La McLaren ha un bel problema da gestire

Quando una squadra ha il ‘problema’ di dover gestire i suoi due piloti ingaggiati entrambi nella lotta mondiale vuol dire solo una cosa: quella squadra ha una monoposto e forza tale che gli permette in pista di avere un margine gestibile sugli avversari. Chiedere a Toto Wolff che negli anni di dominio Mercedes dopo l’avvento delle power unit qualche grattacapo tra Hamilton e Rosberg nel box lo ha avuto. Non è ancora questo il caso della McLaren. La stagione è appena cominciata, l’inizio è stato viziato anche da piste e condizioni particolari, c’è stata una Sprint Race e alcuni degli avversari, come la Ferrari, non si sono ancora espressi al loro meglio. La storia della passata stagione un po’ insegna a parlare con prudenza e ai team a comportarsi di conseguenza, ma le classifiche un po’ già qualcosa dicono, come i risultati al traguardo e gli sguardi nel paddock. La squadra di Zack Brown con la seconda vittoria di questa stagione guarda già tutti dalla testa della classifica e soprattutto in Cina ha lanciato un messaggio molto forte. La rincorsa del 2025 è ripresa senza proclami e dubbi dalla bella stagione passata e in questo momento è difficile vedere delle criticità nel gruppo e nel progetto messo in pista. Gli avversari per ora son costretti a guardare una lepre che corre felice in un prato, consapevole che intorno ha un sacco di inseguitori ma che in questo particolare momento non riescono a prenderla. L’ombrosità vincente di Norris Ecco, è in questo contesto di certezze tecniche ma anche solidità di squadra che si inserisce quella che potrebbe diventare una bella sfida umana e sportiva per il mondiale, ovvero quella tra Lando Norris e Oscar Piastri. Due piloti che più diversi non potrebbero essere. Lando è alla ricerca della consacrazione definitiva: velocità e spirito li ha già dimostrati, come però anche la mancanza di costanza e linearità. Vittima più di sé stesso che di altro, ogni tanto, come gli è successo lo scorso anno messo alle strette dalla sfida con il granitico Verstappen, perde un po’ di lucidità insieme al sorriso. Qualche partenza imperfetta, qualche errore di troppo, qualche decimino lasciato qua e là quando conta di più. Dopo il weekend perfetto di Melbourne dove ha gestito alla grande la pressione del compagno, avversari e anche condizioni difficili in pista, in Cina era un po’ un’ombra di sé stesso. Colpevole anche una monoposto veloce sì, ma a tratti difficile da guidare e interpretare come ha ammesso lui ma anche i tecnici McLaren che l’hanno pensata e realizzata. Dopo una Sprint un po’ opaca, in gara si è piazzato alle spalle di Piastri e non lo ha più mollato portando a casa la cinquantesima doppietta della storia della McLaren sorridendone, consapevole che il suo compagno tra qualifica e gara era stato migliore di lui. La classifica piloti ancora lo premia, ma Verstappen, Russell e Piastri lo tallonano. La calma vincente di Piastri Dall’altra parte del box c’è un australiano classe 2001 alla sua terza stagione in Formula 1 che sembra freddo e impermeabile come il ghiaccio. Non sbruffone e nemmeno arrogante, ma metodico, con grande etica del lavoro e persino con la faccia pulita del ragazzo del banco accanto pronto a prestarti anche gli appunti. Oscar sembra davvero immune allo stress e il lavoro fatto su sé stesso durante l’inverno e concordato con il team lo mettono davvero tra i candidati di questo mondiale. L’anno scorso, sul finire della stagione, un po’ i punti e la condizione di dover fare da scudiero al compagno lo avevano fatto leggermente sparire, ma quest’anno già dalle prime parole dette in conferenza stampa in Australia si è presentato con le idee chiare e il coltello tra i denti: “Partiamo tutti da zero e anche io ho le mie chance, per questa lotta ci sono anche io”. Al di là di subire poco pressione e situazioni, Piastri ha dimostrato in questi anni ma soprattutto anche in queste due prime gare dell’anno di aver fatto un salto di qualità importante anche in macchina e nella gestione delle situazioni. Ora l’obiettivo per il pilota australiano è mantenere questo livello sempre. Dopo la sfortunata gara di casa in Australia, in Cina si è rifatto alla grande dimostrando di petto a sé stesso ma soprattutto in squadra che quest’anno forse accetterà meno di buon grado comunicazioni particolari e ordini di scuderia, come già è semiaccaduto a Melbourne dove, viste le condizioni e i doppiaggi da fare, il team aveva congelato le posizioni tra i due per un paio di giri. Ma l’intelligenza e la forza dimostrate a Shanghai sono state quelle di conquistarsi chiarissimamente la prima pole della sua carriera il sabato e poi gestendo alla grande la leadership in gara. In attesa che anche altri alzino la testa sarà una bella sfida quella in casa McLaren. Per ora, e anche l’anno scorso, Stella e Brown hanno sempre messo il bene del team davanti a tutto e tutti diventando famosi anche per le ‘Papaya Rules’ . Contestati più volte anche nella loro gestione. Non sembrano preoccupati adesso e fanno anche bene a non esserlo. La stagione è appena iniziata e la cosa più importante è aver dimostrato che la McL39 è a tratti bizzosa ma pur sempre un passo avanti agli avversari. La coppia di piloti è forte, solida e collaborativa e rema nella stessa direzione con la consapevolezza che per pensare al singolo traguardo ci sarà tempo. Capiterà più di una volta che Lando e Oscar si troveranno vicini a fronteggiarsi, come capiterà più di una volta che dal muretto dovranno prendere delle decisioni. Ma per ora è giusto che entrambi abbiamo lo stesso obiettivo in testa, che non sia solo quello di squadra.

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Mara Sangiorgio