Nella serata in cui il pubblico di Boston saluta Paul Pierce, i Celtics battono 107-102 i Clippers e conservano il loro secondo posto in classifica e Est
I Boston Celtics non interrompono la loro corsa, vincono la settima gara casalinga consecutiva e rispondono in meno di due ore al successo dei Raptors in quel di Brooklyn, mantenendo intatto il vantaggio al secondo posto. I Clippers non riescono mai a passare in vantaggio, costretti al sesto ko nelle ultime otto gare giocate, scivolando sempre più pericolosamente nei pressi del sesto posto a Ovest occupato dai Grizzlies. Il calendario di febbraio dei losangelini è, record alla mano, il mese più difficile a livello di gare da affrontare non solo per loro ma per qualsiasi squadra NBA in questa stagione; di certo non il miglior auspicio per una squadra che senza Chris Paul fatica a trovare continuità di rendimento. Alla sirena sono 28 punti per Isaiah Thomas, la sua 35^ partita oltre quota 20, a meno cinque dal record di franchigia di John Havlicek.
Il saluto a Paul Pierce – Doc Rivers riserva un posto da titolare a Paul Pierce, un vero e proprio cammeo di cinque minuti (in cui i Clippers vanno subito sotto di nove). Poco importa, il tempo di chiamare il primo timeout e dare la possibilità di proiettare sui maxischermi il video tributo in suo onore e poi di dedicargli un lungo applauso; uno di quelli che fanno commuovere anche un osso duro come il numero 34. Striscioni, urla, immagini: 24.021 punti in maglia Celtics non si dimenticano in fretta e tutto il TD Garden sembra urlare Thank You Paul, in quello che è il momento più toccante del match. L’ex capitano della squadra di Boston a fine anno dirà addio al basket giocato, non prima di regalarsi un ultimo giorno da giocatore dei Celtics. Il popolo biancoverde non vede l’ora di poterlo riabbracciare di nuovo, così come ha fatto in una serata in cui fino all’ultimo secondo non ha smesso di cantare il suo nome. Così insistente da “costringere” l’ex Rivers a rimetterlo in campo per gli ultimi 19 secondi. Il tempo dell’ultima tripla in carriera a Boston, un canestro che fa esplodere il palazzetto anche se realizzato con una maglia di colore diverso.
Il match – Che i padroni di casa stiano vivendo un grande momento di forma infatti lo si intuisce già dalla palla a due, con Boston brava a prendere subito in mano le redini del gioco grazie ai nove punti in meno di cinque minuti a firma Isaiah Thomas. Il primo quarto d’ora scivola via con i padroni di casa avanti di dieci o più lunghezze spesso e volentieri, prima che Raymond Felton riesca a dare manforte alla voce punti a un Blake Griffin già in doppia cifra prima dell’intervallo. Sono 12 i punti realizzati dal numero 32 a fronte dei soli quattro di tutti gli altri starter dei Clippers messi assieme. I Celtics però chiudono il primo tempo con le marce alte, andando a riposo sul 56-47, trascinati neanche a dirlo dai 18 punti di Thomas. Nel terzo quarto il numero 4 non trova il fondo della retina, ma a mantenere avanti Boston ci pensa la quantità industriale di tiri da tre prodotti (e in parte realizzati): dopo 36 minuti di gioco sono 42 le conclusioni dalla lunga distanza a fronte di 25 da due. Il copione resta sempre lo stesso anche nell’ultima frazione, con Jonas Jerebko costretto a prendere la via degli spogliatoi dopo uno scontro tanto doloroso quanto casuale con Jaylen Brown. Boston però non perde mai il controllo del match, i Clippers non riescono andare oltre il meno sei nonostante il ritorno nel finale e Thomas chiude il quarto periodo con i soliti 10 punti a referto nell’ultima frazione. Un bottino in linea con la sua media, anche se questa volta non c’è stato bisogno di fare gli straordinari