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È il giorno di NBA 2K18: tutte le novità del videogioco più amato

NBA
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Esce oggi la simulazione sportiva migliore sul mercato: ecco le novità di NBA 2K18, il videogioco più amato dagli appassionati di pallacanestro a stelle e strisce

Ogni settembre i videogiochi sportivi con cadenza annuale si ritrovano a fare i conti con la stessa domanda: come migliorare un’esperienza di gioco che è già vicina alla perfezione? È la domanda che si è dovuta fare la casa produttrice di NBA 2K, e ancora una volta è riuscita a trovare una risposta convincente per migliorare ancora di più la miglior simulazione sportiva sul mercato. Il videogioco — in vendita anche in versione "Legend" da oggi su PlayStation 4, PlayStation 3, Xbox One, Xbox 360 e PC, mentre la versione per Nintendo Switch sarà disponibile dal 17 ottobre, data di inaugurazione della nuova stagione — è stato presentato a Milano nei giorni scorsi alla presenza di Rob Jones, senior producer del videogioco, e due ospiti d’onore come Alessio Romagnoli, difensore del Milan e appassionato di videogames, e Emis Killa, che con la sua “Cult” fa parte della colonna sonora di NBA 2K18. Abbiamo avuto anche la possibilità di mettere brevemente le mani su una versione demo del gioco, e la sensazione che ne abbiamo avuto è stata fortemente positiva.

“Vita di quartiere”: NBA 2K incontra GTA

La novità più importante di NBA 2K18 si chiama “Vita di quartiere”, o “Run the Neighborhood” in inglese: in pratica non esistono più i menù attraverso i quali muoversi, ma tutto si trova in un quartiere all’interno del quale il videogiocatore si muove liberamente e fa quello che vuole, come se fosse in una versione (molto ridotta, ovviamente) di un open world in stile GTA. “Negli anni abbiamo capito che MyPlayer è il centro da cui parte ogni esperienza di gioco di 2K, e abbiamo visto che i nostri utenti prima provano a immedesimarsi nel proprio giocatore e solo dopo passano al resto delle modalità come MyGM o MyTeam” ha dichiarato Rob Jones. “Quest’anno abbiamo deciso di creare un paio di isolati di quartiere in cui ti trovi con tutti gli altri user, creando un mondo più interattivo e social ma soprattutto competitivo, visto che si può giocare ai campetti con gli altri alla ricerca di arrivare al livello 99. Tutta l’esperienza del gioco, in pratica, si concentra lì, unendo MyPlayer, MyPark e Pro-Am in un quartiere vivo dove si ha casa, dove ci sono negozi, dove si incontrano persone che ti danno obiettivi da raggiungere o eventi a cui partecipare”. L’idea è quella di ridare al giocatore la libertà di vivere la propria esperienza personale in un ambiente creato appositamente attorno a lui: “Dopo il film con Spike Lee in NBA 2K15 abbiamo visto che la gente non si immedesimava nel giocatore, perché la storia andava avanti con o senza di loro, non rifletteva quello che pensava o faceva il giocatore. Ora invece tutte le scelte che fai nelle le scene determinano come procede l’esperienza, passando da un gioco lineare, in cui si andava da un punto A a un punto Z, a uno in cui tutto è in mano al giocatore. Volendo si può anche andare avanti nello sviluppo del giocatore senza disputare nessuna partita della NBA — cosa impensabile negli anni scorsi”.

I cambiamenti nel gameplay: un movimento tutto nuovo

La novità più grande per quanto riguarda il gameplay, che rimane comunque il fulcro del gioco e dell’esperienza del videogiocatore, coinvolge il cuore stesso del campo, ovvero i movimenti dei giocatori sul parquet: “Cambiare il sistema di movimento è stato un lavoro enorme, tanto che non eravamo nemmeno sicuri di poterlo farlo girare a 60 fps, e solo fino a maggio abbiamo deciso di portarlo avanti e implementarlo nel nuovo gioco, altrimenti saremmo tornati al sistema precedente. Il risultato però ci soddisfa tantissimo: la cosa che fa la differenza è che abbiamo un gruppo di persone che ama il gioco e ama i singoli giocatori, e se i nostri giocatori non si muovono come le controparti reali, non sentiamo di aver fatto bene il nostro lavoro. Ogni anno ci avviciniamo un po’ di più ai giocatori veri, tanto che se si paragonano i movimenti di questo gioco a quello del 2015 o anche solo a quello del 2017, la differenza è enorme”. In effetti, dopo averlo provato brevemente prima della presentazione, la sensazione che ci sia qualcosa di diverso colpisce immediatamente gli appassionati di lungo corso: i giocatori si muovono più lentamente rispetto al passato (e questo è un bene, visto che a tratti il gioco diventava fin troppo frenetico), i crossover sono più “ampi”, ma soprattutto il tiro è estremamente personalizzato. Se non si conoscono le meccaniche di tiro dei vari giocatori, i risultati che ne escono sono diversissimi — perché ad esempio basta un attimo per caricare il tiro di Lonzo Ball (a proposito, la meccanica è perfettamente strana come quella di quello reale) mentre ci vuole decisamente di più per azionare uno come Luol Deng, e ogni giocatore è effettivamente unico.

I cambiamenti della grafica: dai corpi dei giocatori alla cover di Kyrie Irving

Un altro cambiamento di questa versione di NBA 2K è la parte grafica, che è stata rivoluzionata per l’ingresso di un nuovo membro nel gruppo di lavoro: “Una delle cose di cui sono orgoglioso è la grafica di quest’anno, che è stata fatta da un mio amico e collega che lavorava ai visual effects di Disney” ha detto Jones. “Lo avevo già proposto in passato, ma i miei capi erano restii all’idea perché non aveva esperienza nei videogiochi. Io ripetevo solo: ‘Ma se faceva i film della Disney, perché non dovrebbe essere in grado di farlo in un gioco come il nostro?’. Questa volta finalmente sono riuscito a farlo assumere e la prima cosa che ha fatto è stata cambiare le facce, i corpi e i vestiti di tutti i giocatori — e la differenza si vede”. Non solo: anche l’artwork della copertina del gioco è diversa rispetto al passato, per quanto la trade che ha portato Kyrie Irving dai Cleveland Cavaliers ai Boston Celtics abbia cambiato le carte in tavola. Le prime copie del videogioco usciranno inevitabilmente in maglia Cavs, visto che erano già state prodotte e distribuite, ma 2K ha già messo in circolo quelle con la maglia di Boston, che prenderanno il posto delle vecchie non appena queste saranno esaurite. Non resta che cercare ci accaparrarsene una e iniziare a giocare, in attesa che cominci anche la stagione della NBA reale.

LA COPERTINA DEL GIOCO