Rossi, il sogno continua: la nuova vita sportiva di Valentino

Ciao Vale, ben ritrovato. A Misano siamo pronti per la gara del GT World Challenge Europe, ma tu arrivi dall'altra parte dell'oceano, da San Paolo, WEC. Com'è correre con la GT3 a Interlagos e come stai soprattutto? “Sì, arriviamo dal Brasile e San Paolo è una bella pista. È una pista che capisci solo se ci vai, perché ha moltissimi saliscendi. È bella perché è su diversi livelli, è tutta incastrata. Mi ricorda un po' Sachsenring. Ci sono dei punti molto tecnici, soprattutto la prima S che è la S Senna, che c'è quella curva, no? Super parabolica in discesa. È una pista divertente. Bello, mi è piaciuta” Ormai sei un pilota collaudatissimo con le auto. Hai finito la carriera a Valencia, c'è stata un grande festa per il tuo addio al motociclismo, però poi sui social pochi giorni dopo esce fuori la foto di te con l'R8, arancione col 46. Com'è nata quest'idea? “Quando ho deciso di smettere, che più o meno è stato a giugno, io avevo già in testa da tanti anni di correre in macchina. Abbiamo parlato con un po' tutte le case, però quello più carico era Vincent, Vincent Boss, il patron di WRT, del mio team, che è venuto a Tavullia e mi ha detto che non sarebbe stato facile, perché io gli ho chiesto ‘Secondo te ce la faccio ad andare come più forti, come i pro?’. E lui mi ha detto che non sarebbe stato facile, ma di provare. Andiamo a Valencia con l'Audi, una macchina molto difficile per iniziare perché ha il posteriore un po' ballerino diciamo. È stato interessante perché tre settimane prima con la MotoGP all'ultimo giro della gara avevo fatto 31,8 e quando sono andato a girare con l'Audi ho fatto 31,8, quindi lo stesso tempo. Mi è piaciuta molto l'Audi e il team. Naturalmente ho capito che c'era tanto da imparare, però ho detto ‘Vai, partiamo’. Questo è stato l'inizio” La tua routine fisica di allenamento come è cambiata dalle moto alle macchine? “La MotoGP è più difficile fisicamente rispetto alla GT3. Però anche la GT3 è dura, perché è caldo dentro la macchina e comunque va forte, quindi bisogna essere pronti. Mi ricordo che il primo giorno quando sono andato a fare il test, dopo 50-60 giri, con il collo facevo una gran fatica. Io mi alleno sempre tutti i giorni perché mi piace, sto meglio e sono più rilassato. Mi piace essere in forma. È un allenamento molto simile, ma con la moto si fa più allenamento di fiato, diciamo. Invece con le macchine bisogna essere forti nelle spalle, per il volante, bisogna essere forti nel collo, quindi è cambiato un po', ma non tanto” Dal GT War Challenge sei passato anche al WEC. Hai la stessa auto, la BMW M4 GT3, ma hai gomme differenti e gestioni diverse. Ovviamente è un campionato diverso. Quali sono le cose che ti piacciono di uno e le cose che ti piacciono dell'altro? “Il WEC è arrivato l'anno dopo e se si vince si diventa campione del mondo WEC. C’è la 24 Ore di Le Mans e ci sono delle piste molto belle, Spa, per esempio. È un campionato diverso perché sei in pista con le Hypercar e questo cambia tanto. Oltre a guidare devi stare attento sempre agli specchietti. Le macchine vanno un pochino più piano e ci sono delle gomme diverse: le Goodyear sono molto diverse dalle Pirelli” Quale ti piace di più personalmente a livello di guida tra R8 e BMW? “Sono due macchine che più diverse di così non possono non possono essere. La prima è il motore perché l'Audi è aspirata e quindi gira in alto e fa rumore, ma sotto è un po' vuota. Invece la BMW è biturbo e sotto questo punto di vista è una macchina un po' più moderna. E poi soprattutto ha un altro balance perché la BWM ha un posteriore molto stabile, ma soffriamo con il sottosterzo. E invece l'Audi ha un anteriore da macchina da corsa, ma il posteriore è sempre un po' lì che non sai se rimane o meno. La BMW è più facile da guidare e quindi la preferisco” In moto correvi da solo, qui invece hai compagni di squadra… “Devo dirti che è stata una grande scoperta correre con degli