Super Max campione del mondo 2025: probabilità o possibilità?

Era già stato accantonato come un numero isolato nel Mondiale piloti 2025, dopo le sole due vittorie conquistate: a Suzuka, nel Gran Premio del Giappone, dove aveva reso felice tutto il gruppo Honda salutando dal podio la collaborazione vincente con Red Bull; e a Imola, nel Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, dove si era inventato il successo già alla prima staccata. Due piste ‘toste’ e, a dispetto di queste monoposto così sofisticate e limitanti per i piloti che possono inventare poco nella guida, lui, Super Max, aveva fatto la differenza facendoci capire molto di più sulle sue qualità. Sì, perché quando vinci con la macchina migliore - o per lo meno quella che viene indicata dagli addetti ai lavori come la più efficiente -, come gli è capitato nel Mondiale del 2023 dove aveva totalizzato 575 punti, più del doppio del secondo arrivato suo compagno di squadra Perez con 285, quello che fai al volante sembra tutto facile, normale. La vittoria nel Mondiale 2024 l’ha dovuta sudare, con una McLaren in ascesa e una Red Bull in difficolta nella seconda parte di stagione. Alla fine, i 52 punti su Lando Norris sono bastati per entrare nel magico cerchio dei tetra-campioni, insieme ad Alain Prost e Sebastian Vettel. Oggi, è indubbio che il Mondiale piloti 2025 si stia tinteggiando gara per gara del colore ‘papaya’ di Piastri o Norris, ma le due vittorie di Monza ed Baku di ‘Mad Max’, con una Red Bull rivitalizzata, hanno risvegliato le preoccupazioni per gli alfieri della squadra di Woking ma soprattutto hanno convertito i suoi detrattori, che hanno finalmente capito l’intensità sportiva di questo pilota. Gli applausi e l’incitamento ricevuto sul podio di Monza dai tifosi di rosso vestiti, a mio parere, oltre che a fargli piacere, lo hanno reso ancora più forte. Come se ce ne fosse bisogno, potrebbero pensare gli avversari. Ecco, proprio loro dovrebbero studiare Max. No, non mi riferisco banalmente a come affronta le traiettorie in pista, ma al mondo che Max Emilian Verstappen si è costruito intorno e la sua apparente tranquillità. Noi tutti lo vediamo davanti alle telecamere con questo viso pulito, ancora da ragazzino. In effetti 27 anni non sono tanti, o forse non lo erano negli anni ’90. Oggi, iniziando nel kart a 8 anni, con una carriera lineare e con il sostegno di sponsor munifici, a 18 si è pronti per la Formula 1 e alla sua età sei già un veterano. L’olandese non ha sbagliato un passaggio, prendendosi la scena dapprima con sorpassi mitici sul bagnato, vedi il Gran Premio del Brasile del 2016 dove dopo una strategia errata della squadra che lo fa cadere in 16esima posizione, sorpassa 13 piloti in 16 giri. Il siparietto al traguardo tra Jos Verstappen, il babbo, e Niki Lauda, ‘King Rat’, dove l’austriaco si toglie il cappello complimentandosi e dice mutuando la frase storica di Marc Gené, “mai visto questo!” è la consacrazione. Poi con i Mondiali vinti, farciti dai corpo a corpo con i suoi avversari dove non molla mai un millimetro. Max si allena per vincere al simulatore. Max lavora con i suoi ingegneri per vincere. Max debutta sulla GT3 sulla ‘Nordschleife’, l’inferno verde al Nurburgring perché l’anno prossimo, non vuole partecipare: vuole vincere la 24 ore. Questo è l’approccio di chi ha definito i suoi orizzonti e come vuole raggiungere i propri obiettivi. E’ simpatico? Forse ai più non lo sarà, ma tanto quanto non lo era Michael Schumacher quando arrivò in Ferrari. Di quel periodo ricordiamo solo i momenti felici. Le vittorie a ripetizione. Il Mondiale festeggiato a Suzuka durante la lunga ‘Alba Rossa’. Nessunp più ricorda che ci vollero cinque lunghissimi anni per arrivare a trionfare, dove la Presidenza, la squadra, i piloti ed i tecnici della Ferrari si chiusero a riccio per difendere le proprie scelte. Tornando all’attualità, la matematica dice che, se Max dovesse vincere le rimanenti 7 gare e le 3 sprint, aumenterebbe il proprio bottino di 191 punti, arrivando ad Abu Dhabi con 446 punti. A Piastri, oggi leader del mondiale, basterebbe arrivare