Il valore del talento e della pazienza: la storia di Rafael Câmara

Nel Nord Est del Brasile sorge lo Stato del Pernambuco, noto ai più per le glorie calcistiche di quel fenomeno che era Antônio Augusto Ribeiro Reis Júnior, detto Juninho, vincitore con i verdeoro della Confederations Cup 2005 e per anni stella indiscussa del Vasco da Gama, interrotta fra le altre da una lunga parentesi europea nell’Olympique Lione. La capitale del Pernambuco è Recife, la più antica del Brasile, succeduta a Olinda, il cui nome non è affatto casuale, derivando dalla parola portoghese ‘arrecife’, che indica la scogliera, ovvero la barriera corallina che difende gran parte del litorale che si affaccia sull’Oceano Atlantico. Recife è considerata la Venezia brasiliana, per via dei suoi molti fiumi e molti ponti e dei tanti monumenti storici che vi si possono incontrare. E se in questo incrocio magico fra il Brasile e l’Italia vogliamo leggere un piccolo segno del destino per la vita di Rafael Chaves Câmara, nessuno ci impedisce certo di farlo. Fatto sta che il giovane Rafael, nato a Recife il 5 maggio del 2005 e appassionato di motori, l’Italia la troverà presto sulla sua strada. Un po’ perché tanta della storia dell’automobilismo, grazie alla Ferrari, deve molto al nostro Paese, un po’ perché crescere nel mito di Ayrton Senna non puo’ che ingenerare presto o tardi il sogno di emulazione in un ragazzino che anche in casa respira quell’aria da sempre. Colpa di una nonna che gareggiava quando nessuno neppure lo avrebbe immaginato a quelle latitudini, di un fratello più grande di cinque anni che correva in Kart ma senza interesse e merito di un papà che davanti alla richiesta del piccolo Rafael, di soli cinque anni di età, non si girò dall’altra parte ma gli rispose seraficamente “a sei anni proverai anche tu!”. E da quel giorno, una volta al volante, il ragazzo non smise più di accelerare. All’inizio per divertimento, poi con una serietà fuori dal comune. Ogni week end diventò così un appuntamento fisso, non più per accontentare il fratello, seguirlo e assistere alla solita scena di uno che correva senza goderne, ma per prendere parte alle prime vere competizioni. A sette, otto anni il debutto nei campionati di Karting, primo vero capitolo della sua ancora breve carriera in ascesa. Siamo nel 2012 e 2013. Nel 2014 è il momento di fare sul serio e, con il genitore, sempre più convinto, Rafael accede alla Copa Brasil. E rapidamente mette in piedi una struttura per convogliare aiuti e sponsor nella sua prima avventura internazionale. I primi suoi successi però arriveranno solo nel 2019, quando riuscirà a piazzarsi secondo nel campionato del mondo di Kart al volante di un mezzo della Forza Racing nella classe OK Junior KF3 riservata ai piloti di età compresa fra i 12 e i 15 anni. Il migliore risultato complessivo agli inizi sarà tuttavia il quinto posto assoluto nel Campionato Europeo, al primo anno da senior. Ma quando nel 2021 deciderà di abbandonare i kart, Câmara avrà comunque trionfato sia nella WSK Champions Cup che nella WSK Super Master Series, conquistando anche il titolo di vice campione europeo. Il 2022 è il momento della grande decisione sul proprio futuro, non avendo fatto in tempo ad approfittare della riapertura dei campionati dopo la stagione della pandemia dovuta al Covid-19. Dal 2016 Rafael vive quasi stabilmente in Europa e cerca di aprirsi nuovi orizzonti. Ma non è facile e le richieste di compartecipazione economica sono molto alte. Ma il 2022 gli permette di incrociare la famosa ‘via italiana’ non lontano proprio da Venezia… in quel di Grisignano di Zocco, in provincia di Vicenza, dove ha sede la Prema Racing, una delle scuderie più vincenti nelle formule minori e autentica fucina di talenti. La Prema ne intravede subito le qualità e decide di farlo partecipare al Campionato di Formula 4 degli Emirati Arabi Uniti. Rafael conquista il suo primo podio in Dubai nella seconda gara del campionato. Poi nel week end successivo vince entrambe le manches. Alla fine terminerà secondo in classifica generale. E otterrà la chance di disputare le categorie di F4 Italia e ADAC F4 in squadra con Charlie Wurx, Kimi Antonelli, Conrad Laursen e James Wharton. Nell’ADAC vincerà il titolo dei rookies, in Italia chiuderà terzo, ma dimostrando tre cose: di essere veloce, di non temere le lotte ruota a ruota e di possedere un talento da coltivare. Per la Prema ragioni sufficienti a promuoverlo nel Campionato di Formula Regional Europea insieme a Kimi Antonelli e Lorenzo Fluxà Jr., preparando la stagione nella stessa categoria ma nel campionato omologo del Medio