni fa il fato si mise di mezzo e scrisse un finale diverso per quella stagione. Ma dal debutto di Michael nel 1991 ci fu comunque il tempo di vederlo lottare con un Senna molto più esperto e in una fase differente della carriera.
- Il primo incrocio tra i due è a casa di Senna, nel 1992. A Interlagos i due lottano nella fase iniziale della gara prima che la McLaren lasciò a piedi il brasiliano. Ma nelle interviste Schumacher attaccò Ayrton accusandolo di averlo rallentato volontariamente. Nasce così la rivalità.
- Pochi mesi dopo in Francia, Schumacher centra Senna per attaccarlo e lo mette fuori dalla corsa. Ayrton rimane diversi giri lì dietro le barriere a guardare la gara che viene interrotta per la troppa pioggia. Prima della ripartenza, in maglioncino e jeans va da Michael per dargli una lezione di vita: "Quello che succede in gara si risolve in privato tra piloti, non si va a lamentarsi dalla stampa. Vengo a parlare solo con te".
- Durante i test in Germania, un nuovo episodio. Senna accusa Schumacher di averlo bloccato in modo volontario e pericoloso durante il suo giro veloce. Sceso dalla macchina si dirige al box del tedesco e lo prende per il colletto della tuta strattonandolo, prima che i meccanici della McLaren li dividano. Nel 1992 Schumacher chiude il campionato tre punti sopra a Senna, ma la rivalità si placa l’anno successivo perché Ayrton vince comunque più del tedesco.
- La resa dei conti in pista, promessa per il 1994, non arrivò mai. Ma Michael non ha mai nascosto che Ayrton fosse il suo idolo e quando raggiunse la sue 41 vittorie a Monza nel 2000 si commosse in conferenza stampa, tanto che Hakkinen, accanto a lui, dovette chiedere una pausa per le domande.
- Non è con un pilota. Ma con la politica. Senna non riusciva a sopportare Jean-Marie Balestre, presidente della FISA. Per lui il francese rappresentava tutto ciò che ha sempre combattuto: l’ingiustizia e la prevaricazione dei potenti. Lo accusa platealmente di avergli rubato il mondiale del 1989 e in risposta Balestre lo affronta: "Anche se sei tra i migliori piloti al mondo non ha il diritto di provocare incidenti stupidi".
- Senna si sentì dipinto come un criminale ed era sicuro che avrebbe voluto vendicarsi. Come a Suzuka nel 1990 quando dopo la pole ottenuta dal brasiliano, la Federazione decide di spostare la piazzola del primo dalla sinistra a destra, facendo partire Ayrton dal lato sporco della pista dove non c’era aderenza sufficiente. Senna si lamenta, ma la decisione è irrevocabile. Un affronto che nasce dall’abbandono del briefing che ha preceduto il Gran Premio da parte del brasiliano.