Di Natale non cambia idea: "Per i gay è più dura giocare"

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L'attaccante dell'Udinese è tornato sulla questione dell'outing dei gay nel calcio (Foto Getty)
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L'attaccante aveva già detto no all'outing dei calciatori gay, in contrasto con il ct che considera il tabù razzismo: "Quello era il mio pensiero e lo ribadisco. Poi ognuno può pensarla come vuole...". E dopo l'Europeo, Totò potrebbe smettere

"Quello era il mio pensiero e lo ribadisco. Poi ognuno può pensarla come vuole...". Calcio, omosessualità e outing: il tema è tornato di attualità nelle settimane scorse, quando il ct azzurro Cesare Prandelli, nella prefazione di un libro, si è schierato per i pari diritti e la libertà di vivere la propria sessualità. Ma Antonio Di Natale, attaccante dell'Udinese della Nazionale, aveva invece ribadito la convinzione di chi pensa che nel calcio sia meglio non rivelare l'omosessualità.

"Mi chiedete cosa ne penso degli ultrà che fanno togliere la maglia ai giocatori del Genoa - ha ribadito oggi da Coverciano, Di Natale - cosa pensate che succederebbe per un calciatore che si dichiari? Sarebbe poi difficile andare a giocare... Non scherziamo...".

L'Europeo, e poi forse l'addio. Anche se non immediatissimo. Di Natale conferma di pensare alla fine della sua carriera. "Ho ancora un anno di contratto con l'Udinese - dice l'attaccante - ma per continuare ci vuole la voglia. Era un pensiero che avevo già fatto, negli ultimi 20 giorni di campionato ho giocato cinque partite. E' un ritmo troppo alto. Non c'entra la morte di Morosini: ho due bambini, vorrei stare piu' tempo con loro. Ora giochiamo l'Europeo, poi ci pensiamo".

E in Polonia, Di Natale non si sente seconda scelta azzurra: "Bomber di scorta? No, non sono qui per fare una vacanza. Ovvio che sia a disposizione di Prandelli ma vengo in azzurro per giocare. Magari con Cassano e Balotelli...".