Warriors dominanti, momento no per i Clippers
NBANonostante la brutta serata al tiro, Golden State non ha problemi nel battere i rivali della Western Conference sul loro campo. È la settima vittoria consecutiva degli Warriors sui Clippers, che contro Curry e soci non vincono da due anni
Dando un’occhiata veloce al tabellino finale della partita tra Clippers e Warriors senza guardare il punteggio, verrebbe da pensare a una comoda vittoria dei padroni di casa. D’altronde, quando un tiratore del calibro di Steph Curry chiude con 0/8 da tre punti (seconda volta che gli capita in stagione, sempre allo Staples Center) e un realizzatore come Kevin Durant sbaglia 12 dei 17 tiri tentati (prima volta che finisce con meno punti che tiri), verrebbe da pensare che una sconfitta sia quasi inevitabile, soprattutto sul campo di un’ottima squadra come gli L.A. Clippers di questo inizio di stagione. Invece è andata esattamente al contrario: Golden State, scesa a Los Angeles con l’idea di distruggere le speranze di Chris Paul e compagni, ci è riuscita fin troppo comodamente, andando avanti anche di 27 punti e mantenendo lo scarto ampiamente in doppia cifra per tutto il secondo tempo. È la settima vittoria consecutiva degli Warriors su quelli che dovrebbero essere considerati i loro principali rivali alla Western Conference insieme agli Spurs: una dichiarazione di intenti che dovrebbe spaventare ancora di più il resto della Nba.
+20 nel primo quarto — Clippers anche avanti di un punto a inizio gara, ma Warriors sganciano in fretta il primo pugno alla partita: un parziale di 28-9 costruito capitalizzando sulle 9 palle perse dei padroni di casa (27-11 i punti in contropiede a fine gara) e sul solito eccellente attacco, facendo a fette la difesa di L.A. con continui tagli a canestro utili a produrre 22 punti in area nel solo primo quarto. Proprio la difesa del ferro è stato uno dei grossi problemi per i Clippers: pur riuscendo a tenere sotto controllo gli ospiti dall’arco (7/30 da tre, solo nelle sconfitte con Lakers e Spurs avevano fatto peggio), l’incapacità di proteggere il pitturato è stato un tema ricorrente per tutta la gara (58 punti in area per Curry e soci, di cui 26 solo da tagli con 11/11 al tiro).
Aggrappati a Jamal — L’unico Clipper in grado di tenere in piedi la partita nel primo tempo è stato Jamal Crawford, che ha segnato 13 punti nel solo secondo quarto con 4/7 al tiro e una bomba da distanza siderale che ha aiutato a riportare la partita entro 7 punti di distanza. A quel punto è salito in cattedra Draymond Green, che ha segnato 10 dei suoi 22 punti nel quarto accoppiandoci la solita eccellente difesa, coadiuvato da uno Steph Curry da 7 recuperi, massimo in carriera pareggiato e miglior prestazione stagionale in Nba. All’intervallo gli Warriors erano di nuovo avanti di 13 con 15 a testa per Green e Curry, tenendo l’attacco dei Clippers a soli 49 punti segnati (95.6 di rating offensivo).
Partita in ghiaccio — Dopo averne messi 60 contro Indiana, Klay Thompson ha iniziato la partita con 0/4 al tiro, facendo pensare che la mano si fosse raffreddata almeno un po’. In realtà è stato ancora lui a dare la spallata decisiva alla gara, segnando 15 dei suoi 24 punti nel secondo tempo, gestito fin troppo agilmente da parte degli ospiti che hanno toccato il +27 prima che un parziale di 14-0 dei Clippers ristabilisse distanze più consone a una sfida di altissimo livello nella Western Conference. Si tratta però di pura accademia (32 assist su 42 canestri segnati, 16° partita con 30+ assist con i Cavs secondi che si fermano a quattro), perché la vittoria degli Warriors non è stata mai messa in discussione, particolare che ha fatto saltare i nervi a Rivers, Griffin e Paul (tutti puniti con un tecnico), incapaci di vincere contro Golden State da quasi due anni, più precisamente dal Natale 2014.
Statement game — Negli Stati uniti definiscono così le partite che mandano un messaggio al resto della lega: il modo in cui gli Warriors hanno maltrattato i Clippers — che prima di questa partita avevano il 5° miglior attacco e la miglior difesa in assoluto della lega — in casa loro è preoccupante, così come la quinta sconfitta nelle ultime sette dovrebbe infastidire un Doc Rivers che a fine gara ha commentato laconicamente: “Non c’è stata partita stasera”. I Clippers hanno pagato la pessima serata di Blake Griffin (12 punti con 5/20 al tiro e 7 palle perse) e quella inesistente di J.J. Redick (2 punti con 4 tiri tentati e -23 di plus-minus), che contro la difesa degli Warriors non riescono ad avere la stessa efficacia che hanno normalmente contro tutti gli altri. Un tema ricorrente delle ultime sette sfide tra le due squadre, tutte vinte dai campioni della Western Conference: i Clippers contro gli Warriors non sono i Clippers che si ammirano contro il resto della lega.