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NBA, i risultati della notte: Portland ok a Boston

NBA

Nonostante i 41 punti di Thomas, vincono i Portland Trail Blazers a Boston dopo un overtime. Houston batte senza problemi Memphis, guidata dai 29 punti con nove tiri di James Harden. Trenta punti di Wade e due recuperi decidono il controverso finale contro Sacramento 

Boston Celtics-Portland Trail Blazers  123-127 – In una delle gare più belle e avvincenti della notte NBA, vincono i Portland Trail Blazers all’overtime al TD Garden di Boston. Che il gioco da tre punti decisivo a meno di un minuto dal termine lo mandi a bersaglio Damian Lillard è cosa ampiamente pronosticabile, così come le super prestazioni di Isaiah Thomas da un lato e di C.J. McCollum dall’altra, due delle superstar di questa regular season: alla sirena finale sono 41 punti per il numero 4 dei Celtics e 35 per il giocatore dei Blazers. Portland, alla quarta trasferta consecutiva e in back-to-back dopo la sconfitta di ieri arrivata nel finale contro Philadelphia, trova così delle forze che non pensava di avere e ritorna al successo dopo quattro ko consecutivi: “Sarebbe stato facile trovare alibi nella sconfitta di ieri, nel back-to-back o in tutto il resto – commenta Damian Lillard -, ma siamo stati bravi a combattere fino alla fine. È questa la strada da seguire”.

Detroit Pistons-Washington Wizards 113-112 – Nella sfida tutta familiare tra i gemelli Morris, ad avere la meglio è Marcus, autore del buzzer beater decisivo in tap-in segnato proprio sulla testa del fratello Markieff. Destini incrociati in un match combattuto in cui Detroit, dopo essere stata avanti per oltre tre quarti, aveva lasciato spazio alla rimonta degli ospiti, che sono andati ad un rimbalzo difensivo di distanza dall’ottava vittoria delle ultime nove gare. “È una vittoria decisiva, una di quelle che danno morale”, commenta un Reggie Jackson da 19 punti. Alla sirena finale infatti sono proprio i due gemelli i migliori marcatori da entrambe le parti: Markieff con 19 per Washington e Marcus con 25 dall’altra. Alla fine il lungo dei Pistons ha vinto anche la sfida personale a referto.

Atlanta Hawks-Philadelphia 76ers 110-93 – “No Embiid, no party” e così gli Atlanta Hawks, una delle migliori squadre NBA del momento proprio assieme ai 76ers, vincono senza troppo affanno la nona gara delle ultime 11 giocate, al termine di un secondo tempo passato a fare gara di testa grazie anche all’ottima prestazione da 22 punti e 10 rimbalzi di Paul Millsap. Ventuno quelli messi a referto da Ersan Ilyasova che non bastano a Philadelphia, condannata dalle 21 palle perse che hanno portato a 17 punti facili per padroni di casa. Atlanta approfitta quindi del passo falso casalingo dei Celtics e si riporta a mezza partita di distanza dal terzo posto della Eastern Conference.

New York Knicks-Phoenix Suns 105-107 – La tragicomica saga stagionale dei New York Knicks si arricchisce di un nuovo capitolo, in una gara decisa nel finale dai canestri di un sempre più convincente Devin Booker da 26 punti: “Il merito è tutto del perfetto passaggio di Bledsoe – commenta il numero 1, schivando le lusinghe ricevuto per la tripla decisiva mandata a bersaglio a 30 secondi dal termine -. Mi sono ritrovato il pallone tra le mani con il ritmo giusto e a me non restava altro che mandarlo dentro”. Trentuno invece i punti  messi a referto da Carmelo Anthony che sarebbero potuti essere 34 e significare vittoria, se solo l’ultimo tiro allo scadere non avesse ripetutamente ruotato sul canestro per poi essere malamente rigettato dal ferro. Il simbolo del periodo e della stagione dei Knicks sta tutto lì: “Questa è davvero dura da digerire – commenta il numero 7 -, abbiamo fatto tutto nel migliore dei modi, ma non siamo riusciti a scrollarci di dosso questa situazione”. New York perde così la tredicesima partita delle ultime 16 giocate. Tante, troppe per puntare a un posto ai playoff.