Oriente con la Mumbai Falcons. Nel 2024 arriverà il titolo con Prema nella Formula Regional Europea con una gara di anticipo, finendo terzo in Medio Oriente. Un altro piccolo passo verso l’olimpo dei piloti. Arriva il 2025. E Rafael Chaves Câmara può festeggiare il suo terzo anno in seno alla Scuderia ‘Ferrari Academy Driver’, che lo ha ingaggiato quando, facendo il salto di categoria è diventato un pilota ‘in carriera’ passando alle monoposto. Nel 2024 è stato il pilota FDA con più vittorie nell’anno ed è il momento di guardare al futuro. Al suo fianco da tempo c’è un management esperto e il Team Trident di Maurizio Salvadori, con sede a Ossona , pare essere la squadra perfetta per ‘esplodere’. E’ il team di riferimento della Formula 3, il primo gradino della filiera che conduce in Formula 1, dove già un altro brasiliano è approdato , uno è solo rimasto sull’uscio . Certo, c’è chi come Antonelli ha bruciato le tappe e saltato a pié pari la Formula 2. Ma dalla F3 bisogna passare e Câmara lo sa. “E’ un campionato lungo, ma l’ho cominciato molto bene e di sicuro il mio obiettivo è conquistare il titolo. Ma bisogna continuare a lavorare duro, lottare gara dopo gara, concentrarci su noi stessi e fare sempre del nostro meglio. L’appoggio della FDA è molto importante, specialmente in vista dei week end di gara, per arrivare il più preparato possibile, arrivare sapendo cosa fare, nel miglior stato di forma possibile, anche psicologicamente. Tutte le volte che sono a Maranello lavoriamo molto anche su questo, perché un domani salire di categoria vuol dire crescere anche fisicamente e mentalmente. Avere programmi chiari. Siamo parte di una grande famiglia…”. E pensare che tutto iniziò perché il fratello più grande mostrava noia ad andare in kart. Mentre in Rafael la passione sbocciò istantanea, al punto da riuscire a vincere quegli stessi titoli che può vantare un campionissimo come Max Verstappen, che però poi in Formula 1 arrivò facendo sfracelli e continua a stupire. “Ma io ho ancora un lungo cammino da percorrere. Se ho un mio modello? A volte il mio pensiero va ad Ayrton Senna. L’ho seguito fin da quando ero bambino vedendolo come un mito, cercando fil, documentari, libri su di lui. Imparando ad amarlo a posteriori per quel che mi dicono sia stato in pista e per quel che ho scoperto fosse fuori dai circuiti, per tutto ciò in cui credeva, per la passione che ci metteva, per quanto fosse umano. Era un idolo per tutto il mondo”. Certo, l’ultimo titolo mondiale vinto da un brasiliano in Formula 1 risale al 1991, il terzo titolo di Ayrton. Trentaquattro anni fa. Rafael è nato nel 2005, ed era già un ricordo. “Adesso la mia priorità è fare bene il mio lavoro e fuori dalle piste rimanere un ragazzo normale. Della mia prima vittoria in assoluto non ricordo molto, però di sicuro fui molto felice, altrimenti non sarei ancora qui. Ma ho imparato che quando le cose non vanno per il verso giusto è importante rimanere calmi, crederci e non mollare. Quel che mi riesce ancora difficile è stare tanto lontano da casa. Amo il Brasile, mi manca la famiglia, mi mancano gli amici, ma ho degli obiettivi e devo lavorare per raggiungerli. Correre negli stessi week end della F1 è ‘figo’, ma quando Sali in macchina non ci pensi, pensi solo a fare bene quello che sai fare”. E fin qui Câmara, fra tanti alti e alcuni bassi, ha fatto tutto bene: dopo cinque appuntamenti del calendario, ha vinto tre gare, conquistato un terzo posto ed è leader del campionato di F3 con 105 punti, a +26 dal più immediato inseguitore in classifica. Ma la stagione è lunga e dovrà cercare di sbagliare meno. Dice un vecchio adagio brasiliano che "de grão em grão, a galinha enche o papo", ovvero, chicco dopo chicco, la gallina si riempie la pancia. E’ un inno al valore della pazienza. Con costanza e senza cedere alla fretta e alla precipitazione, alla fine si potrà ottenere qualcosa di molto prezioso. Così come fa la gallina, che si nutre di un chicco per volta, mangiando fino a quando non si sente sazia. Una metafora perfetta che ricorda di non sottovalutare le piccole azioni. Ricordandosi che nelle corse automobilistiche serve lavorare coscienziosamente per ottenere una buona qualifica, che non si vince mai alla prima curva, che bisogna saper anche alzare il piede se necessario pur di non prendere rischi inutili, che bisogna sapere attendere sempre il momento migliore per attaccare e che non bisogna mai cedere né alla rabbia né all’istinto. Rafael Chaves Câmara è un pilota tecnico e molto veloce. Se saprà dominarsi, ne sentiremo parlare…

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