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Speciale 2017-18: Los Angeles Lakers, non è ancora il momento di fare festa. E Lonzo?

NBA
Brook Lopez, coach Luke Walton, Brandon Ingram e Lonzo Ball (Foto Getty)
Copertina

Un occhio al presente e soprattutto uno al futuro in casa Lakers, dove già si sogna in vista della sessione di mercato della prossima estate. A metterci gli effetti speciali invece ci penserà Lonzo Ball: i riflettori nei prossimi mesi saranno tutti puntati su di lui

Un recente studio pubblicato da ESPN relativo ai ricavi delle franchigie NBA ha lasciato perplessi molti osservatori: nonostante l’ottimo stato di salute della Lega infatti, ben nove squadre hanno chiuso con i conti in rosso la passata stagione, al netto anche della parziale redistribuzione effettuata secondo regolamento, prima della quale erano ben 14 le franchigie in perdita. Nonostante il record da 26 vittorie e 56 sconfitte e il 28° posto finale in regular season, i Los Angeles Lakers continuano a essere la squadra che guadagna più di tutte, portando a casa ben 115 milioni di dollari di utile; 25 in più dei Golden State Warriors campioni NBA e secondi per ricavi. Uno scollamento tra risultati sportivi ed economici legato al passato glorioso della franchigia, al mostruoso contratto televisivo portato a casa dal presidente Jerry Buss prima di lasciare la presidenza alla discendenza e a un blasone che rende unico l’appeal di una squadra che è pronta a giocarsi questa carta sul mercato la prossima estate. Vincere in NBA infatti è un traguardo di valore assoluto, farlo con indosso la canotta dei Lakers ha però un sapore diverso: lo sa bene Paul George, che a Los Angeles è nato e vuole tornare a respirare l’aria di casa, e soprattutto lo crede LeBron James, secondo diverse fonti pronto a un’eventuale scambio che con il passare delle settimane sta lasciando la dimensione del fanta-mercato e diventando sempre più uno scenario plausibile. Il logo sulle canotte con la scritta “Lakers” però, non basta. Per questo coach Walton è pronto sin da questa stagione a costruire l’habitat ideale per accogliere le stelle che dovranno arrivare la prossima estate. A prendersi la scena ci ha già pensato Lonzo Ball, uno dei rookie più attesi e discussi dell’ultimo decennio, già leader dello spogliatoio giallo-viola prima ancora di esordire in una gara ufficiale con i losangelini. Al suo fianco Brandon Ingram, in rampa di lancio e altro riferimento certo in un roster che dovrà dimenticare in fretta i tanti punti interrogativi legati al futuro contrattuale di molti. Brook Lopez, Kentavious Caldwell-Pope, Julius Randle, Corey Brewer e tutti gli altri con un solo anno di contratto dovranno infatti dimostrare di meritare una riconferma, magari accontentandosi nella prossima sessione di mercato di cifre inferiori. E questo forse, potrebbe non bastare.

RECORD 2016-17: 26-56 (4^ nella Pacific Division, 14^ nella Western Conference, 28° posto in NBA)

PLAYOFF: No

UNDER/OVER 2017-18: 33.5

Roster:

LONZO BALL | Tyler Ennis, Briante Weber

KENTAVIOUS CALDWELL-POPE | Jordan Clarkson, Josh Hart

BRANDON INGRAM | Luol Deng, Corey Brewer

JULIUS RANDLE | Larry Nance Jr., Kyle Kuzma

BROOK LOPEZ | Ivica Zubac, Thomas Bryant, Andrew Bogut

Allenatore: Luke Walton

GM: Rob Pelinka

Tre domande per capire la stagione dei Los Angeles Lakers

Lonzo Ball: tema a piacere

La stagione dei Lakers inizia e finisce con la “L”, non tanto e non solo quella di sconfitta, ma quelle che delimitano i confini del nome e del cognome del giocatore più atteso dai losangelini, quel Lonzo Ball che si è preso la scena grazie al talento mostrato a UCLA (qui la nostra scheda) e anche a causa di un padre tanto ingombrante quanto adatto a un palcoscenico come quello hollywoodiano. Concetti come pressione e livello di aspettativa sulle spalle di Lonzo Ball infatti sembrano avere un effetto totalmente opposto rispetto a quanto accade al resto del mondo: dove gli altri tenderebbero ad allentare la presa, lui in maniera sistematica invece porta un po’ più in alto l’asticella. “È come se il gioco per lui fosse un po’ più lento rispetto che a tutti gli altri in campo”, dice Walton. “Può diventare la miglior point guard della storia del Gioco”, aggiunge Randle. E così via, in un interminabile crescendo di frasi a effetto e complimenti spesso elargiti con incredibile anticipo sui tempi. Soltanto il parquet infatti ci darà una risposta definitiva; quella che noi non vediamo l’ora di ricevere.

E il resto del roster?

La lunga serie di contratti a termine rende davvero labile la situazione dei tanti giocatori che hanno incollata addosso la targhetta con la scadenza “30 giugno 2018”. Brook Lopez e Kentavious Caldwell-Pope avranno tanti minuti a disposizione per prendersi un buon volume di tiri e magari dimostrare di poter essere funzionali anche in ottica futura alla squadra, mentre Julius Randle potrebbe diventare una pedina di scambio prima che la free agency lo metta a disposizione di tutti sul mercato la prossima estate. Il prospetto a cui viene chiesto un decisivo passo in avanti invece è Brandon Ingram, che in questo secondo anno NBA deve prendersi spazio, tiri e soprattutto responsabilità, nonostante la giovane età. Lui e Lonzo infatti potrebbero essere l’esca con cui pescare free agent nella prossima sessione di mercato.

Si potrà davvero fare incetta di campioni la prossima estate?

Forse, anche perché i presupposti ci sono davvero tutti. Dopo un triennio di scelte che hanno convinto soltanto in parte (basta pensare alla fine fatta da D’Angelo Russell, scambiato per un anno di Brook Lopez e diventato il pretesto per potersi disfare del contratto di Mozgov), la dirigenza dei Lakers guidata da Magic Johnson e Rob Pelinka (anche loro figli della rivoluzione degli ultimi mesi) ha deciso di fare tabula rasa di contratti più o meno giustificabili firmati negli anni precedenti e di liberare talmente tanto spazio salariale da poter puntare a due super-contratti tra nove mesi. Tolti i 18 milioni di Luol Deng infatti, resta una voragine che permetterà di offrire massimi salariali a destra e manca. Basterà dunque soltanto far passare il messaggio che la festa sta per iniziare. Dopo un lustro passato a perdere, sarebbe impossibile continuare su quella strada.

Obiettivi

Mai come in questa annata sarà inutile guardare al record, al numero di vittorie e al risultato raggiunto a fine stagione. Il materiale umano a disposizione non è tale da poter pensare di ambire a un posto ai playoff a Ovest e allo stesso tempo la scelta al primo giro al Draft, finita nel frattempo nelle mani dei Celtics, non giustificherebbe un eventuale tanking sfrenato. La parola chiave sembra dunque essere rebuilding, nel senso più letterale del termine. Con buona pace dei tifosi giallo-viola.