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Mercato, mezza NBA sulle tracce di Kyrie Irving: dove finirà?

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Kyrie Irving, 25 anni, in carriera ha già vinto un titolo NBA, un oro olimpico e un Mondiale da MVP (Foto Getty)

Adrian Wojnarowski di ESPN ha rivelato che quasi 20 squadre si sono informate sul playmaker in rotta con i Cleveland Cavaliers e già 6 hanno fatto offerte concrete. Ecco qual è la situazione legata al quattro volte All-Star

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Il nome di Kyrie Irving ha preso prepotentemente il centro delle voci di mercato di questo fine luglio, e probabilmente continuerà a tenere banco fino all’inizio del training camp - o fino a quando verrà scambiato. Inevitabilmente, quando un talento del genere arriva sul mercato si crea la fila per cercare di prenderlo: secondo quanto riportato dal sempre ben informato Adrian Wojnarowski di ESPN, sono state sei finora le squadre a fare un’offerta concreta ai Cleveland Cavaliers. Tra queste figurano le quattro destinazione “preferite” di Irving – San Antonio Spurs, Minnesota Timberwolves, New York Knicks e Miami Heat – ma anche L.A. Clippers e Phoenix Suns si sono fatte avanti, mentre sono circa 20 le franchigie che in un modo o nell’altro hanno chiesto informazioni ai Cavs per capire quale sia il prezzo del playmaker 25enne. A quanto pare, la richiesta è di un pacchetto simile da quello ottenuto dai Denver Nuggets per scambiare Carmelo Anthony nel 2011, vale a dire giovani giocatori, veterani pronti a contribuire subito e scelte al Draft. Lo scenario ideale per qualsiasi scambio che coinvolga una stella, ma che le ultime messe sul mercato – DeMarcus Cousins, Jimmy Butler e Paul George su tutti – non sono riuscite a procurare alle loro squadre. Proprio sul nome dell’All-Star dei Pacers il proprietario dei Cavs Dan Gilbert si è lasciato andare a un commento sibillino nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo GM Koby Altman: “Indiana avrebbe potuto ottenere molto più di quello che ha avuto…”. Amaro in bocca per la trade non andata in porto con i Cavs (pare arenatasi sulla richiesta di una prima scelta non protetta), ma anche un messaggio al suo nuovo capo della dirigenza: non abbiamo intenzione di scambiare Kyrie Irving tanto per scambiarlo.

La ricerca di informazioni riservate su Irving

Le altre squadre, nel frattempo, hanno iniziato a raccogliere informazioni riguardo a Kyrie Irving anche al di fuori del campo, per capire fino a quanto vale la pena spingersi nell’investire su di lui e quanto è cresciuto dal punto di vista personale in questi anni. Secondo quanto riportato da ESPN, Irving ha una ben nota “storia” di nottate passate in piedi fino a tardi a fare baldoria, ma non ha mai saltato gli allenamenti né si è presentato in condizioni tali da influire sul suo rendimento sul parquet (pare abbia imparato a gestirsi meglio e a scegliere quando vale la pena “fare serata”). Come compagno di squadra, Irving può essere lunatico e può vivere male un ruolo di secondo piano (come quello ricoperto dietro a LeBron James a Cleveland, ma anche con Kevin Durant per Team USA alle Olimpiadi), ma è intelligente ed è un vincente. “Guardate ogni squadra in cui ha giocato, parlate con ognuna delle persone coinvolte con lui, studiate i suoi risultati: ovunque sia sceso in campo, ha avuto un impatto sulle vittorie” ha detto a Wojnarowski un dirigente della Eastern Conference, citato in forma anonima. Sentimenti condivisi anche da un suo ex compagno (“È un animale: dimenticatevi quello che dicono su di lui fuori dal campo e prendetelo”) e un rivale nel suo ruolo (“Non mi piace come persona, ma odio giocare contro di lui: scambierei un sacco di asset per prenderlo”).

Quali richieste dai Cavs?

Ora tutto sta nel capire quale squadra vorrà spendere per lui quanto richiesto dai Cavs: i Suns, a quanto pare, non intendono offrire la quarta scelta dell’ultimo Draft Josh Jackson, mentre Miami pare aver messo sul piatto tanto Goran Dragic quanto Justise Winslow. Difficile però che Cavs e Heat, viste le storie pregresse all’epoca del primo addio di LeBron James, si mettano al tavolo a discuterne, mentre al momento i Boston Celtics – i quali certamente avrebbero il maggior numero di asset per battere qualsiasi offerta dalle altre squadre – rimangono alla finestra, anche se è improbabile che i Cavs vogliano cedere un giocatore come Irving ai principali rivali per tornare alle finali NBA il prossimo anno. Per questo, Cleveland non ha escluso nemmeno la possibilità di tenere Irving fino al training camp o anche oltre, aspettando che il 15 dicembre la maggior parte dei free agent firmati quest’estate possano essere inclusi negli scambi. Fino ad ora il GM Altman sta tenendo duro e mostrando “calma e tranquillità”, secondo quanto riferito da un dirigente rivale, ma è chiaro che le vere valutazioni sul suo operato potranno essere fatte solo quando si consumerà l’addio con Irving. La prova di fuoco, per lui, è già iniziata.