Nba, aperto procedimento per togliere i Clippers a Sterling
NBAL'accusa è di avere "danneggiato la lega e la sua squadra con i suoi commenti razzisti" e di avere tenuto un comportamento "che ha compromesso il suo rapporto con i tifosi e i partner commerciali"
L'Nba apre un procedimento nei confronti di Donald Sterling, il proprietario dei Los Angeles Clippers, accusato di avere "danneggiato la lega e la sua squadra con i suoi commenti razzisti" e di avere tenuto un comportamento "che ha compromesso il suo rapporto con i tifosi e i partner commerciali". L'Nba ha fissato un'udienza di due giorni, con inizio il 3 giugno a New York. Saranno poi i proprietari delle altre franchigie a decidere con il proprio voto se togliere a Sterling la proprietà dei Clippers.
Il n.1 della franchigia californiana, già squalificato a vita dopo la bufera che lo ha travolto, avrà tempo fino al 27 maggio per rispondere alle accuse. Per privarlo della proprietà dei Clippers servirà il voto favorevole del 75% degli altri 29 'owners' Nba. Sterling, n.1 dei Clippers dal 1981, è finito nei guai dopo la pubblicazione di una conversazione telefonica in cui dice alla sua compagna di non portare persone di colore ("nemmeno Magic Johnson") alle partite dei Clippers.
Secondo l'Nba "il signor Sterling ha denigrato gli afroamericani e le minoranze" con le sue affermazioni. L'articolo 13 dello statuto Nba stabilisce che il proprietario di una franchigia può essere escluso per "inadempienza ai propri obblighi contrattuali con l'associazione, i suoi membri, i giocatori o qualsiasi altra terza parte".
Tra le conseguenze delle affermazioni razziste di Sterling c'è anche la fuga di alcuni sponsor dei Clippers. "Le azioni e le posizioni assunte dal signor Sterling compromettonogli sforzi della Nba per promuovere la diversità e l'inclusione, danneggiano il rapporto della Nba con i suoi fans e creano danni ai proprietari Nba, i giocatori e il personale dei Clippers", afferma la lega statunitense.
Il n.1 della franchigia californiana, già squalificato a vita dopo la bufera che lo ha travolto, avrà tempo fino al 27 maggio per rispondere alle accuse. Per privarlo della proprietà dei Clippers servirà il voto favorevole del 75% degli altri 29 'owners' Nba. Sterling, n.1 dei Clippers dal 1981, è finito nei guai dopo la pubblicazione di una conversazione telefonica in cui dice alla sua compagna di non portare persone di colore ("nemmeno Magic Johnson") alle partite dei Clippers.
Secondo l'Nba "il signor Sterling ha denigrato gli afroamericani e le minoranze" con le sue affermazioni. L'articolo 13 dello statuto Nba stabilisce che il proprietario di una franchigia può essere escluso per "inadempienza ai propri obblighi contrattuali con l'associazione, i suoi membri, i giocatori o qualsiasi altra terza parte".
Tra le conseguenze delle affermazioni razziste di Sterling c'è anche la fuga di alcuni sponsor dei Clippers. "Le azioni e le posizioni assunte dal signor Sterling compromettonogli sforzi della Nba per promuovere la diversità e l'inclusione, danneggiano il rapporto della Nba con i suoi fans e creano danni ai proprietari Nba, i giocatori e il personale dei Clippers", afferma la lega statunitense.