Barbara Pedrotti, la voce del ciclismo che studia da Ilaria
GossipL'INTERVISTA. 28 anni, trentina di Rovereto. Un passato da modella timida e introversa. E' la speaker ufficiale del Giro, ammira la D'Amico e sogna d'intervistare Valentino Rossi: il doping è una brutta scorciatoia, non solo nel ciclismo. LA FOTOGALLERY
Sfoglia l'Album Gossip & Sport
Barbara Pedrotti, la pin-up che dà la voce al ciclismo
di LUIGI VACCARIELLO
“Da piccola sognavo di fare il geometra”, Barbara Pedrotti si presenta così. Con una risposta che non ti aspetteresti mai da un’avvenente ragazza di 28 anni che sfiora il metro e 80, con un passato da modella timida e introversa alle spalle e un presente da conduttrice televisiva e speaker ufficiale al Giro d’Italia solare ed estroversa. Ma lei è un maschiaccio mancato (la definizione non le piace molto, ndr) “Sono cresciuta con i miei cugini, a differenza delle altre ragazzine che giocavano con le bambole, io vivevo con il poster di Valentino Rossi appeso nella cameretta”. Frizzante, simpatica, appariscente, anche se lei dice che lavora in un gabbiotto dove nessuno la vede, Barbara è un fiume in piena, una che, travolta dalla sua passione per lo sport inonda di notizie gli appassionati di ciclismo alle partenze e agli arrivi della corsa rosa. Barbara, che dopo il Giro di Lombardia partirà per il Cile per seguire il ritorno a casa dei minatori di Copiapo, è una professionista attenta che non si fa problemi a parlare dei suoi sogni da conduttrice (“Mi piace Ilaria D’Amico”), delle difficoltà di una donna a lavorare in un ambiente maschilista e di doping. Ed è proprio da questo scottante tema che partiamo.
Cosa pensi delle dichiarazioni di Torri sul doping?
“Credo sia sbagliato generalizzare. Il doping è una cosa tremenda, che fa male alla salute. Una brutta scorciatoia nei confronti di quei tifosi che si arrampicano su colline e monti per assistere allo spettacolo del ciclismo. Questo però non è un male che riguarda solo il ciclismo, ma tutti gli sport. In tal senso credo che bisognerebbe ritrovarsi a livello internazionale e decidere in modo univoco per tutti gli sport e le federazioni del mondo”.
Capito, ma secondo te esiste il doping nel ciclismo?
“Premesso che io faccio un lavoro, la speaker tecnica, che non mi porta a stare a stretto contatto con medici e pseudo santoni, dico che leggo i giornali. Le scorciatoie esistono in tutti gli ambienti, lavorativi quanto sportivi. La vita comune è piena di persone che provano a raggiungere determinati obiettivi bruciando le tappe”.
Tipo Riccò? E del caso Contador che idea ti sei fatta?
“Riccò ha sbagliato, ha ammesso le sue colpe. E secondo quanto previsto dalle attuali norme è giusto che abbia la possibilità di ripartire. Il caso Contador è particolare. Ero in Australia quando è partito il tam-tam delle voci. Quando l’ho letto sui giornali mi ha fatto molto male. Spero che riesca a dimostrare di essere pulito, se invece non dovesse riuscirci è giusto che paghi”.
Speaker, conduttrice tv, e un po’ giornalista. Come hai cominciato?
“Ho capito che volevo fare la conduttrice a 13 anni durante una sfilata. Guardavo impalata il presentatore. Pendevo dalle sue labbra. M’incuriosisce molto il vostro lavoro, ma non credo di essere portata per il giornalismo. Sono una grande appassionata di sport. Pensa che prima, che il lavoro mi assorbisse appieno, il sabato e la domenica mi rinchiudevo in casa per la MotoGp. Ma adoro tutti gli sport. Ho iniziato come speaker a 16 anni riuscendo così a conciliare due passioni. Ho cominciato con l’atletica, poi mountain bike, ciclismo e arrampicata ai Mondiali. Ricordo ancora quando mi ha chiamato Zomegnan nel 2008, pensavo a uno scherzo. Invece il 20 maggio dello stesso anno ho presentato la mia prima crono”.
Tappa e vincitore?
“Pesaro-Urbino e ha vinto Marzio (Bruseghin)”.
Che memoria. E chi è il tuo modello?