altri perché mi piace da matti, è figo. C'è una sorta di cameratismo che si crea, è bello. Solitamente in moto o quando corri da solo, quando un altro pilota va forte, ti dispiace, cioè speri che vadano più piano. Soprattutto il compagno di squadra che è il primo 'nemico', diciamo, sportivamente. Invece qui, quando il tuo compagno va forte, sei contento. A livello di messa a punto, di solito, i piloti più bravi riescono ad avere una macchina che ha più sovrasterzo e meno sottosterzo, perché di solito il sovrasterzo è più difficile da controllare. Invece un pilota con meno esperienza tende ad avere una macchina più facile, quindi più sottosterzante. Però io sto cercando di imparare sempre di più a guidare come loro e quindi anche quello che mi serve come setting è sempre molto più simile e devo dire che non ho mai trovato grossi problemi” Torniamo al 2020, al lockdown, una fase molto brutta della nostra vita. Però noi ci siamo divertiti molto col SimRacing. Le lobby pazze con Pecco, Pasini e Charles la sera in quelle gare praticamente da film. È iniziata anche un po’ da lì la passione? “La mia storia col simulatore parte da lontanissimo. Dal 1998, secondo me, quando è uscito Gran Turismo per la PlayStation. Da lì siamo diventati subito super appassionati ed era molto divertente perché si facevano le sfide, poi c'era il gruppo su WhatsApp e le prese in giro. Quando è arrivato il lockdown, nella disperazione più totale chiusi a casa, ho deciso e ho detto ‘Dai, proviamo ad alzare il livello’. Quindi computer non più PlayStation. È stato bello. La passione arriva un po' da lì anche. All’inizio quando ho parlato con Vincent, gli ho detto che avrei voluto correre a Bathurst perché ci si girava con la PlayStation con Gran Turismo” Ti alleni tanto ancora con il simulatore? “Mi alleno prima di partire, cerco di fare almeno due-tre orette perché così almeno nel primo turno sono più pronto. Devo dire che da quando ho due bambine il tempo per il simulatore è un po' meno perché quando sono a casa cerco di stare con loro. Però quando dormono la sera ogni tanto ce la faccio” Correre a Misano in mezzo al pubblico di casa, in mezzo a tutti i tuoi amici e con la macchina dopo due vittorie... Che emozione è? “Misano è sempre stato speciale. C’è la mia famiglia, ci sono i miei amici ed è figo. Arrivando da due anni di fila dove sono riuscito a vincere diventa sempre più difficile perché la pressione è più alta e gli avversari cercano ancora di più di non farmi vincere. Sarà dura e tante cose devono andare dritte, però ci proviamo dai” Da quando hai iniziato nel 2022 hai creato questa moda del GT che adesso vogliono fare un po’ tutti. Ti senti un po' 'colpevole' di aver creato una moda? “Sono contento perché la cosa più bella che ho fatto per la MotoGP è stata proprio quella, no? Fare appassionare tantissima gente allo sport che amo. Quindi è stata la mia più grande vittoria. Sono molto fiero se per seguirmi, la gente si appassiona a queste gare” Quando una sfida con paga con il tuo amico Lewis Hamilton? “Sarebbe bello, mi piacerebbe fare una gara con lui, Lando Norris o anche con Kimi Antonelli. Ma forse mi piacerebbe più correrci insieme che contro. Anche Verstappen delle volte mi scrive dopo le gare per chiedermi come è andata” Com’è avere un team in MotoGP? “Devo dire che mi piace di più correre. Non mi vedrei a dover andare a tutte le gare di MotoGP a vedere correre gli altri, perché mi dà troppo gusto scendere in pista. Però avere un team è bellissimo, è una grande esperienza con tutti i miei collaboratori. È una bella responsabilità quando vedi le tue moto scendere in pista, soprattutto con i tuoi piloti dell'Academy. Mi piace tifare, quando arrivano davanti è una bella emozione” In bocca al lupo per il weekend allora… “Crepi il lupo, mi aspetto una grande performance da voi in cabina di commento, quindi scaldate l'ugola che noi proviamo a scaldare le gomme”.

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Ivan Nesta