Costanza, rimonte e... Le sorprese dei primi 5 Gran Premi di Formula 1

È di nuovo race week e tempo di mettersi comodi per il Gran Premio di Miami, che sabato metterà in pista anche la seconda sprint stagionale. Ma tutto comincia già dal giovedì con la nostra Pitwalk alle 22, ottimo orario dopo cena per sedersi sul divano magari mangiando il cioccolato dell’uovo di Pasqua ancora lì. Uovo della Formula 1 che ha continuato a dare sorprese a Jeddah nella gara pasquale o ha confermato quelle di inizio stagione. Se la potenza McLaren era pronosticabile dall’antipasto dei test, le difficoltà della Ferrari meno, anche nelle speranze dei tifosi. Mai in dubbio invece la Maxterclass di Verstappen e la solidità di Russell, una bella scoperta – per i meno attenti – il talento costante di Kimi Antonelli. Ma scendendo, neanche troppo, lungo la griglia i volti sorridenti sono parecchi. A cominciare dalla Williams. Il team inglese aveva dato un assaggio della bontà del progetto già nella preseason e si è confermata. Forse anche oltre le aspettative con il quinto tempo di Albon nelle qualifiche australiane, incassando la stessa posizione nella gara bagnata di Melbourne. Sempre a punti, eccetto Sakhir, per un totale di 25. Lo scorso anno in totale furono 17 e il primo piazzamento utile era arrivato a Monaco, ottava tappa della stagione. Il team principal James Wovles era sicuro del percorso della sua squadra e il punto di partenza – “ci aspettiamo di lottare per il mondiale nel 2028”, disse a metà 2024 – è sicuramente confortante. Un progetto evidentemente solido con cui ha convinto Sainz ad accettare la sua corte, preferendola all’Alpine. Il pilota spagnolo sta proseguendo il suo adattamento alla nuova monoposto e continua a chiedere tempo: “Se vi aspettate di vedere il miglior Carlos da subito evidentemente non conoscete lo sport”, ha avvertito in conferenza stampa prima del Gran Premio dell’Arabia Saudita, ma ha cominciato a dare segnali. Anche perché la prima uscita in tuta Williams si è conclusa dopo neanche un giro con un errore banale, da rookie, sull’umido di Albert Park. In Cina il primo punto grazie alla squalifica delle due Ferrari e Gasly e l’assaggio della sua intelligenza sportiva con cui ha difeso Albon a Jeddah per centrare un doppio piazzamento a punti. Sono comunque solo 5 per lo spagnolo, 20% del totale della scuderia. La prima parte stagionale di Alex è completamente diversa dal calvario che ha vissuto nello stesso periodo del 2024. Da Melbourne a Melbourne: lo scorso anno in Australia il suo botto durante le libere ha costretto la squadra a far alzare Sargeant dalla sua monoposto per darla ad Albon e schierare solo una macchina in griglia per la mancanza di un nuovo telaio. Un altro mondo, per loro fortuna, in Williams che ha centrato la Q3 in tutte le uscite stagionali finora. Chi come Sainz aveva cominciato male, forse peggio, è Isack Hadjar. Il rookie francese di Racing Bulls, a Melbourne, è finito in barriera durante il giro di formazione facendo poi la ‘walk of shame’ a testa bassa piangendo dentro il casco rientrando ai box. La consolazione del padre di Hamilton e il rientro mesto nell’hospitality non è piaciuto a Helmut Marko che l’ha definito imbarazzante. Ma da lì il vicecampione di Formula 2 ha cambiato passo . Cinque punti, ma un ritmo da talento vero. Soprattutto in qualifica con due settimi tempi in Cina e Giappone che hanno cominciato a dare il senso di che pilota sia. In gara ha comunque mostrato solidità e fatto capire perché in Red Bull lo hanno scelto per far alzare, di fatto, Sergio Perez dalla monoposto madre . I risultati dell’estremo oriente aumentano di valore se si considera che per Hadjar le due piste erano novità assolute. Non ci aveva mai corso nelle categorie propedeutiche. Inoltre, nel turbolento inizio di stagione di Racing Bulls lui è riuscito a resettare la prima prova molto negativa e rimettersi in carreggiata, non preoccupandosi di cosa stava accadendo nell’altro lato del box. E nella stagione dei rookie non poteva che spiccare Ollie Bearman. Vero, tre gare per lui nel 2024, l’esordio con Ferrari a Jeddah in cui è diventato il pilota più giovane a segnare punti per il cavallino, ma in questa prima stagione da titolare sta facendo bene confermando il talento che Maranello ha visto in lui per prenderlo nell’Academy. Sei punti per lui, l’ultimo conquistato in Bahrain con una rimonta stupenda sfruttando anche alla grande la Safety Car: da ultimo a decimo. Ma soprattutto sta reggendo bene il confronto con un pilota esperto come Ocon. Solo 3-2 per il francese l’head to head sia in qualifica che in gara. Esteban, anche lui, piacevole sorpresa di queste prime cinque gare. Probabilmente sorpreso lui stesso dalla sua monoposto: “Mai stato così a mio agio”, ha elogiato il team nel giovedì arabo. Quindici punti e la gioia di un quinto posto in Cina – sì, quella delle squalifiche Ferrari e dell’ex compagno Gasly – e la caccia grossa che sarebbe potuta essere nel debutto australiano. Quando l’ultimo muro di pioggia si è abbattuto su Albert Park il team non ha avuto fino in fondo il coraggio di rischiare la strategia che Laura Miller, sua ingegnere di gara aveva disegnato. Dopo tanti anni in Renault e Alpine, anche per come si è chiuso il rapporto, Esteban aveva bisogno di nuovi stimoli e con il team americano sembra averli decisamente trovati restituendo esperienza e costanza.

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Niccolò Severini