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NBA risultati della notte: Heat e Bucks da playoff

NBA

Miami e Milwaukee prendono possesso degli ultimi due posti a Est dopo le vittorie su Minnesota e Los Angeles. John Wall regala 20 assist resistendo alla rimonta di Chicago. Toronto e Boston mantengono le posizioni vincendo a Detroit e Brooklyn. Successo esterno di Orlando su Phoenix

Miami Heat-Minnesota Timberwolves 123-105 — Pur perdendo Dion Waiters per una distorsione alla caviglia nel secondo quarto, non si ferma la corsa dei Miami Heat, vincenti per la 23^ volta nelle ultime 28 gare (15-1 in casa) e ora possessori dell’ottavo posto nella Eastern Conference. La miglior prestazione al tiro dell’anno (59% dal campo) e un parziale di 15-2 nell’ultimo quarto hanno permesso agli uomini di Erik Spoelstra di avere la meglio sui Timberwolves nonostante i 31+11 di Karl-Anthony Towns, i 25 di Andrew Wiggins e i 20 di Ricky Rubio. Non abbastanza per superare i caldissimi Heat, che continuano a volare sulle ali di Hassan Whiteside (23 con 14 rimbalzi con 10/11 dal campo), Tyler Johnson (23), Goran Dragic (19 e 10 assist) e James Johnson (17). “La nostra difesa è stata terribile. Ogni volta che una squadra tira col 60% non è un buon segno. Dobbiamo fare meglio in allenamento, riguardare cosa abbiamo fatto e correggerlo” ha dichiarato Andrew Wiggins, mentre coach Thibs ci è andato giù duro: “Abbiamo più di quello che serve per vincere. Dobbiamo andare in campo e tutti devono fare il loro lavoro. Questa non è la pallacanestro della AAU”.

Philadelphia 76ers-Dallas Mavericks 116-74 — Dicono che la vendetta sia un piatto da servire freddo, ma di sicuro è stata caldissima quella di Justin Anderson ai danni della sua ex squadra, i Dallas Mavericks: è lui infatti il miglior realizzatore per i Sixers con 19 punti, massimo in carriera pareggiato, nella facile vittoria di 42 punti dei padroni di casa in cui sette giocatori sono andati in doppia cifra. E dire che i Mavs — con 9 punti dell’altro ex Nerlens Noel, che la sera prima aveva offerto cheesesteaks a tutti i tifosi dei Sixers che si fossero presentati in un locale — avevano chiuso in vantaggio il primo quarto sul 23-21, prima di non superare più quota 20 nei rimanenti tre quarti e crollare in quella che coach Carlisle ha definito “di gran lunga la peggior sconfitta della stagione in termini di energia, impegno e unità. Hanno giocato meglio di noi in ogni modo possibile. Semplicemente non ci siamo presentati in campo. Dobbiamo guardarci allo specchio perché non la farò passare sottotraccia come ‘una di quelle serate’. Questo tipo di prestazione è inaccettabile”. Inaccettabile e dolorosa, perché i Mavs ora dopo aver perso tre delle ultime quattro si ritrovano a quattro partite dall’ottavo posto a Ovest.

Washington Wizards-Chicago Bulls 112-107 — È un John Wall in modalità “Babbo Natale” a regalare prima 20 assist ai suoi compagni (massimo in carriera) e poi la vittoria agli Wizards, resistendo alla rimonta da -19 all’intervallo dei Chicago Bulls. Una tripla di Jimmy Butler nell’ultimo minuto di gioco dalla fine aveva riportato gli ospiti — alla prima partita senza Dwyane Wade — a una sola lunghezza di svantaggio, ma dopo due liberi di Wall (anche 14 punti nella sua serata) la successiva tripla per pareggiare di Butler ha trovato solo il ferro. Rimane comunque lui il miglior realizzatore della gara con 28 punti, seguito dal massimo stagionale da 25 di Robin Lopez, mentre dall’altra parte i capitolini hanno potuto contare sui soliti 24 di Bradley Beal e i massimi stagionali di Jason Smith (17 partendo in quintetto al posto dell’influenzato Markieff Morris) e Ian Mahinmi (16 dalla panchina). I Bulls hanno ora due partite di distanza dall’ottavo posto, scivolando al decimo nella Eastern Conference.

