Barbara Berlusconi: "Il Milan è l'avatar di mio padre"
GossipLa figlia del premier, che intanto ha preso possesso di un ufficio nella sede milanista, parla a Vanity Fair. "Entro nel Milan perché vorrei capire sul campo alcune dinamiche in una realtà d'impresa molto complessa". GUARDA L'ALBUM
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"L'unico presidente è Silvio Berlusconi. Mi sembra prematuro pensare a una sostituzione. Entro nel Milan perché vorrei capire sul campo alcune dinamiche in una realtà d'impresa molto complessa. E poi c'è la tutela dell'interesse della mia famiglia, che continua ad appassionarsi in modo diretto alla squadra".
Così Barbara Berlusconi, in un'intervista a Vanity Fair in edicola mercoledì, risponde alla domanda se sara' lei il prossimo presidente del Milan. Barbara spiega cosa sia per lei il Milan. "Per me è l'avatar di mio padre. Lui ha con la squadra un legame sentimentale molto forte, perché rappresenta in modo immediato il successo che è stato in grado di conseguire in tutti i settori in cui ha operato. Per me è un'opportunità di crescita professionale perché, pur essendo tifosa, so tenere i nervi saldi. Infatti mi concentrerò soprattutto sull'aspetto gestionale".
La figlia del premier, che intanto ha preso possesso di un ufficio nella sede milanista, parla anche dell'amministratore delegato Adriano Galliani. "Che tipo è? Un perno insostituibile nel Milan. E, per me, una risorsa da cui imparare. Penso sia uno dei dirigenti sportivi più capaci, ha alle spalle un'esperienza trentennale e una storia di manager di successo: non dimentichiamoci che lui è l'uomo dei tralicci delle nostre tv commerciali". Barbara Berlusconi spiega quale sarà il suo ruolo: "In tutte le cose, anche in quelle che funzionano, credo sia importante un punto di vista che possa proporre novità costruttive e migliorative in una realtà certamente solida, ma ancora molto tradizionale. Al Milan non deve mancare questo input, che spero di portare un po' alla volta".
Eppure sembrava che la famiglia Berlusconi si volesse disfare del Milan. Si era parlato di vendita. "Non abbiamo pensato di fare un passo indietro. Però c'è stata una corretta valutazione dei costi e degli sprechi. Guadagnare con
il calcio in Italia è ancora un'utopia, ma si può essere più certi di impiegare il denaro massimizzandone le potenzialità". Il 20 febbraio febbraio prossimo saranno 25 anni che la proprietà del Milan è della famiglia Berlusconi.
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"L'unico presidente è Silvio Berlusconi. Mi sembra prematuro pensare a una sostituzione. Entro nel Milan perché vorrei capire sul campo alcune dinamiche in una realtà d'impresa molto complessa. E poi c'è la tutela dell'interesse della mia famiglia, che continua ad appassionarsi in modo diretto alla squadra".
Così Barbara Berlusconi, in un'intervista a Vanity Fair in edicola mercoledì, risponde alla domanda se sara' lei il prossimo presidente del Milan. Barbara spiega cosa sia per lei il Milan. "Per me è l'avatar di mio padre. Lui ha con la squadra un legame sentimentale molto forte, perché rappresenta in modo immediato il successo che è stato in grado di conseguire in tutti i settori in cui ha operato. Per me è un'opportunità di crescita professionale perché, pur essendo tifosa, so tenere i nervi saldi. Infatti mi concentrerò soprattutto sull'aspetto gestionale".
La figlia del premier, che intanto ha preso possesso di un ufficio nella sede milanista, parla anche dell'amministratore delegato Adriano Galliani. "Che tipo è? Un perno insostituibile nel Milan. E, per me, una risorsa da cui imparare. Penso sia uno dei dirigenti sportivi più capaci, ha alle spalle un'esperienza trentennale e una storia di manager di successo: non dimentichiamoci che lui è l'uomo dei tralicci delle nostre tv commerciali". Barbara Berlusconi spiega quale sarà il suo ruolo: "In tutte le cose, anche in quelle che funzionano, credo sia importante un punto di vista che possa proporre novità costruttive e migliorative in una realtà certamente solida, ma ancora molto tradizionale. Al Milan non deve mancare questo input, che spero di portare un po' alla volta".
Eppure sembrava che la famiglia Berlusconi si volesse disfare del Milan. Si era parlato di vendita. "Non abbiamo pensato di fare un passo indietro. Però c'è stata una corretta valutazione dei costi e degli sprechi. Guadagnare con
il calcio in Italia è ancora un'utopia, ma si può essere più certi di impiegare il denaro massimizzandone le potenzialità". Il 20 febbraio febbraio prossimo saranno 25 anni che la proprietà del Milan è della famiglia Berlusconi.