“Grazie. Come conduttrice mi piace tantissimo Ilaria D’Amico. Ha stile in tutto quello che fa. E’ una donna elegante, dinamica, grintosa. Ti assicuro che è davvero difficile fare questo lavoro in un ambiente come quello dello sport e lei è sempre bravissima. Si nota la stima che provano per lei le persone che intervista”.
Cioè, spiegati meglio. Starai mica parlando di maschilismo?
“Direi proprio di sì. C’è il solito preconcetto che la donna non capisca di sport, figurati parlarne. Il nostro ambiente è di per sé molto maschilista. Vorrai mica dirmi che le varie soubrette presenti nei programmi sportivi nazionali siano mica delle conduttrici?”.
Allora avrai avuto di sicuro qualche proposta indecente…
“(sorride, ndr) Nessuna. Davvero, è una domanda che mi fanno spesso e tutti pensano che non risponda sinceramente. Ma è la pura verità: zero”
Il sogno nel cassetto, il personaggio che ti piacerebbe intervistare e quello che ammiri di più?
“II sogno è quello di svegliarsi ogni giorno come ora, con il sorriso e addormentarsi stanca morta, ma sempe con il sorriso. Ovviamente mi piacerebbe intervistare Valentino Rossi, credo sia una grande comunicatore. Poi ho sempre ammirato Lance Armstrong, la prima volta che ho dovuto presentarlo ero emozionatissima".
Sei rientrata da poco dall’Australia. Il primo Mondiale senza il Ballero, cosa è mancato a Pozzato per vincere?
“Ballerini è uno dei migliori uomini che abbia conosciuto e non parlo solo del mondo del ciclismo. Era uno di quelli che facevo fatica a presentare elencando solo i suoi prestigiosissimi successi. Il suo ricordo è ancora vivo nella carovana. Ed in tal senso credo sia da valutare in maniera positiva anche il quarto posto di Pozzato. Io che ho avuto la possibilità di vivere questa esperienza posso tranquillamente affermare che la squadra era molto unita. Lo ha dimostrato anche la presenza delle due riserve sul tracciato con le radioline. Credo che a Pozzato non si possa rimproverare nulla”.
Tre nomi per ultimo impegno della stagione, il Giro di Lombardia
“Scarponi, Pozzato e Nibali, poi partirò per il Cile. Voglio andare a vedere come sarà il rientro e il reinserimento dei 33 minatori quando la pressione mediatica si sarà affievolita”.
Questa è Barbara Pedrotti. E pensare che sognava di fare il geometra…
Sfoglia l'album del ciclismo
Barbara Pedrotti, la pin-up che dà la voce al ciclismo
di LUIGI VACCARIELLO
“Da piccola sognavo di fare il geometra”, Barbara Pedrotti si presenta così. Con una risposta che non ti aspetteresti mai da un’avvenente ragazza di 28 anni che sfiora il metro e 80, con un passato da modella timida e introversa alle spalle e un presente da conduttrice televisiva e speaker ufficiale al Giro d’Italia solare ed estroversa. Ma lei è un maschiaccio mancato (la definizione non le piace molto, ndr) “Sono cresciuta con i miei cugini, a differenza delle altre ragazzine che giocavano con le bambole, io vivevo con il poster di Valentino Rossi appeso nella cameretta”. Frizzante, simpatica, appariscente, anche se lei dice che lavora in un gabbiotto dove nessuno la vede, Barbara è un fiume in piena, una che, travolta dalla sua passione per lo sport inonda di notizie gli appassionati di ciclismo alle partenze e agli arrivi della corsa rosa. Barbara, che dopo il Giro di Lombardia partirà per il Cile per seguire il ritorno a casa dei minatori di Copiapo, è una professionista attenta che non si fa problemi a parlare dei suoi sogni da conduttrice (“Mi piace Ilaria D’Amico”), delle difficoltà di una donna a lavorare in un ambiente maschilista e di doping. Ed è proprio da questo scottante tema che partiamo.
Cosa pensi delle dichiarazioni di Torri sul doping?
“Credo sia sbagliato generalizzare. Il doping è una cosa tremenda, che fa male alla salute. Una brutta scorciatoia nei confronti di quei tifosi che si arrampicano su colline e monti per assistere allo spettacolo del ciclismo. Questo però non è un male che riguarda solo il ciclismo, ma tutti gli sport. In tal senso credo che bisognerebbe ritrovarsi a livello internazionale e decidere in modo univoco per tutti gli sport e le federazioni del mondo”.
Capito, ma secondo te esiste il doping nel ciclismo?
