Kyle Lowry dopo l'operazione al polso resterà fuori fino al termine della regular season, pronto a tornare sul parquet all'inizio dei playoff. Joel Embiid invece è ancora alle prese con i guai al ginocchio: incerti i tempi di recupero
Kyle Lowry resterà fuori per le prossime sei settimane, dopo aver deciso di operare il polso destro che gli aveva dato molti problemi durante le ultime partite e che lo aveva già costretto a saltare le sfide contro Boston e Portland. Il playmaker dei Raptors infatti, dopo aver partecipato sia alla gara da tre punti che alla sfida della domenica all’All-Star Game dello scorso 19 febbraio, non è più ritornato sul parquet. “Non ci eravamo resi conto di quanto fosse serio come infortunio – commenta coach Dwane Casey -. Questo è il motivo per cui siamo ritornati sui nostri passi e abbiamo deciso di che fosse meglio ricorrere all’operazione, con la speranza che Kyle riesca a tornare in campo già prima dei playoff”. Lowry, come molti altri in NBA, ha spesso convissuto con dei problemi fisici in campo, ma questa volta il dolore si era fatto insopportabile e limitava in parte il movimento del suo polso. Un fastidio che aveva già fatto pensare al peggio: “Non sono stato sorpreso dalla diagnosi – commenta il numero 7 -, anche se non sapevo cosa fosse. Speravo che i trattamenti locali del problema potessero bastare a risolverlo, ma non ne ho tratto alcun beneficio”. La dirigenza ha già confermato che Cory Joseph e Delon Wright saranno i suoi "unici" sostituti, ossia che non c’è l’intenzione di provare a prendere altri giocatori dal mercato dei free agent. “Sfortunatamente sono costretto a lasciare i miei compagni in difficoltà – chiosa Lowry-. Quello che posso fare è aiutarli standomene a bordocampo”.
Embiid, rientro rimandato - La point guard dei Raptors non è l’unico giocatore costretto ai box, ma anche Joel Embiid sembra sempre più lontano dal ritornare in breve tempo sul parquet. Fuori in 17 delle ultime 18 partite disputate da Philadelphia, il rookie dei Sixers ha lamentato la cattiva comunicazione fatta dalla sua franchigia riguardo le sue condizioni fisiche. “Non sono stato molto felice del modo in cui hanno gestito la situazione – ha commentato Embiid, infastidito dal fatto che inizialmente il suo infortunio fosse stato catalogato come day-to-day, quando in realtà era apparso da subito un problema ben più grave -. Avevo già fatto presente che avrei saltato come minimo due o tre settimane”. I Sixers avevano programmato il suo rientro per il 3 marzo nella sfida contro i Knicks, ma al momento non sembra l’ipotesi più probabile. “Ovviamente adesso l’intenzione è quella di essere sicuri che non ci siano delle ricadute – racconta il numero 21 -. Questi sono i miei primi allenamenti dopo oltre quattro settimane di assenza. Non sono ancora in forma”. Coach Brown e tutti i compagni sperano in un recupero rapido della terza scelta del draft 2014, visto anche quanto incide la presenza del centro di origine camerunense: nelle ultime tre stagioni con lui in campo il record di Philadelphia recita 13-18, senza 37-154.
Beasley, un altro infortunio in casa Bucks? – Nel match contro Cleveland perso da Milwaukee, la brutta notizia per coach Jason Kidd non è solo il risultato, ma anche il problema sofferto da Michael Beasley durante il primo tempo della sfida. La seconda scelta del draft 2008, recuperando in difesa su LeBron James, ha ruotato in maniera innaturale il ginocchio sinistro, crollando a terra e uscendo senza riuscire a poggiare la gamba a terra. Dopo la lunga assenza di Khris Middleton e la grave ricaduta di Jabari Parker, questa potrebbe essere l’ennesima tegola per Milwaukee, in una stagione in cui Beasley stava viaggiando a 9.7 punti di media nelle 49 gare disputate.