La tripla doppia di Jimmy Butler aiuta Chicago a battere Cleveland priva di LeBron James. Golden State senza Durant vince con Brooklyn grazie ai 51 degli Splash Brothers. Paul George espulso nella sconfitta con Miami, Houston vince la sparatoria con Minnesota
Cleveland Cavaliers-Chicago Bulls 99-117 — Con LeBron James bloccato a casa dalla faringite, i Chicago Bulls confermano la regola che vede i Cavs sempre perdenti senza il loro Re in questa stagione (0-4). Un trend che va avanti ormai da tre anni, visto che da quando James è tornato in Ohio i Cavs hanno vinto solamente 4 delle 23 partite disputate in sua assenza. Un altro trend è quello dei Bulls come bestia nera dei Cavs, visto che per la terza volta su tre incontri sono usciti vincenti dallo scontro coi campioni in carica, grazie alla tripla doppia realizzata da Jimmy Butler (18 punti, 10 rimbalzi e 10 assist) e quella sfiorata da Dwyane Wade (20 punti, 10 assist e 9 rimbalzi, con l’ultimo “rubatogli” sulla sirena da Cristiano Felicio preso poi bonariamente in giro dalla stella dei Bulls). Si tratta della quarta vittoria consecutiva per Chicago, che ringrazia l’eccellente panchina (quattro giocatori in doppia cifra, più i 6 punti dell’esordiente Cameron Payne) e la miglior serata dall’arco di tutta la stagione (15/30), prendendo il possesso della partita nel terzo quarto con 13 punti di Butler all’interno di un 34-20 di squadra. Ai padroni di casa non è bastato un Kyrie Irving da 34 punti, 9 rimbalzi e 7 assist con 13/25 dal campo e le 4 triple di Kyle Korver, che ha superato Jamal Crawford al quinto posto della classifica all-time per triple realizzate (2.015). Il tiratore ex Atlanta è anche dovuto uscire nell’ultimo quarto per una brutta caduta sulla gamba destra (ma senza riportare danni strutturali), non riuscendo a riportare mai i suoi sotto la doppia cifra di svantaggio.
Golden State Warriors-Brooklyn Nets 112-95 - I Golden State Warriors vincono la 50^ partita stagione e conquistano così l’aritmetica certezza di partecipare ai prossimi playoff con due mesi di anticipo. Merito del successo mai in discussione (anche quando gli ospiti si sono riportato sul -8 a 5 minuti dalla fine) acciuffato contro i Brooklyn Nets, che scrivono anche loro 50 nel loro record stagionale, ma alla voce “sconfitte”. Kevin Durant, fuori a causa di un problema alla mano, non c’è per la prima volta in questa regular season e a farne le veci sono Steph Curry e Klay Thompson, che combinano per 51 punti e 7 triple. I soliti 30 assist di squadra (ormai minimo sindacale per i ragazzi di Kerr) e ben 11 stoppate messe a referto, sigillano un successo su cui in pochi avevano dubbi. Brooklyn incassa così la 16^ sconfitta consecutiva; non poteva certo essere la sfida della Oracle Arena a invertire la tendenza.
Houston Rockets-Minnesota Timberwolves 142-130 – Minnesota è la prima squadra in questa stagione a segnare 130 punti e perdere la partita. Questa la sintesi migliore della sparatoria western tra Rockets e T’wolves, vinta dai primi grazie a uno combo micidiale di tiro da tre e tentativi dalla lunetta. Alla sirena sono 58 tentativi dalla lunga di stanza e 42 a cronometro fermo. Conta poco avere una percentuale dal campo peggiore (46.8% vs. 52.6%) quando i tuoi tiri valgono di più: sono ben otto i giocatori in doppia cifra tra i texani, guidati dai 24 punti e 10 assist di James Harden. Passa così in secondo piano la prestazione maiuscola di Karl-Anthony Towns da 37 punti e 22 rimbalzi; numeri che uniti al trentello di Andrew Wiggins sono da giocatori che meriterebbero i playoff già da questa stagione. Il condizionale però resta d’obbligo, viste le 3 partite e mezzo di distanza dall’ottavo posto. La risalita sembra sempre più improbabile.