“Premesso che io faccio un lavoro, la speaker tecnica, che non mi porta a stare a stretto contatto con medici e pseudo santoni, dico che leggo i giornali. Le scorciatoie esistono in tutti gli ambienti, lavorativi quanto sportivi. La vita comune è piena di persone che provano a raggiungere determinati obiettivi bruciando le tappe”.
Tipo Riccò? E del caso Contador che idea ti sei fatta?
“Riccò ha sbagliato, ha ammesso le sue colpe. E secondo quanto previsto dalle attuali norme è giusto che abbia la possibilità di ripartire. Il caso Contador è particolare. Ero in Australia quando è partito il tam-tam delle voci. Quando l’ho letto sui giornali mi ha fatto molto male. Spero che riesca a dimostrare di essere pulito, se invece non dovesse riuscirci è giusto che paghi”.
Speaker, conduttrice tv, e un po’ giornalista. Come hai cominciato?
“Ho capito che volevo fare la conduttrice a 13 anni durante una sfilata. Guardavo impalata il presentatore. Pendevo dalle sue labbra. M’incuriosisce molto il vostro lavoro, ma non credo di essere portata per il giornalismo. Sono una grande appassionata di sport. Pensa che prima, che il lavoro mi assorbisse appieno, il sabato e la domenica mi rinchiudevo in casa per la MotoGp. Ma adoro tutti gli sport. Ho iniziato come speaker a 16 anni riuscendo così a conciliare due passioni. Ho cominciato con l’atletica, poi mountain bike, ciclismo e arrampicata ai Mondiali. Ricordo ancora quando mi ha chiamato Zomegnan nel 2008, pensavo a uno scherzo. Invece il 20 maggio dello stesso anno ho presentato la mia prima crono”.
Tappa e vincitore?
“Pesaro-Urbino e ha vinto Marzio (Bruseghin)”.
Che memoria. E chi è il tuo modello?
“Grazie. Come conduttrice mi piace tantissimo Ilaria D’Amico. Ha stile in tutto quello che fa. E’ una donna elegante, dinamica, grintosa. Ti assicuro che è davvero difficile fare questo lavoro in un ambiente come quello dello sport e lei è sempre bravissima. Si nota la stima che provano per lei le persone che intervista”.
Cioè, spiegati meglio. Starai mica parlando di maschilismo?
“Direi proprio di sì. C’è il solito preconcetto che la donna non capisca di sport, figurati parlarne. Il nostro ambiente è di per sé molto maschilista. Vorrai mica dirmi che le varie soubrette presenti nei programmi sportivi nazionali siano mica delle conduttrici?”.
Allora avrai avuto di sicuro qualche proposta indecente…
“(sorride, ndr) Nessuna. Davvero, è una domanda che mi fanno spesso e tutti pensano che non risponda sinceramente. Ma è la pura verità: zero”
Il sogno nel cassetto, il personaggio che ti piacerebbe intervistare e quello che ammiri di più?
“II sogno è quello di svegliarsi ogni giorno come ora, con il sorriso e addormentarsi stanca morta, ma sempe con il sorriso. Ovviamente mi piacerebbe intervistare Valentino Rossi, credo sia una grande comunicatore. Poi ho sempre ammirato Lance Armstrong, la prima volta che ho dovuto presentarlo ero emozionatissima".
Sei rientrata da poco dall’Australia. Il primo Mondiale senza il Ballero, cosa è mancato a Pozzato per vincere?
“Ballerini è uno dei migliori uomini che abbia conosciuto e non parlo solo del mondo del ciclismo. Era uno di quelli che facevo fatica a presentare elencando solo i suoi prestigiosissimi successi. Il suo ricordo è ancora vivo nella carovana. Ed in tal senso credo sia da valutare in maniera positiva anche il quarto posto di Pozzato. Io che ho avuto la possibilità di vivere questa esperienza posso tranquillamente affermare che la squadra era molto unita. Lo ha dimostrato anche la presenza delle due riserve sul tracciato con le radioline. Credo che a Pozzato non si possa rimproverare nulla”.
Tre nomi per ultimo impegno della stagione, il Giro di Lombardia
“Scarponi, Pozzato e Nibali, poi partirò per il Cile. Voglio andare a vedere come sarà il rientro e il reinserimento dei 33 minatori quando la pressione mediatica si sarà affievolita”.
Questa è Barbara Pedrotti. E pensare che sognava di fare il geometra…
Sfoglia l'album del ciclismo