In un'intervista a GQ l'ex campione del nuoto, ritiratosi dopo le Olimpiadi di Londra, rivela: "Avere dei figli, questo mi manca. I record li ho avuti tutti". E ancora: "Voglio aiutare il mio sport, non sparirò come Spitz"
Michael Phelps cerca un'altra medaglia, quella della vita. E sogna una famiglia e dei figli. "A ventisette anni rifletto, mi guardo indietro - dice dopo Londra e il ritiro dall'attività agonistica l'asso americano del nuoto, in un'intervista a GQ - Era questo il mio progetto. Ottenere tutti i risultati che mi ero prefisso e ritirarmi prima dei trent'anni. Ho rispettato la tabella di marcia".
E non cambia idea sul ritiro neanche di fronte all'ipotesi di un altro record da battere. "No, non è questione di record. Ho avuto tutti quelli che volevo. E' che ho l'impressione esista altro. Che la vita abbia in serbo qualcosa di più soddisfacente di un altro record. Per esempio, avere una famiglia, dei figli. Le medaglie le ho, queste cose mi mancano".
Phelps racconta di aver scoperto, fuori dall'acqua, "la libertà. Ho passato vent'anni a fare cinque ore in piscina tutti i santi giorni". Troppa libertà non spaventa? "Per adesso mi piace - la risposta del campione di Baltimora - Quando nuotavo, in quelle cinque ore non pensavo a niente, svuotavo la testa. Sembra una cosa zen, tipo meditazione, ma è quel che facevo. Adesso penso, la mattina, quando resto a letto, invece di andare in piscina".
"Sparire dalla circolazione come fece Spitz? Io sono diverso - conclude Phelps - più come Michael Jordan: voglio aiutare il mio sport a crescere e quindi voglio stare tra la gente. Cosa mi aiuterà a vincere anche fuori dall'acqua? La stessa cosa che mi ha aiutato in acqua: la volontà".
E non cambia idea sul ritiro neanche di fronte all'ipotesi di un altro record da battere. "No, non è questione di record. Ho avuto tutti quelli che volevo. E' che ho l'impressione esista altro. Che la vita abbia in serbo qualcosa di più soddisfacente di un altro record. Per esempio, avere una famiglia, dei figli. Le medaglie le ho, queste cose mi mancano".
Phelps racconta di aver scoperto, fuori dall'acqua, "la libertà. Ho passato vent'anni a fare cinque ore in piscina tutti i santi giorni". Troppa libertà non spaventa? "Per adesso mi piace - la risposta del campione di Baltimora - Quando nuotavo, in quelle cinque ore non pensavo a niente, svuotavo la testa. Sembra una cosa zen, tipo meditazione, ma è quel che facevo. Adesso penso, la mattina, quando resto a letto, invece di andare in piscina".
"Sparire dalla circolazione come fece Spitz? Io sono diverso - conclude Phelps - più come Michael Jordan: voglio aiutare il mio sport a crescere e quindi voglio stare tra la gente. Cosa mi aiuterà a vincere anche fuori dall'acqua? La stessa cosa che mi ha aiutato in acqua: la volontà".