Joel Kelso e il talento del metodo

Notare qualcuno di diverso da David Alonso in Moto3 dopo sette vittorie stagionali è veramente difficile, perché il pilota colombiano ruba lo sguardo in ogni situazione e con ogni metodo, sia nelle prove, che affronta sempre da solo senza curarsi dei vantaggi della scia, sia in gara dove è riuscito a vincere in fuga, in gruppo, con sorpassi di fuoco all'ultimo giro e anche con un long lap da scontare. Alonso sembra imbattibile, e se proprio dobbiamo far caso a qualcuno di diverso da lui, è ovvio che gli altri piloti che brillano siano quelli che, insieme a lui, stanno più spesso sul podio. Ortolá, Veijer, Holgado, insieme ad Alonso hanno lasciato briciole agli altri piloti, raramente il podio è composto da qualcuno di diverso da questi quattro. Ecco perché scoprire la velocità di Joel Kelso è un esercizio che richiede impegno, nel 2024. Kelso non è giovanissimo come Alonso, ha tre anni in più. Viene da lontano, dall'Australia, e questo lo accomunerebbe ad Alonso, se non fosse che il colombiano è nato e cresciuto in Spagna. Non ha percorso la strada più comune, quella delle competizioni del ‘road to MotoGp’, di cui fanno parte la Red Bull Rookies Cup, vinta da Alonso in passato, o la Asia Talent Cup a cui partecipano anche i migliori ragazzini dell'Oceania. Non si è trasferito direttamente in Spagna, ma è prima passato dall'Italia, dal Civ, e in questo la strada che ha battuto è paragonabile a quella di Collin Veijer. E quando è andato in Spagna, si è trasferito a Mallorca, piuttosto che nelle più dotate Valencia e Barcellona, parchi giochi per piloti bisognosi di allenamento. Soprattutto, Kelso non ha il dono dell'esplosività: il suo è un talento di metodo più che di istinto, e non è un caso che il suo cammino verso la prima vittoria debba ancora raggiungere il traguardo mentre i ragazzi che attualmente dominano la Moto3 siano arrivati sul centro del podio quasi tutti al loro primo anno. Kelso è arrivato al motomondiale che non era da motomondiale, non aveva mai vinto neppure nel JuniorGp, ma quel doppio weekend da sostituto di Kofler infortunato nel 2021, passato tra Sachsenring e Assen, gli ha fatto capire qualche segreto decisivo per tornare al mondiale junior e vincere immediatamente, alla prima occasione, a Portimão. Con una seconda vittoria a fine stagione ha conquistato la fiducia per entrare in Moto3 a tempo pieno, ma a fine 2023, nonostante il primo podio in carriera a casa sua a Phillip Island, ha rischiato di interrompere la sua storia. Non c'era posto per Kelso, non c'era neanche budget, poi trovato con l'aiuto di qualche benefattore che gli ha dato una chance appoggiandolo alla struttura del team Boé per il 2024. E Kelso ha sfruttato l'occasione non tanto con i risultati, ma ancora una volta con il metodo. Ha cominciato a lavorare da solo, a essere veloce senza bisogno di aiuti, senza scie, come Alonso: eccolo finalmente un punto in comune con lo sfavillante leader del campionato. Si è già trovato una sistemazione per il 2025, primo tra tutti i suoi colleghi della Moto3, proprio nella squadra in cui in Italia aveva cominciato la sua carriera europea, il team Mta di Alessandro Tonucci. Ha percorso quasi tutte le gare nel gruppo di testa, senza mai emergere rispetto agli altri a causa di una guida che tende a rovinare prima degli altri le gomme: d'altronde Kelso non smette mai di imparare, e questo dovrà fare per vincere. A differenza di altri piloti, non ha mai pensato a un salto precoce verso la Moto2. Perché sente di dover essere all'altezza di Alonso in Moto3 prima di sognare di avanzare verso la meta finale della MotoGp. E in Austria, mentre Alonso sbianchettava tutti gli altri nomi dalle liste dei potenziali fenomeni da tener d'occhio, lasciando in evidenza solo il suo, Kelso, senza pole e senza podio, ha messo un altro tassello sulla sua strada. Record della pista, unico pilota della storia della Moto3 a scendere sotto l'1.40 al Red Bull Ring, ovviamente senza scie. Non è ancora sufficiente per vincere, ma d'altra parte il più illustre degli australiani da corsa, Casey Stoner, in 125cc aveva vinto solo due volte. Kelso non sarà mai Stoner. Sarebbe un'eresia vaticinare qualcosa del genere. Ma pensare che possa diventare il prossimo campione del mondo australiano, magari in Moto3, non è un pensiero sospinto solo dall'ultimo caldo di agosto.