Sesta vittoria in fila per Chris Paul e soci, che chiudono la regular season al quarto posto. Durant spettacolare nella vittoria sui Lakers, 22^ tripla doppia per James Harden. Oscar Robertson onora Russell Westbrook a OKC, i Knicks vincono in quella che potrebbe essere stata l’ultima partita di Carmelo Anthony a New York
L.A. Clippers-Sacramento Kings 115-95
Nella Western Conference gli accoppiamenti erano ormai da qualche giorno, mancava solo da determinare il fattore campo nella sfida tra Clippers e Jazz. A spuntarla sono stati gli uomini di Doc Rivers, che con sei giocatori in doppia cifra guidati dai 18 a testa di DeAndre Jordan (anche 17 rimbalzi nella sua partita) e J.J. Redick hanno avuto la meglio sui Kings. Si tratta del settimo successo consecutivo per i Clippers, che cavalcano la striscia aperta più lunga tra tutte le 16 squadre che si daranno battaglia ai playoff da questo weekend. Questa volta ai Kings non è riuscita la rimonta disperata nell’ultimo quarto, anche perché sono scesi in campo solo sette giocatori con 19 punti per Buddy Hield e 18 di Arron Afflalo. Il finale di gara si è trasformato in un tributo a Paul Pierce, alla sua ultima gara di regular season di sempre: il 15° miglior realizzatore nella storia della NBA non è andato a segno nei due minuti passati sul terreno di gioco, ma ha comunque ricevuto un video-tributo da parte della sua squadra.
Utah Jazz-San Antonio Spurs 101-97
I Jazz chiudono la stagione vincendo la nona partita consecutiva in casa, la loro miglior striscia dal 2012, ma purtroppo per loro non potranno godere del fattore campo nella serie contro i Clippers. Le due squadre hanno fatto giocare i titolari con un discreto minutaggio per essere l’ultima di regular season, con cinque marcatori in doppia cifra per Utah guidati dai 14 di Gordon Hayward (7/9 dal campo) mentre dall’altra parte LaMarcus Aldridge (18) e Kawhi Leonard (14) hanno superato entrambi i 30 minuti sul parquet, prima di lasciare spazio alle riserve nel finale di gara. Da segnalare il traguardo dei 20.000 punti in carriera tagliato da Pau Gasol, autore di 13 punti, e la battuta di coach Popovich sul suo ex giocatore Boris Diaw: “Da quando non c’è lui le nostre cene sono molto meno divertenti. Era uno dei pochissimi che beveva con me. Provo a corrompere tutti i miei giocatori con del vino: lui era un bersaglio facile”.
Golden State Warriors-Los Angeles Lakers 109-94
Gli Warriors chiudono la loro stagione con la vittoria numero 67, raggiunta grazie a un primo quarto da 43 punti ma soprattutto godendosi un Kevin Durant scintillante da 29 punti, 8 rimbalzi, 5 assist e 11/16 al tiro in 27 minuti. “Le prime due gare è stato solido, stasera è stato spettacolare” ha commentato un soddisfatto Steve Kerr, che ha concesso una serata di riposo a Draymond Green e Andre Iguodala dando meno di 30 minuti a Steph Curry (20 punti con 8 assist, con 5 triple a chiudere la sua stagione da 324) e Klay Thompson (solo 12 con 4/12 al tiro). I Lakers invece chiudono la loro stagione con 26 vittorie e 56 sconfitte, terzo peggior record della lega dopo aver “migliorato” con cinque vittorie in fila il loro bottino. Una scarna soddisfazione per coach Luke Walton, che sulla panchina degli Warriors lo scorso anno aveva vinto le prime 24 consecutivamente…
Houston Rockets-Minnesota Timberwolves 123-118
Anche nell’ultima partita della stagione, James Harden non può fare a meno di andare in tripla doppia: i suoi 27 punti, 10 rimbalzi e 12 assist gli valgono la 22^ prestazione di questo tipo nella sua straordinaria annata. È stata una delle sue cinque triple, seguita da un’altra di Eric Gordon all’interno di un 19/56 di squadra dall’arco, a ricacciare indietro il tentativo di rimonta dei T’Wolves, guidati dalle cifre monstre di Karl-Anthony Towns (28+21 con 3 triple, primo giocatore di sempre a chiudere una stagione con 2000+ punti, 1000+ rimbalzi e 100+ tiri da tre segnati), i 21 di Andrew Wiggins e i 16 assist di Kris Dunn, partito titolare al posto di Ricky Rubio. Troppo poco per superare i Rockets, che chiudono questa stagione con 1.081 triple segnate, record ogni epoca.
Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets 105-111
In una serata di celebrazione del risultato storico di Russell Westbrook, è Oscar Robertson a rubare la scena con il suo endorsement nei confronti del giocatore che lo ha superato sul trono delle triple doppie nella storia della NBA. Il suo “Ho solo una cosa da aggiungere: M-V-P!” ha infiammato il pubblico della Chesapeak Arena, prima di lasciare spazio a Westbrook che ha giocato solo 18 minuti, tutti nel primo tempo, lasciando una tripla doppia a metà con 5 punti, 5 rimbalzi e 8 assist. Il resto della gara invece è stato dominato da Nikola Jokic, che ha mancato la tripla doppia di soli due assist chiudendo con 29 punti e 16 rimbalzi e guidando i suoi alla vittoria nonostante le assenze di Gallinari, Barton, Faried, Harris, Nelson e Chandler.