Orlando Magic-Atlanta Hawks 105-86 — “A inizio stagione usavamo troppo il quintetto ‘big’, eravamo troppo lenti in più di una posizione e ci è costato. Ora mi piace come i ragazzi sono sistemati in termini di posizione” dice coach Frank Vogel, spiegando in due frasi come abbiano fatto i Magic a battere la quinta miglior squadra della Eastern Conference. È bastato riportare i giocatori nel loro ruolo abituale per avere risultati immediati, soprattutto da un Aaron Gordon da 18 punti e 7/11 al tiro nella posizione di “4” e la prima gara convincente di Terrence Ross con la nuova maglia, miglior realizzatore di serata con 24 punti. Anche gli altri membri del quintetto sono sembrati decisamente più a loro agio, con una doppia-doppia da 16+14 di Nikola Vucevic e la tripla doppia sfiorata da Elfrid Payton (15 punti, 9 rimbalzi e 9 assist). È la terza sconfitta in fila per Atlanta, che deve anche fare i conti con la grana Dennis Schröder: dopo aver saltato la partita precedente per una sospensione decisa dalla squadra, il playmaker tedesco è partito dalla panchina per essersi presentato tardi al bus della squadra, chiudendo con 11 punti e 8 assist ma con 4/17 al tiro.
Miami Heat-Indiana Pacers 113-95 — Serata da dimenticare per Paul George, che oltre a cogliere la 18^ sconfitta a Miami nelle ultime 20 partite disputate in Florida (playoff inclusi), ha anche visto la sua serata finire nel terzo quarto per un’espulsione a suo modo di vedere ingiusta. La stella dei Pacers aveva già ricevuto un tecnico a inizio terzo quarto dopo uno scontro con Rodney McGruder punito con un doppio-tecnico, e ne ha ricevuto un altro a 1:56 dalla fine dopo aver rivolto “parole ingiuriose nei confronti di un arbitro”, come dichiarato dal fischietto Gary Zielinski. “Non è che gli ho detto qualcosa di spregiativo nei suoi confronti”, ha confutato PG13, aggiungendo: “Ho solo detto che era un fallo di m***a. Si è comportato da pupazzo, visto che aveva [Spoelstra] nell’orecchio e gli ha detto di fischiare. Ma andiamo avanti, è una lega soft”. Tutt’altro che soft è invece la risalita dei Miami Heat, che con tre giocatori sopra i 20 punti (Dragic 21, 22 a testa per Whiteside e Waiters) e il 15+7+8 di James Johnson dalla panchina ha colto la 16^ vittoria nelle ultime 18, portandosi a una gara e mezza dall’ottavo posto occupato da Detroit.
Dallas Mavericks-New Orleans Pelicans 96-83 - Serata da record per Anthony Davis, sconfitto però assieme a DeMarcus Cousins e i suoi Pelicans in trasferta a Dallas. La prima scelta del draft 2012 chiude il match con 39 punti e 14 rimbalzi; il 14° match stagionale in cui fa registrare almeno 30 punti, 10 rimbalzi e perde (raggiunto Moses Malone che deteneva questo triste primato dalla stagione 1980-81). Ai Pelicans non è bastato un primo tempo da 27 e 10 di Davis, unito ai 12 punti, 15 rimbalzi e 6 assist di Cousins. La chimica di squadra è ancora complessa da trovare, come dimostra il -21 di plus/minus quando sono entrambi contemporaneamente in campo. A questo poi si aggiunge la monotematicità di un attacco che senza il loro contributo realizzativo, fatica a trovare il fondo della retina (come dimostrano gli 83 punti di questa notte). I Mavericks invece sembrano passare indenni attraverso qualsiasi tipo di rivoluzione o cambiamento: coach Carlisle in fondo è sempre seduto su quella panchina, mentre Dirk Nowitzki sul parquet continua a fare la differenza (18 punti con 8/12 al tiro). Serve altro?