Detroit Pistons-Toronto Raptors 75-87 — Un gradino più su ci sono i Detroit Pistons, sconfitti in casa dai Raptors per colpa di un’ultimo quarto atroce. Dopo aver toccato il massimo vantaggio sul +9 col punteggio di 72-63 a 9:30 dalla fine, i Pistons si sono completamente bloccati segnando solo tre punti nel resto della gara, perdendo l’ultima frazione 27-9 e tirando 3/20 dal campo. Un crollo simile a quello con cui gli stessi Pistons avevano vinto l’ultima gara disputata contro i Raptors, recuperando 16 punti nell’ultimo quarto: verrebbe da dire “chi la fa, l’aspetti”, visto che Toronto —  grazie a cinque giocatori in doppia cifra e vincendo la sfida a rimbalzo 53-49 nonostante i 22 catturati da Andre Drummond — si è andata a riprendere quanto lasciato per strada, stabilizzando il proprio quarto posto nella Eastern Conference.

Brooklyn Nets-Boston Celtics 95-98 — Anche senza Isaiah Thomas, i Celtics si impongono sulla squadra di cui detengono due scelte future al Draft, i Brooklyn Nets. Il protagonista stavolta è Jae Crowder, che approfitta dell’assenza di Thomas per togliersi lo sfizio di segnare 24 punti con 12 rimbalzi (entrambi massimi in carriera) con un ottimo 7/11 al tiro, dominando l’ultimo quarto con 9 punti senza errori dal campo. I Nets però ci hanno provato fino all’ultimo, fallendo due opportunità per pareggiare la gara con Brook Lopez (il migliore dei suoi con 23 punti) e Quincy Acy negli ultimi sei secondi. Non abbastanza per dare un dispiacere ai Celtics, che dopo due anni tornano a vincere nel giorno di San Patrizio salendo a un record di 23-15 nel corso della festività irlandese.

Los Angeles Lakers-Milwaukee Bucks 103-107 – Fuori da inizio anno, in campo solo nelle ultime 16 gare, Khris Middleton non ci ha messo molto a tornare in grande forma: i suoi 30 punti (con 11/18 dal campo e 8/9 dalla lunetta) sono il massimo stagionale per l’ala dei Bucks, ancora più prezioso come spalla di Giannis Antetokounmpo (i soliti 26 per lui, con 11/16 al tiro, 8 rimbalzi, 5 assist e 2 stoppate) data l’assenza fino a fine stagione di Jabari Parker. La gara contro i Lakers è contraddistinta dalla rissa che scoppia sul finire del terzo quarto per un fallo duro di Malcolm Brogdon su Nick Young: la baruffa coinvolge più di un giocatore e alla fine porta all’espulsione di Greg Monroe per gli ospiti e di Nick Young e D’Angelo Russell tra i padroni di casa. La bagarre aiuta i Lakers, che riducono lo svantaggio da 18 fino a 2 soli punti (105-103) sulla quarta tripla di serata di un Jordan Clarkson miglior marcatore gialloviola con 21 punti (ci sono anche 18 con 8 rimbalzi per Ivica Zubac), ma Milwaukee chiude con due liberi di Middleton e conquista l’ottava vittoria nelle ultime nove e anche il momentaneo settimo posto a Est davanti a Miami.

Phoenix Suns-Orlando Magic 103-109 – “Abbiamo fatto delle giocate decisive nell’ultimo periodo, ma quello che mi ha impressionato di più è stato il nostro primo quarto”, le parole dell’allenatore dei Magic Frank Vogel, che cita le 17 deflection di squadra ma ringrazia anche gli 11 punti (dei 25 totali) di Evan Fournier (30-22 il parziale). Orlando può contare anche sui 18 punti con 17 rimbalzi di Nikola Vucevic e sui 17 di Aaron Gordon per cogliere la prima vittoria dopo 4 ko consecutivi. Per Phoenix, alla quinta sconfitta nelle ultime 6, un tragico 2/14 da tre punti e la mano fredda anche del proprio miglior marcatore, Devin Booker, tenuto senza punti fino al terzo quarto (10 alla fine per lui, alle prese con problemi a caviglia e tendine d’Achille). Il migliore per i padroni di casa è T.J. Warren, autore di 26 punti con 8/13 dal campo, 19 con 8 assist per Tyler Ulis.