Orlando Magic-Detroit Pistons 113-109
I Magic chiudono la loro deludente stagione con una vittoria, ottenuta grazie a tre canestri nel finale di Elfrid Payton (21+13 assist per lui) che hanno impedito ai Pistons di suggellare con un successo la loro rimonta dal -21. I padroni di casa hanno avuto 32 punti e 12 rimbalzi da parte di Aaron Gordon, che insieme alla doppia doppia di Nikola Vucevic da 18+11 ha avuto facilmente la meglio sui titolari dei Pistons, usciti ancora una volta in maniera piatta in campo (9 punti e 14 rimbalzi in 24 minuti per Andre Drummond) nonostante i 20 a testa di Ish Smith e Kentavious Caldwell-Pope. “Questa partita è stata la nostra stagione” ha commentato amaramente coach Stan Van Gundy. “Sempre sotto all’inizio, i titolari che non ingranano e non ci danno mai un vantaggio per aprire la gara, la rimonta che riusciamo quasi sempre a fare e una pessima prestazione al tiro alla fine. In una partita si è visto quelli che siamo stati in questa stagione: resilienza nel rimontare e incapacità di tirare”.
New York Knicks-Philadelphia 76ers 114-113
La vittoria dei Magic e la sconfitta dei Sixers a New York regala a Philadelphia un’ultima “soddisfazione”: quella di chiudere la stagione con il quarto peggior record nella NBA, quindi con il quarto maggior numero di combinazioni al Draft per raggiungere la prima scelta assoluta. Il protagonista al Madison Square Garden è stato indiscutibilmente Carmelo Anthony, non tanto con la prestazione in campo (comunque il migliore dei suoi con 17 punti) ma per il fatto che potrebbe — il condizionale è d’obbligo — essere stata la sua ultima partita con la canotta dei blu-arancio. “Vorrei tornare il prossimo anno, ma vorrei vedere una mentalità diversa, più concentrata sulla vittoria. Ho molto su cui riflettere, dipende tutto da me a questo punto. Sono sicuro che la dirigenza abbia una sua idea su come andare avanti, ma tutto è in mano a me”. Quello che i Knicks non hanno, con questa vittoria, è il possesso unico del sesto peggior record della lega, perché complice la sconfitta dei T’Wolves hanno raggiunto la squadra di Thibodeau sul 31-51: alla prossima Lottery le due squadre si divideranno equamente il 18.3% di possibilità di entrare nella top-3 del Draft, con una pallina di differenza in favore di chi vincerà il lancio della monetina a fine stagione.
Memphis Grizzlies-Dallas Mavericks 93-100
I Mavericks chiudono la loro stagione con una vittoria in rimonta, recuperando 12 punti di svantaggio a metà terzo quarto e conquistando il successo grazie ai 15 punti a testa di Devin Harris e Nicolas Brussino, al suo massimo in carriera. Con i titolari a riposo, anche i Grizzlies non hanno spremuto i vari Conley (15 punti), Gasol (13) e Randolph (15) più del dovuto in una partita ormai inutile per i destini della stagione, che si deciderà al primo turno contro i San Antonio Spurs. È invece la prima volta dal 1999 che i Mavericks non riescono a chiudere almeno col 50% di vittorie, e entreranno nella prossima Lottery con il nono peggior record della NBA (6.1% di entrare in top-3, 1.7% di arrivare alla prima scelta assoluta).
Portland Trail Blazers-New Orleans Pelicans 100-103
Chiudono la stagione con una vittoria (inutile) i New Orleans Pelicans, interrompendo così la striscia di cinque sconfitte consecutive e portando a casa il successo in volata contro Portland. I sei giocatori in doppia cifra guidati da un Jordan Crawford da 15 punti sono più che sufficienti per avere la meglio contro dei Blazers svuotati di buona parte dei titolari, nonostante i 25 punti di un Shabazz Napier in grande spolvero in quest’ultima settimana. Niente Anthony Davis né DeMarcus Cousins dunque nell’ultima sfida della stagione dei Pelicans, che dai due lunghi proveranno a ripartire dal prossimo ottobre, sperando che arrivi la svolta che i più temerari avevano già ipotizzato nel post All-Star Game. Ci sarà tempo e modo per creare la giusta chimica tra due dei migliori realizzatori della lega, che dovranno riuscire a trovare il giusto incastro, in maniera tale da non pestarsi i piedi in campo, mantenendo al contempo le proprie peculiarità. Tutti discorsi rivolti a un futuro fin troppo lontano a livello sportivo quelli fatti per New Orleans, ben diverso da quello prossimo che metterà alla prova i Blazers nel match di domenica sera contro Golden State.