Un problema all’inguine ha costretto Lonzo Ball al forfait contro il rivale De’Aaron Fox, che ha commentato con ironia su Twitter. Poi in campo le loro riserve, Alex Caruso e Frank Mason, hanno regalato al pubblico di Las Vegas una partita divertentissima
A Las Vegas doveva essere il giorno del grande incontro tra Lonzo Ball e De’Aaron Fox, un testa-a-testa che come spesso accade (specie quando sono coinvolti i Los Angeles Lakers) aveva richiamato una gran folla al Thomas & Mack Center. Invece l’incontro tra i due è saltato, ma non per questo i tanti spettatori accorsi se ne sono andati insoddisfatti, complice l’ascesa di due protagonisti inaspettati proprio laddove ci sarebbero dovuti essere Ball e Fox. Ma andiamo con ordine: il playmaker dei Lakers ha dovuto dare forfait a poche ore dal match per un problema all’inguine che, per quanto non sia da considerarsi serio, si portava avanti già da qualche giorno e che ha aggravato dopo il back-to-back dei primi giorni. A rendere veramente interessante quello che è successo è però ciò che è accaduto prima e dopo: l’incontro era attesissimo perché la “rivalità” tra i due risale già ai loro giorni a UCLA e Kentucky, quando alle Sweet 16 del torneo NCAA Fox distrusse Ball realizzando 39 punti nella vittoria dei suoi Wildcats per 86-75, mentre Lonzo chiuse la sua carriera al college con 10 punti, 8 assist ma anche 4 palle perse (pur avendo vinto il primo incontro durante la stagione). Soprattutto, a fare rumore è stato il tweet di Fox dopo aver saputo della notizia, una emoji con un “facepalm” per commentare l’assenza del rivale. In realtà poi la point guard dei Sacramento Kings ha cancellato il tweet e davanti ai cronisti prima ha scherzato dicendo che “il mio account è stato hackerato”, poi ha riso e ha detto che stava solo cercando di alleggerire la situazione facendo una battuta. “È un agonista” ha poi continuato la quinta scelta assoluta all’ultimo Draft parlando del suo avversario. “Se è infortunato, stiamo comunque parlando della Summer League, perciò non ha senso rischiarlo. Anche quando io mi sono infortunato nel terzo quarto [chiudendo con 12 punti in 20 minuti prima di essere tenuto precauzionalmente a riposo per il resto della gara, ndr] il mio allenatore mi ha detto la stessa cosa. Alla fine, nessuno sta evitando nessuno: ci incontreremo di nuovo, siamo entrambi nella NBA per un motivo”.
Alex Caruso ruba la scena a tutti
Il mancato matchup tra i due ha lasciato spazio all’inattesa ascesa del playmaker di riserva dei Los Angeles Lakers, Alex Caruso: il 23enne, non scelto al Draft lo scorso anno dopo quattro anni a Texas A&M, ha dominato la gara nei primi due quarti e mezzo con le sue doti di tiro (7/9 dal campo per 18 punti con 4/5 da tre), playmaking (9 assist) e difesa (4 recuperi) con solo due palle perse in 30 minuti. Come spesso succede ai giocatori che escono fuori dal nulla e hanno un aspetto non consueto (con quel cognome italiano e i capelli stempiati che lo fanno sembrare più vecchio di quello che è), Caruso è diventato immediatamente un beniamino del pubblico gialloviola, che ha visto la propria squadra vincere per 95-93. Il tutto nonostante una disperata rimonta dei Kings propiziata da un altro protagonista un po’ meno inatteso, Frank Mason III: dopo quattro anni a Kansas culminati nel premio di Naismith Men's College Player of the Year, il playmaker è stato scelto con la numero 34, diventando il primo vincitore di quel premio a non essere scelto al primo giro. Ciò nonostante, è grazie a lui se Sacramento ha realizzato un parziale di 34-9 che ha riportato lo svantaggio a un possesso di distanza, grazie ai suoi 24 punti con 9/13 al tiro con 6 assist. Un’improvvisa fiammata di Buddy Hield (tre triple consecutive negli ultimi due minuti) hanno apparecchiato la tavola per un finale divertentissimo, ma le giocate di Caruso e di Vander Blue (21 punti alla fine) hanno permesso ai Lakers di tenere duro e vincere nonostante le assenze di Ball e di Brandon Ingram, la cui esperienza a Vegas è già finita dopo l’eccellente esordio. Sarà pur sempre Summer League, ma una partita divertente rimane una partita divertente – a prescindere da chi scende in campo. E chissà che Caruso e Mason non possano ripetere il loro duello nel duello anche sui campi della NBA: a volte quello che succede a Vegas non per forza deve rimanere a Vegas.