NBA, 19 decisivi per Belinelli, Gallinari facile
NBAVincono entrambi gli italiani in NBA: Beli ne segna 19 con tre triple fondamentali nell'ultimo quarto per evitare la quinta sconfitta consecutiva. Gallo batte di nuovo la sua ex squadra, che a Denver non vince dal 2011
Nella sfida per la testa della Southeast Division tra Atlanta Hawks e Charlotte Hornets sono i secondi a spuntarla, grazie anche a una grande prestazione di Marco Belinelli. L’azzurro registra la seconda miglior partita per punti (19) e la migliore per percentuali (8/11) della sua stagione, mandando a segno tre triple fondamentali nell’ultimo quarto per ricacciare indietro la rimonta degli Hawks e dare ai suoi l’unica vittoria di un ciclo di cinque partite in trasferta che aveva fatto crollare il loro record pericolosamente vicino al 50%. Con questa vittoria invece gli Hornets si prendono il primo posto nella Division, grazie ai 19 punti di Marvin Williams contro la sua ex squadra (e autore della tripla che ha chiuso la partita a 28 secondi dalla fine) e la doppia doppia da 18+10 assist di Kemba Walker.
L’importanza di avere i tiratori — Proprio il fatto che la point guard di Charlotte abbia chiuso in doppia cifra per assist (seconda volta che succede in questa stagione) racconta bene il piano difensivo di Atlanta: “L’intero game plan era di contenere Kemba” ha spiegato Paul Millsap. “Gli altri giocatori erano liberi, ma bisogna dargli credito: hanno giocato la loro pallacanestro e hanno segnato tiri difficili”. Proprio 14 dei 20 punti di serata di Millsap avevano ribaltato la partita dopo che gli Hornets erano andati avanti anche di 16 nel terzo quarto, con gli Hawks capaci di rimontare grazie anche ai 21 di Tim Hardaway Jr. e i 23 rimbalzi con 10 punti di Dwight Howard. Ma il piano partita si è ritorto contro di loro, visto che gli Hornets hanno tirato col 44% da tre (12/27, decima partita consecutiva che gli avversari degli Hawks segnano almeno 10 triple) e li hanno condannati alla quinta sconfitta nelle ultime sei in casa, smorzando subito l’entusiasmo acquisito dopo la vittoria a Toronto della sera precedente. Atlanta è ora sotto il 50% di vittorie e al decimo posto nella Eastern Conference.
Denver Nuggets-New York Knicks 127-114 (Highlights) — Due giorni dopo aver registrato il massimo stagionale a quota 132 punti contro Portland, i Denver Nuggets concedono il bis rifilandone 127 ai New York Knicks. Una franchigia a cui, nel bene o nel male, sono legati dalla trade che nel 2011 ha portato Carmelo Anthony dal Colorado alla Grande Mela, e nonostante la prestazione da 29 punti con 10/14 al tiro di ‘Melo, anche quest’anno non è riuscito a vincere sul campo della sua ex squadra — che evidentemente ci tiene a rendergli indigesta la visita annuale. Denver ha guidato la partita dall’inizio alla fine tirando col 56% dal campo toccando anche il +21 e mandando sette giocatori in doppia cifra, guidati dal miglior Kenneth Faried della stagione (25 con 10/11 al tiro) e dai 22 di Emmanuel Mudiay (anche 7 rimbalzi e 5 assist per lui con 10/15 al tiro). La differenza nei punti in area 68-32) racconta abbastanza bene il dominio dei Nuggets nel pitturato contro dei Knicks apparsi scarichi alla quinta partita in trasferta consecutiva in nove giorni.
La partita di Gallinari — Per Danilo — partito in quintetto come sempre, ma questa volta con al fianco Wilson Chandler, l’unico rimasto con lui a Denver dopo la trade — una serata di ordinaria amministrazione da 13 punti e 4/9 al tiro (2/7 da tre) e 3/4 ai liberi, con 2 assist e 3 rimbalzi ad accompagnare i 5 falli che lo hanno tenuto sotto i 28 minuti di utilizzo. Ma una vittoria è una vittoria, specialmente se arriva contro la sua ex squadra, che non ha risposto presente all’appello di Anthony che aveva definito la partita una “must win”. “Stasera è mancato l’impegno” ha dichiarato Melo dopo la gara. “127 punti concessi. Hanno fatto quello che hanno voluto. Non siamo scesi in campo”. L’unico che può sorridere in casa Knicks è Willy Hernangomez, che alla prima sfida col fratello Juancho (sceso in campo solo negli ultimi due minuti a partita finita) ha chiuso a 17+10 firmando il suo massimo in carriera.