Miami Heat-Milwaukee Bucks 109-97 — Era da marzo 2016 che gli Heat non vincevano tre partite in fila, era addirittura da aprile 2015 che Dion Waiters non segnava 33 punti, suo massimo in carriera pareggiato. Per riuscirci ha tirato 12/19 dal campo e colpito ripetutamente in penetrazione assieme a Goran Dragic, anche lui protagonista con 25 punti, in una partita in cui gli Heat hanno preso il controllo nel secondo quarto senza più voltarsi indietro. Decisamente un brutto momento per i Bucks, che oltre ad aver colto la quinta sconfitta in fila, devono fare i conti con il caso Jabari Parker, tenuto fuori dal quintetto titolare (al suo posto il rookie Thon Maker) e per tutto il primo quarto per aver violato le regole di squadra, anche se coach Kidd gli ha poi dato 32 minuti in campo pur non volendo specificare ulteriormente l’accaduto. Inutili i 24 con 10 rimbalzi di Giannis Antetokoumpo così come i 15 di Matthew Dellavedova.

Memphis Grizzlies-Houston Rockets 95-119 — In una sfida con tanti grandi giocatori in campo, è un debuttante a prendersi i titoli di serata. La prima partenza in quintetto della carriera di Sam Dekker, complice l’assenza per virus intestinale di Ryan Anderson, coincide con il massimo in carriera da 30 punti, a cui si aggiunge la 38^ doppia-doppia di James Harden, autore di 29 punti (7/9 dal campo e 11/12 ai liberi) e 10 assist con 6 rimbalzi, 3 recuperi e 2 stoppate. Dopo aver tirato 7/35 contro gli Warriors, l’attacco dei Rockets è tornato sulle cifre abituali mandando a segno 16 delle 42 triple tentate in una partita in cui Memphis non è mai stata sopra dopo il primo quarto, scivolando a -20 nell’ultimo quarto senza mai riuscire a rimontare, cogliendo la terza sconfitta nelle ultime quattro nonostante i 32 di Marc Gasol.

Utah Jazz-Indiana Pacers 109-100 — Nel primo incontro contro la sua ex squadra, George Hill non ha mancato di farsi rimpiangere dai Pacers: i suoi 30 punti rappresentano il massimo stagionale e impreziosiscono una vittoria “wire-to-wire”, dall’inizio alla fine, dei Jazz sui Pacers. Anche un altro nativo dell’Indiana come Gordon Hayward ha disputato una grande partita con 27 punti e 8/13 al tiro, rispondendo insieme a Hill al parziale di 10-2 con cui i Pacers si erano riportati a -2 ad inizio terzo quarto. Il successivo 12-0 ha mandato il vantaggio dei Jazz in doppia cifra, margine mantenuto per tutto l’ultimo quarto in cui sono saltati i nervi a Paul George, uscito per sei falli a 6:41 dalla fine e poi espulso dalla terna arbitrale, seguito poi anche da coach Nate McMillan.

Chicago Bulls-Sacramento Kings 102-99 — “Mi piace questa squadra quando è disperata. Per qualche motivo, giochiamo meglio” ha dichiarato Dwyane Wade, protagonista ieri con le scuse ai tifosi e stanotte non solo con 30 punti (di cui 13 nel quarto quarto), ma anche con due recuperi nell’ultimo minuto di gioco, tra cui quello dalle mani di DeMarcus Cousins (il migliore in campo con 42 punti, 14 rimbalzi e 16/28 al tiro) che ha deciso definitivamente la partita. Da quello propiziato sul 99 pari è nato l’episodio più controverso della gara: Wade si è involato verso il canestro e ha sbagliato schiacciata, ma gli arbitri hanno fischiato un contatto veniale a Cousins che pare abbia appoggiato la mano sull’anca di Wade. La reazione incredula di Boogie in campo è stata quella solita, ma quella negli spogliatoi è stata un trattato di scarcasmo: “Hanno fatto assolutamente la chiamata giusta. Incredibile lavoro da parte degli arbitri stasera. Non ho alcuna lamentela da fare. Dovrebbero avere maggiori riconoscimenti per come riescono ad arbitrare bene. Non hanno il credito che si meritano, perciò li applaudo io”, battendo effettivamente le mani davanti ai microfoni dei giornalisti.