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NBA, coach Fizdale contro arbitri e Popovich

NBA

I Grizzlies incassano il secondo ko consecutivo contro gli Spurs, ma coach Fizdale non sembra aver digerito per nulla il modo in cui il match è stato diretto: “Non ci hanno dato una possibilità per vincerla”

“È molto triste il fatto che noi in squadra abbiamo giocatori come Mike Conley, che non hanno mai ricevuto un fallo tecnico in tutta la loro carriera, ma che non ricevono il trattamento e il rispetto che meriterebbero da parte degli arbitri. È stata una partita diretta davvero male”. Al termine di gara-2, prima di intraprendere il viaggio verso casa, non sembra essere un Kawhi Leonard da record il problema di coach David Fizdale, molto più preoccupato dalla gestione di gara fatta dai tre arbitri del match. I Grizzlies, sotto anche di 26 punti, si erano rifatti sotto sul -4 a 10 minuti dal termine; alla fine però ad avere la meglio sono stati ancora una volta i padroni di casa, trascinati dal numero 2 che ha messo a referto il suo massimo in carriera ai playoff (37 punti), in grado di eguagliare il Dirk Nowitzki del 2011 per numero di tiri liberi segnati senza sbagliarne neanche uno (19/19). Una cifra esorbitante, superiore a quanto concesso dagli arbitri a tutti i giocatori di Memphis messi assieme (13/15 di squadra): un dato che ha mandato su tutte le furie l’allenatore avversario: “Zach Randolph, di gran lunga il giocatore più duro in campo, non ha avuto neanche un tiro libero a favore, mentre Kawhi Leonard ben 19. Nel primo tempo abbiamo tirato 19 volte dal pitturato e abbiamo conquistato soltanto sei viaggi in lunetta; gli Spurs hanno tentato 11 conclusioni da dentro l’area e sono andati 23 volte a tirare i liberi. Non sono di certo un allenatore fissato con i numeri, ma c’è qualcosa che non torna. In totale con 35 tentativi nei pressi del ferro abbiamo ottenuto soltanto 15 tentativi a cronometro fermo. Loro con 18 tiri ne hanno tentati ben 32. Il solo Leonard ne ha avuto più di tutta la nostra squadra, spiegatemi il perché”.

Il “pedigree” di Popovich

Il messaggio è chiaro: Fizdale non percepisce in campo il rispetto che i suoi giocatori meriterebbero: “Non riceviamo il trattamento che spetta a squadre forti e competitive come la nostra semplicemente perché nessuno fa scenate isteriche e perché Conley non protesta”, rincara la dose l’allenatore dei Grizzlies, dimenticando però che anche Leonard e gli Spurs in generale molto raramente assumono quel tipo di comportamenti. “Mike è un gran giocatore, che pensa soltanto a quello che riguarda il campo. Ma io non lascerò che venga trattato in questo modo. Conosco benissimo il pedigree di Popovich e so di essere soltanto un allenatore alle prime armi rispetto a lui, ma non ci faremo fregare. Questo è inaccettabile e non professionale. I miei ragazzi hanno meritato sul campo la possibilità di essere ai playoff, ma gli arbitri sembrano non volerci concedere questa chance”. Un sfogo vero e proprio, concluso in crescendo nel tono di voce via via diventato sempre più rabbioso e concluso con tanto di uscita plateale. “Carta canta”, ha esclamato Fizdale prima di sbattere la mano sul tavolo e lasciarsi alle spalle una sala stampa ammutolita. Uno sfogo che l’allenatore spera servirà ai suoi per tornare in campo più rabbiosi di prima. E magari per veder fischiare dagli arbitri qualche fallo in più contro San Antonio.