Quando in Australia si correva a Eastern Creek

Phillip Island col suo tracciato spettacolare, meraviglioso, difficile e la sua inimitabile posizione affacciata sullo stretto di Bass che divide l’Australia dalla Tasmania è probabilmente il circuito più bello del mondo. Il primo Gran Premio d’Australia si è disputato nel 1989, sempre sull’isola di Filippo, seguito da quello del 1990. Era il periodo di Wayne Gardner, campione della 500 nel 1987, primo australiano a riuscirci le cui immagini scontornate a grandezza naturale si vedevano in molti bar a pubblicizzare una birra. Allora si poteva, c’erano alcolici e sigarette su praticamente tutte le moto: un altro mondo. Dopo quei primi due anni, il GP d’Australia si è però spostato da Phillip Island, nei ‘pressi’ di Melbourne a Eastern Creek, vicino a Sydney. La spettacolarità del circuito sull’isola non era paragonabile, ma per altri aspetti Eastern Creek era addirittura meglio, comunque molto diverso. Già perché se l’unicità e la bellezza di Phillip Island sta soprattutto nel suo snodarsi in un panorama mozzafiato e bellissimo, tra mare, prati e cielo, Eastern Creek dalla sua aveva una posizione molto vicina ad una città bellissima come Sydney. Il tracciato era situato nella periferia della capitale del New South Galles vicino ad una cittadina chiamata Parramatta, come il fiume che l’attraversava. Ed era proprio questa sua posizione a rendere il GP un appuntamento bellissimo: si poteva andare a Sydney in auto, in treno/metropolitana e pure in traghetto che attraversando la bellissima baia, se volevi ti portava vicino all’Opera House, quel magnifico esempio di architettura moderna. Sydney, ovviamente, era molto più divertente e offriva un sacco di alternative in più di Cowes, sull’isola. Poter andare a cena in ristoranti diversissimi, di ogni tipo di cultura, frequentare bar e pub storici, fare shopping in centri commerciali allora ancora relativamente piccoli, con articoli tipicamente ‘aussie’ era divertente, interessante e pure piuttosto economico su certi oggetti di lana, o sugli impermeabiloni… Ricordo che c’era, allora non ne avevo mai visti in altri luoghi, un ristorante fatto a macelleria: si entrava, si occupava un tavolo con barbecue annesso in uno spazio aperto, si sceglieva in ‘negozio’ il taglio che si preferiva e si cuoceva a proprio gusto. Tutto il resto, cioè salse, verdure, cereali, frutta era self-service. C’era una senape che mi fa bruciare la bocca e sudare ancora soltanto a pensarci più di trent’anni dopo… Ma Sydney era bella da girare a piedi, spettacolare la sua baia, la sua parte che nei nomi dei posti, ricorda omonimi luoghi di Londra. Ma anche Parramatta era abbastanza accogliente con buoni e vari ristoranti e prezzi migliori. All’Eastern Creek Raceway si è corso dal 1991 al ’96 compresi, quindi non pochissimo, prima di tornare definitivamente a Phillip Island. Il primo Gran Premio in questo circuito l’ha vinto Wayne Rainey con Capirossi e Cadalora vincitori rispettivamente nella 125 e 250. Cadalora ha vinto anche nel ’92, sempre in due e mezzo, mentre Biaggi nel ‘94 e ’96 . Nel 1996 Loris Capirossi ha vinto in 500 regalando la prima vittoria da team manager a Wayne Rainey, che proprio lì aveva vinto la prima gara nel ’91. È stato un successo imprevisto, arrivato all’ultimo giro quando Doohan e Criville con le Honda, che stavano lottando per la vittoria, si sono toccati cadendo e Loris ha vinto con la Yamaha. Un successo triste e bello, mi ricordo la serata a festeggiare con uno dei più grandi piloti e la sua squadra. Adesso chi festeggia a Phillip Island può scegliere tra il ristorante pizzeria ‘Pino’s Trattoria’ della Rosa, amica della famiglia Simoncelli e di molti altri componenti del circus, dall’altro italiano sull’angolo della stessa ‘main street’ che si chiama Thompson Avenue e porta al mare, cioè l’Isola di Capri, oppure in tanti luoghi dove si possono apprezzare pesce o carne. C’è anche un ottimo e grande supermercato. Insomma, non manca nulla, e c’è quell’atmosfera di luogo piccolo, raccolto, familiare anche se affacciato sull’immensità dell’oceano.

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