sempre secondo per averne 464 e vincere con 18 punti in più. E ci sono dei ma? Sì, ce ne sono se andiamo a guardare la storia recente del 2024. L’anno scorso l’australiano proprio dalla gara di Singapore ha affrontato una piccola crisi di risultati, non riuscendo più a salire sul podio se non all’ultima gara di Abu Dhabi arrivando secondo. Si può definire così visto che invece Lando Norris, suo compagno di squadra, ne aveva vinte 4 e cogliendo anche due terzi posti. Max nel finale del 2024 aveva resistito all’assalto dell’inglese con 4 secondi posti, conquistando la sua quarta corona. La probabilità di vittoria è il rapporto tra i casi favorevoli ed i casi possibili. E’, dunque probabile immaginare che Piastri sia tornato a casa da Baku, dopo aver ‘picchiato’ contro le barriere il sabato e la domenica, con tanti dubbi sulla sua capacità di reggere la pressione. Avere avuto questa battuta d’arresto concentrata tutta in un weekend è stata l’unica cosa positiva. Avrà resettato i suoi pensieri e si presenterà a Singapore con uno spirito diverso, indirizzato dal suo manager e recente pilota di Formula 1 Marc Webber per affrontare quello che potrebbe essere il vero nodo cruciale per il suo Mondiale, perché non si può permettere una crisi stile 2024. Norris se dovesse riguardare ai risultati della passata stagione, una forte possibilità di poter sopravanzare Piastri in classifica se la dà, forte del fatto che è nella posizione mentale migliore. Scarico da responsabilità, deve inseguire e questo lo aiuta. Guidare più sciolti, ascoltando solo l’istinto della velocità fa guadagnare centesimi preziosi ed arrivare solo a sfiorare i muri di Singapore e non cadere nella loro trappola. Reduce dalla vittoriosa esperienza della 4 ore sulla Nordschleife con le GT, scegliendo peraltro una Ferrari 296, ma guarda un po' che burlone quest’olandese, il paladino della Red Bull avrà più probabilità o possibilità di vincere il mondiale? Immagino la risposta ai giornalisti: “da qui alla fine della stagione vivo gara per gara e poi vediamo”. In cuor suo o, meglio, nella sua ‘bolla’ quando indossa il casco, Max non si dà per vinto. Le probabilità sono poche visto che la matematica è a favore degli avversari. I 69 punti da recuperare nei confronti del leader Piastri sono tanti, ma ci sono possibilità favorevoli. Prima o poi in McLaren i due piloti dovranno uscire allo scoperto, per un confronto ruota a ruota in pista che potrebbe trasformarsi in una lotta fratricida con la dirigenza McLaren chiamata a fare ordine. C’è la pressione del Mondiale da vincere ed il solo Max in passato ha avuto modo di conoscere cosa vuol dire e come affrontarla. Max ha avuto, con l’arrivo del nuovo Team Principal Laurent Mekies, più spazio per incidere sulle scelte tecniche seguendo un ragionamento tanto logico quanto semplice. Abbiamo il pilota più forte in assoluto, ascoltiamolo. La vittoria nel Gran Premio di Monza con i meccanici a ‘trimmare’, ridurre il profilo alare dell’ala posteriore durante le prove, è roba da anni ’90. Trovato il limite della tenuta di strada a favore della velocità di punta, il resto lo ha fatto Max al volante. La ritrovata competitività della RB21 ha dato modo a Yuki Tsunoda di andare a punti in Azerbaijan e potrebbe essere un alleato inaspettato a favore di Max. Norris ha già pagato pegno in Olanda e l’affidabilità potrebbe essere un’altra variabile dove lasciare punti per strada ma tutti sono a rischio. Chi non è direttamente coinvolto nella lotta mondiale, potrebbe portare via punti determinanti interponendosi in classifica a favore di uno o dell’altro. Se dovesse piovere in alcune gare, sappiamo quanto Max può fare la differenza e sia lui che la squadra hanno la capacità di leggere le gare scegliendo strategie che spiazzano gli avversari. Sì, un cuor suo Super Max ci crede e quando abbasserà la visiera del casco nelle prossime gare in attesa della partenza, avrà un ‘boost’ in più, perché oggi - come dice Carlo Vanzini - si esalta perché è lui, pilota, contro le macchine papaya.

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Ivan Capelli