Bezzecchi: "La mia vita tra il cubo di Rubik e la musica di Bob Marley"

Non siamo nell'hospitality Aprilia ma in un luogo più raccolto, cuore della tua preparazione prima delle gare. È il posto più teso del weekend? "Sicuramente. Insieme al box gli ultimi minuti prima di andare in griglia. La tensione qui spinge" Valentino Rossi ricordo che sentiva Vasco prima delle corse. Tu ascolti qualcosa? "A me piace molto ascoltare la musica, nel Motorhome soprattutto e ogni mattina appena mi sveglio. Ma quando mi preparo non ascolto niente, preferisco stare in silenzio, immerso un po' nei miei pensieri" Canzone preferita di tutti i tempi? "Redemption Song di Bob Marley . Mi piace molto questo genere, mi stimola a vivere con la massima tranquillità possibile. Anche perché il nostro mondo è talmente frenetico che è prezioso stare sereni il resto del tempo. Non è facile ma ci provo. E la musica mi aiuta anche in questo senso" Ho diverse curiosità. In questa stanza ci sono diversi oggetti: un pallone da basket, una rosa di lana, un elefantino, un koala di peluche. "Sono tutti regali che mi sono stati fatti dai tifosi" E c'è anche un cubo di Rubik... "Questo è il modello classico, ma ce ne sono davvero tante varietà. Il 2x2, il 3x3, il 4x4, il 5x5, la piramide, il mega-mix. Li ho tutti. E li so fare tutti" Un'altra cosa che mi interessava è il tuo famoso diario. Cos'è? "È un libricino tecnico. In ogni stagione ne faccio uno. Alla fine di ogni giornata la routine è mettermi nel box e scrivere quello che mi è successo in pista" Una frase? "Qatar. Day 3. Buona partenza, staccato forte in curva 1. Ho cercato di gestire le gomme all'inizio ma faticavo comunque a superare. Con gomme usate continuo a sentirmi meglio e sono riuscito a recuperare un po' di posizioni" Ci dedichi del tempo, è molto bello. Secondo te cosa intende Valentino Rossi quando ha detto che i piloti sono tutti delle teste di ...? "Perché siamo tutti super orgogliosi. Per noi stessi abbiamo sempre ragione. Di base se c'è un contatto è sempre l'altro ad avere torto" Vi ritrovate giovanissimi a dover gestire dei carichi notevoli di stress mediatico e di rischi. Si cresce alla svelta a fare il pilota. "Per forza, bisogna crescere prima del tempo. Se non ci riesci non sei in grado di fare quello step per diventare forte e bravo in tutto. Oggi anche con i social devi essere preparato, perché sei fai un errore c'è subito chi ti si schiera contro. E chi ti sta contro cerca di demolirti" Di te e Marquez si parla ancora oggi... "E se ne parlerà per altri 10 anni" Ma voi l'avete seppellita? "Noi adesso ci salutiamo e parliamo senza problemi. Poi chiaramente siamo avversari. Ma è normale, tutti i piloti si sono toccati e si sono mandati a quel paese almeno una volta. C'è tanta pressione mediatica, poi la voglia di fare i risultati ti porta a metterti sotto pressione anche da solo. Dipende sempre da come l'affronti e da quanto ci tieni. A me importa molto, sono tanto autocritico con me stesso, se non vado bene in pista passo giornate a massacrarmi" Si vede, sei totalmente trasparente. "Io sono fatto così, non riesco a nasconderlo. Se qualcuno mi sta sulle scatole te ne accorgi subito" Quanto conta l'amicizia? Che rapporti hai qui in MotoGP? "È una cosa molto importante. Allenandomi con i ragazzi dell'Accademy abbiamo costruito un rapporto che nel tempo è diventato un'amicizia. Per fortuna finora le rivalità in pista non l'hanno mai rovinato, spero continui così per sempre" Facciamo un bilancio di quello che hai fatto finora. Diciamo rispetto a questo momento. "Lì avevo tipo 11 anni. Sognavo di arrivare un giorno fino a qui. Da questo punto di vista non posso che essere contento. Però ora che ci sono voglio cercare di fare bene, mentre sia la scorsa stagione sia l'inizio di questa le cose non sono state facili, perché abbiamo avuto qualche problemino che ci ha complicato il percorso. L'impegno da parte di tutti è stato alle stelle, quindi sono sicuro che arriveranno tempi migliori. Allo stesso tempo mi chiedo a volte perché non sono ancora arrivati. Perché sto facendo di tutto, e non capisco cosa mi manca" In Aprilia in questi anni ho notato un modo di vivere 'bezzecchiano' all'interno del team: genete schietta, che non ti nasconde le cose e che se può ti dà una mano. "Assolutamente sì. Ne sono rimasto molto colpito in positivo. Perché vedi proprio la passione ma anche le sofferenze. Per la prima volta ho lavorato con persone che vanno oltre la 'maschera professionale' per tutelare il pilota. Non è sempre tutto bello e tutto positivo, che va bene fino a un certo punto, fino a che incappi in una giornataccia, perché a quel punto fa ancora più male. Per la prima volta in un team ho visto anche la sofferenza" Dall'altra parte c'è il tuo amico Pecco. Vi capita di scambiarvi dei consigli? "Ci capita, anche perché ci vediamo tutti i giorni. Siamo molto legati ma siamo anche molto diversi caratterialmente: lui è sempre pacato, ragionatore, io mi butto più di impulso nelle cose. Ci diamo dei consigli, anche se sappiamo che uno non farebbe le cose come l'altro, però ci capiamo. Abbiamo una nostra intesa" Ma alla fine, fare le gare in moto è un lavoro? "Sì e no. Lo è ma non me la vivo come tale. Per me partire per una gara, nonostante tutto lo stress del viaggio e del resto, è bellissimo. Quando arrivo sono proprio contento. E anche quando magari sono un po' giù di morale mi faccio forza e mi dico 'Marco svegliati! Apprezza!', perché pensavo che sarei finito a fare il meccanico. E invece sono qua in MotoGP"

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Bezzecchi: "La mia vita tra il cubo di Rubik e la musica di Bob Marley"

Guido Meda