Madame Polansky: "Che bella rivincita a teatro, come il Psg"
GossipIl dramma teatrale Le retour con Emmanuelle Seigner, Louis Garrel e Bruno Ganz, che ha incantato anche Milano, paragonato dai critici a Ibra & Co.: non una vera squadra, ma una compagnia di primattori. Visti i risultati, però... LE FOTO
di Alfredo Corallo
Quando lo scorso ottobre Le retour (dramma teatrale di Harold Pinter) debuttò all'Odeon di Parigi, i critici più raffinati paragonarono il cast dello spettacolo al Paris Saint-Germain delle nuove stelle Ibrahimovic, Lavezzi e Thiago Silva: ensemble di primattori, ma di difficile coesistenza (e per fortuna che Lucas e Beckham dovevano ancora arrivare). Insomma il flop della stagione precedente con la Ligue 1 finita clamorosamente ai "poveri" del Montpellier non era stato affatto digerito dai censori transalpini.
Così Carlo Ancelotti diventava il regista Luc Bondy e Bruno Ganz, Emmanuelle Seigner, Pascal Greggory e Louis Garrel i top player pagati a peso d'oro dallo sceicco Al Khelaifi. Certo è che alla fine vinceranno il terzo titolo della loro storia (mancava dal '94) e con un paio di giornate d'anticipo. E i protagonisti della piece scritta nel '65 hanno riempito il teatro per due mesi abbondanti, spingendosi anche oltre i confini nazionali (Ibra e compagni si sono allungati fino a Barcellona, ai quarti di Champions).
Lo scorso weekend gli attori erano al "Piccolo" di Milano e l'inarrivabile Emmanuelle non ci ha negato una battuta all'uscita dallo Strehler, qualche ora prima di apprendere della vittoria dei francesi. "Noi come il Psg? Io non seguo molto il calcio, ma sicuramente è stata una bella rivicincita per entrambi. E poi sono parigina, quindi vale doppio...". La moglie di Roman Polansky è tra le star più attese a Cannes nel noir "Venus in fur" (Venere in pelliccia) diretto proprio dal marito, Palma d'oro nel 2002 con "Il pianista". Anche stavolta interpreterà una femme fatale, come la Michelle di "Frantic" (da vertigini il ballo con Harrison Ford al ritmo del morriconiano "Libertango" di Grace Jones) e l'imprevedibile Mimì di "Luna di fiele", entrambi film del regista di origine polacca.
A teatro la Seigner è Ruth, quel modello di donna che i francesi chiamerebbero "allumeuse", provocatrici che accendono le fantasie erotiche maschili rimanendo cinicamente padrone del gioco. Con lei, sul palco, il sex symbol Louis Garrel, figlio del ménage a trois di "The Dreamers" del maestro Bernardo Bertolucci. In scena è un pugile, meglio non stuzzicarlo troppo (ma è lui che sfotte). "Di calcio non so nulla, non sapevo neanche che il Psg fosse primo in classifica. Ibrahimovic? Giuro, non so chi sia!"
A Ganz, tra gli interpreti più ammirati in Germania (in Italia ne abbiamo apprezzato la vena tragicomica in "Pane e tulipani") chiediamo un pronostico sulla finale di Champions, il derby tedesco Bayern Monaco-Borussia Dortmund del 25 maggio. "I bavaresi sembrano imbattibili - spiega, appena svestiti i panni del vecchio macellaio di Pinter - ma io tifo per i gialli. Le sembrerà bizzarro detto da me, ma speriamo non finisca in una mattanza...".
Quando lo scorso ottobre Le retour (dramma teatrale di Harold Pinter) debuttò all'Odeon di Parigi, i critici più raffinati paragonarono il cast dello spettacolo al Paris Saint-Germain delle nuove stelle Ibrahimovic, Lavezzi e Thiago Silva: ensemble di primattori, ma di difficile coesistenza (e per fortuna che Lucas e Beckham dovevano ancora arrivare). Insomma il flop della stagione precedente con la Ligue 1 finita clamorosamente ai "poveri" del Montpellier non era stato affatto digerito dai censori transalpini.
Così Carlo Ancelotti diventava il regista Luc Bondy e Bruno Ganz, Emmanuelle Seigner, Pascal Greggory e Louis Garrel i top player pagati a peso d'oro dallo sceicco Al Khelaifi. Certo è che alla fine vinceranno il terzo titolo della loro storia (mancava dal '94) e con un paio di giornate d'anticipo. E i protagonisti della piece scritta nel '65 hanno riempito il teatro per due mesi abbondanti, spingendosi anche oltre i confini nazionali (Ibra e compagni si sono allungati fino a Barcellona, ai quarti di Champions).
Lo scorso weekend gli attori erano al "Piccolo" di Milano e l'inarrivabile Emmanuelle non ci ha negato una battuta all'uscita dallo Strehler, qualche ora prima di apprendere della vittoria dei francesi. "Noi come il Psg? Io non seguo molto il calcio, ma sicuramente è stata una bella rivicincita per entrambi. E poi sono parigina, quindi vale doppio...". La moglie di Roman Polansky è tra le star più attese a Cannes nel noir "Venus in fur" (Venere in pelliccia) diretto proprio dal marito, Palma d'oro nel 2002 con "Il pianista". Anche stavolta interpreterà una femme fatale, come la Michelle di "Frantic" (da vertigini il ballo con Harrison Ford al ritmo del morriconiano "Libertango" di Grace Jones) e l'imprevedibile Mimì di "Luna di fiele", entrambi film del regista di origine polacca.
A teatro la Seigner è Ruth, quel modello di donna che i francesi chiamerebbero "allumeuse", provocatrici che accendono le fantasie erotiche maschili rimanendo cinicamente padrone del gioco. Con lei, sul palco, il sex symbol Louis Garrel, figlio del ménage a trois di "The Dreamers" del maestro Bernardo Bertolucci. In scena è un pugile, meglio non stuzzicarlo troppo (ma è lui che sfotte). "Di calcio non so nulla, non sapevo neanche che il Psg fosse primo in classifica. Ibrahimovic? Giuro, non so chi sia!"
A Ganz, tra gli interpreti più ammirati in Germania (in Italia ne abbiamo apprezzato la vena tragicomica in "Pane e tulipani") chiediamo un pronostico sulla finale di Champions, il derby tedesco Bayern Monaco-Borussia Dortmund del 25 maggio. "I bavaresi sembrano imbattibili - spiega, appena svestiti i panni del vecchio macellaio di Pinter - ma io tifo per i gialli. Le sembrerà bizzarro detto da me, ma speriamo non finisca in una mattanza...".