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Hanno cambiato molto, come conseguenza dell'addio a Chris Paul. Tanti volti nuovi, tra cui spicca quello del nostro Danilo Gallinari, nuovo innesto in una frontline esplosiva con Blake Griffin e DeAndre Jordan. Ma dall'Europa arriva anche Milos Teodosic, a portare genio e creatività. Ecco i nuovi Clippers
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DANILO GALLINARI | L'ala piccola che i Clippers hanno sempre cercato per completare il loro quintetto, arrivata fuori tempo massimo ora che a L.A. hanno perso Paul e Redick e si devono costruire equilibri tutti nuovi. Dei tanti nuovi arrivati è sicuramente il giocatore su cui coach Rivers punta di più: porta in dote più di 18 punti a sera e la possibilità di schierare quintetti molto diversi tra loro tatticamente
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DEANDRE JORDAN | Solo un anno fa era nel primo quintetto NBA, votato miglior centro della lega (nel terzo, invece, la stagione appena passata). A grandi onori, si sa, corrispondono grandi oneri, e ora che non c’è più Paul a Jordan non basterà più produrre l’ennesima stagione in doppia doppia tirando il 70% dal campo (ma anche il 48% ai liberi, purtroppo). Oggi la squadra guarda a lui e a Griffin come ai propri naturali leader: è la sfida più grossa che attende DJ.
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LE GUARDIE | In quattro per due ruoli, con la coppia Beverley-Rivers al momento favorita per il quintetto e il duo Teodosic-Williams pronto ad alzarsi dalla panchina. La situazione nel backcourt di L.A. però rimane fluida, e non è da escludere che le combinazioni tra questi 4 giocatori saranno tutte esplorate da coach Rivers nel corso della prima metà di stagione, per valutare i migliori equilibri di squadra.
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I LUNGHI | Danilo Gallinari non ha fatto mistero della suo opinione verso i “Big Three” di casa Clippers: “Siamo il reparto lunghi più forte di tutta la lega”, ha affermato in più di un’occasione. Ora tocca provarlo, in campo. Più ancora della loro presenza in campo contemporanea, intriga la possibilità di trovare soluzioni diverse con l’azzurro da 4 al fianco sia di Griffin (quintetto piccolo) che di Jordan, con un altro atleta in più sul perimetro (che sia Sam Dekker o Wesley Johnson).
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SAM DEKKER | Come per Gallinari, versatilità e centimetri (208, per un giocatore a suo agio soprattutto nello spot di ala piccola) giocano tutti a suo favore per poter entrare con convinzione nelle rotazioni di Doc Rivers. Ottime doti atletiche, deve metterle in campo anche difensivamente, visto che va a ricoprire il ruolo che è stato di Mbah a Moute, che dei Clippers era il miglior difensore perimetrale. In attacco è chiamato a migliorare il tiro da fuori (solo il 32% dall’arco).
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BLAKE GRIFFIN | Un’annata tribolata da mettersi alle spalle, un presente che potrebbe essere l’inizio di una fase nuova della sua carriera: da franchise player, un’investitura ricevuta tanto sul campo (anche in seguito alla partenza di Paul) che fuori (il nuovo contratto). Più che nelle cifre, i miglioramenti devono arrivare nell’atteggiamento e nella capacità di guidare il gruppo. Tutto da verificare.
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MILOS TEODOSIC | Come rimediare alla perdita di uno dei migliori passatori della lega? Accogliendone a roster un altro – ovviamente diverso per caratteristiche, ma sicuramente non inferiore sul singolo fondamentale. L’incognita riguarda tutto il resto, anche se l’esperienza ad alti livelli maturata in Europa dovrebbe favorire il processo di adattamento di Teodosic al basket NBA.
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LOU WILLIAMS | Uno di quei giocatori che di solito non risentono troppo delle diverse situazioni in cui sono chiamati a esibirsi (certo, magari avere Mike D’Antoni in panchina aiuta). Williams ha fatto della sua capacità di metter punti a tabelloni il motivo per cui da 14 anni trova sempre un contratto NBA, sempre in doppia cifra uscendo dalla panchina (a eccezione delle prime due stagioni) fino agli oltre 18 punti a sera fatti registrare l’anno scorso ai Lakers (terzo dietro a Eric Gordon e Andre Iguodala per il ruolo di Sesto Uomo dell’Anno).
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MONTREZL HARRELL | Ci sarà spazio dietro a Griffin e Jordan per il muscolare ex Rockets, giocatore interno per definizione (65% dal campo, nessun tipo di pericolosità dal perimetro) che fa dell’atletismo e dello sforzo le cifre stilistiche del suo gioco. Al secondo anno a Houston ha raddoppiato minutaggio e produzione, ai Clippers si aspettano che anche a L.A. continui la sua progressione.
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DOC RIVERS | Liberato dal ruolo di Presidente, libero ora di concentrarsi unicamente sulla gestione tattica della squadra, Rivers è chiamato a dare la sua impronta a questi nuovi Clippers, ora che un giocatore fortemente condizionante come Paul non è più in città. Più movimento di palla – Teodosic e Gallinari dovrebbero aiutare – più ritmo, forse anche più spettacolo, ma perché si possa far strada ai playoff a L.A. deve migliorare soprattutto la difesa.