Il buono, il timido, il cattivo

In un film di Sergio Leone, Max Verstappen interpreterebbe certamente la parte del ‘cattivo’. Il cattivo che affascina, lo sai da sempre che lui farà del male ai buoni ma non puoi smettere di non fare un po’ di tifo per lui. Anche perché i ‘buoni’ sembrano sempre più che altro dei pulcini bagnati. Il timido Lando, colui che per mesi ha ricordato la versione moderna del tenero Giacomo della Settimana Enigmistica, avendola probabilmente data per persa, ha relativamente smesso di balbettare ed ora qualcuno lo mette addirittura davanti al compagno di squadra nei favori del pronostico. Intendiamoci, non ha fatto niente di encomiabile, non vince una gara da fine luglio e i suoi non pochi detrattori pensano che appena tornerà a salire la pressione per lui saranno di nuovo incubi e dolori. Ma la vera delusione del periodo arriva da Oscar Piastri. Chi l’aveva descritto come una miscela 4.0 tra Lauda e Prost probabilmente non ha mai visto davvero i due professori all’opera. Questi ragazzi, Oscar ha 24 anni, arrivano soprattutto dal simulatore. Che, appunto, simula ma non esprime quell’intangibile che eccita tanto Max. Il simulatore non suda, non odora, non rende il sapore acre della polvere che ti sporca il casco. Piastri per molte gare ha dato la sensazione di essere un ottimo amministratore di condominio, bravo a stare davanti quando le condizioni lo favoriscono ma anche altrettanto capace di massimizzare la spremuta di punti quando qualcosa non funziona. Adesso, in modo abbastanza misterioso, gli è venuto una specie di braccino del tennista. Sta lontano dalle righe, tira a tre quarti di velocità e principalmente spera che sia l’altro a sbagliare. Ora, se l’altro fosse soltanto Lando Norris allora potrebbe essere anche una strategia che alla fine paga. Ma siccome dalle sue parti si sta avvicinando il peggiore degli squali, Max Verstappen quattrovoltecampionedelmondo, il neo-timido Oscar farebbe meglio a lasciare a casa il cappotto per rimettersi l’elmetto ed andare a cercare di vincere piuttosto che non perdere. La sfida è diventata a tre. E’ come se in Civil War nel duello fratricida tra Iron Man e Capitan America ad un certo punto sbucasse improvvisamente il cattivissimo Thanos. L’arma di Piastri contro Verstappen è un bottino di quaranta punti di vantaggio. Diciamolo, sono davvero tanti. Mancano solo cinque gare, più due sprint, e Verstappen potrebbe addirittura fare 141 punti, il massimo possibile, e non vincere il titolo. A condizione che Piastri arrivi sempre secondo. E’ ampiamente probabile che nessuna delle due condizioni si verifichi. Russell e Leclerc sono due autorevolissimi candidati a infilarsi su qualche podio e togliere punti ora all’uno ora all’altro . Piastri sa che se non riprende in mano il bastone del comando con una certa autorevolezza l’ombra di Max diventerà capace di inghiottirlo tra due o tre gare. E se questo succederà sarà il timido Lando a sfidare l’olandese nelle ultime gare arabe. Con esiti prevedibili. In tutto questo la McLaren si è tolta la possibilità di fare una scelta chiara su chi favorire per il titolo piloti. Dopo aver dominato la classifica Costruttori i papaya rischiano la più atroce delle beffe. Avendo, in caso, anche una quota non piccola di responsabilità.

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Il buono, il timido, il cattivo

Fabio Tavelli