"Da piccolo Balotelli faceva il buffone per farsi accettare"
GossipCristina, la sorella giornalista del fuoriclasse dell'Inter fischiato dai razzisti, confida i segreti dell'infanzia di Mario al quotidiano L'Equipe: "Aveva tanto bisogno di affetto". Il ricordo del primo allenatore, Valenti. GUARDA TUTTI I GOL DELL'INTER
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"Mario aveva tanto bisogno d'amore, di affetto": lo ha confidato Cristina Balotelli, giornalista di Radio 24-Il Sole 24 Ore e sorella dell'attaccante dell'Inter, al quotidiano sportivo francese L'Equipe, parlando di quando Mario era un bambino. "Non si addormentava senza che mamma gli tenesse la mano - continua Cristina, 38 anni - la sua storia, dalla nascita all'età di due anni, è dolorosa. E' un buco nella sua vita. Cercava in continuazione di avere conferme del nostro amore".
A scuola, racconta Cristina, Mario era l'unico studente di colore: "Per farsi accettare, faceva il pagliaccio". Il quotidiano francese dedica mezza pagina a Balotelli "diventato un fenomeno di società in Italia". Nell'articolo che comincia avvertendo che "giochi o non giochi contro la Juventus, la star della partita sarà lui", L'Equipe raccoglie anche la testimonianza di Giovanni Valenti, suo allenatore prima al Mompiano, poi al Lumezzane.
"Mario - dice - era una spanna sopra gli altri. Ma si sentivano i genitori dei giocatori della squadra avversaria protestare: 'con gli africani non sai veramente quanti anni hanno', dicevano, quando Mario è nato a Palermo! Li sentivamo anche dire qualche volta in dialetto bresciano 'e' un negher' ('e' un negro'). Nella primavera 2006, per la sua prima partita in serie C1, con il Lumezzane, a 15 anni, è stato bersagliato da cori razzisti a Padova. Ero infuriato. L'Italia ha un problema con l'integrazione dei neri. Tutto sarebbe stato più facile per Mario nel calcio se fosse stato bianco".
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"Mario aveva tanto bisogno d'amore, di affetto": lo ha confidato Cristina Balotelli, giornalista di Radio 24-Il Sole 24 Ore e sorella dell'attaccante dell'Inter, al quotidiano sportivo francese L'Equipe, parlando di quando Mario era un bambino. "Non si addormentava senza che mamma gli tenesse la mano - continua Cristina, 38 anni - la sua storia, dalla nascita all'età di due anni, è dolorosa. E' un buco nella sua vita. Cercava in continuazione di avere conferme del nostro amore".
A scuola, racconta Cristina, Mario era l'unico studente di colore: "Per farsi accettare, faceva il pagliaccio". Il quotidiano francese dedica mezza pagina a Balotelli "diventato un fenomeno di società in Italia". Nell'articolo che comincia avvertendo che "giochi o non giochi contro la Juventus, la star della partita sarà lui", L'Equipe raccoglie anche la testimonianza di Giovanni Valenti, suo allenatore prima al Mompiano, poi al Lumezzane.
"Mario - dice - era una spanna sopra gli altri. Ma si sentivano i genitori dei giocatori della squadra avversaria protestare: 'con gli africani non sai veramente quanti anni hanno', dicevano, quando Mario è nato a Palermo! Li sentivamo anche dire qualche volta in dialetto bresciano 'e' un negher' ('e' un negro'). Nella primavera 2006, per la sua prima partita in serie C1, con il Lumezzane, a 15 anni, è stato bersagliato da cori razzisti a Padova. Ero infuriato. L'Italia ha un problema con l'integrazione dei neri. Tutto sarebbe stato più facile per Mario nel calcio se fosse stato bianco".
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