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Speciale NBA 2017-2018: Orlando Magic alla ricerca di un senso

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Migliorare è la parola d'ordine e i Magic possono farlo in due modi: confidando nella crescita di un quintetto che ritorna al gran completo e approfittando di quattro innesti chiamati, ognuno a suo modo, a contribuire fin da subito. Ma i playoff restano lontani

Due le prospettive da cui si possono analizzare gli Orlando Magic 2017-18, che presentano lo stesso quintetto base con cui hanno chiuso lo scorso anno (Payton, Fournier, Ross, Gordon, Vucevic) e ritornano nove giocatori di quel roster. Il bicchiere mezzo pieno: la continuità è un aspetto importantissimo nel costruire i successi di una squadra NBA e coach Vogel (il primo allenatore confermato alla guida dei Magic per il secondo anno consecutivo dal 2014-15)  non deve perder tempo a inserire facce nuove e trovare nuovi equilibri. Il bicchiere mezzo vuoto: confermare lo stesso personale e aspettarsi risultati diversi (dalle 29 vittorie dello scorso anno) appare quantomeno irrazionale (se non completamente folle). Le poche certezze dei nuovi Magic stanno nell’abbandono definitivo del progetto Gordon da tre, visto che ora in ala piccola c’è Terrence Ross e lo schiacciatore n°4 di Orlando può scalare al fianco di Vucevic, unico vero lungo del quintetto. Quintetto che Vogel vuole più vicino ai dettami dello small ball in auge oggi, anche se il penultimo posto di squadra per percentuale da tre punti esibito l’anno scorso (sotto il 33%) racconta di una penuria di tiratori affidabili per allargare il campo (né Payton, né Hezonja, né Ross verranno mai confusi per cecchini infallibili dall’arco). Anche la parola potenziale sembra aver esaurito la sua connotazione magica, lasciando dubbi sulla tempistica dell’esplosione (o sull’esplosione tout-court) di talenti come Gordon, Ross, Hezonja (o lo stesso Payton), che hanno questa stagione come ultimo banco di prova. Se non compiono il salto di qualità atteso, il nuovo  management insediatosi in Florida (Jeff Weltman e John Hammond) per l’estate promette grandi rivoluzioni. Con buona pace della continuità. 

RECORD 2016-17: 29-53 (5° Southeast Division, 13° Eastern Conference)

PLAYOFF: no

OVER/UNDER 2017-18: 33.5 (23°)

Roster

ELFRID PAYTON | D.J. Augustin, Shelvin Mack
EVAN FOURNIER | Mario Hezonja, Wesley Iwundu
TERRENCE ROSS | Jonathon Simmons, Arron Afflalo
AARON GORDON | Jonathan Isaac
NIKOLA VUCEVIC | Bismack Biyombo, Marreese Speights

ALLENATORE: Frank Vogel

GM: John Hammond

Tre domande per raccontare la prossima stagione

Chi è il giocatore più importante del roster?

Un occhio al libro paga porterebbe a rispondere facendo il nome di Evan Fournier, l’esterno francese a cui la società non più tardi della scorsa estate ha allungato un contratto di cinque anni per 85 milioni di dollari (sono 17 all’anno fino al 2020-21). L’upside del n°10 dei Magic però non entusiasma più di tanto, mentre l’Elfrid Payton visto lo scorso anno quando Vogel ha cambiato l’assetto tattico della squadra (dopo la cessione di Ibaka) autorizza qualche entusiasmo in più. Con un quintetto più basso e atletico (finito l’esperimento coi due lunghi classici), Payton ha approfittato di ritmi più alti e campo aperto per mettere in fila tre triple doppie in otto giorni (!). Verrebbe da gridare al fenomeno, se non ci si ricordasse anche delle due volte in cui coach Vogel – scontento del suo rendimento – aveva precedentemente ritenuto opportuno escluderlo dal quintetto. Un motivo in più, nel bene e nel male, per ritenere la point guard di Orlando il giocatore barometro dell’intero roster.

Ci sono giocatori con potenziale da All-Star a disposizione di coach Vogel?

In un’epoca di “Big Three” o superteam a Orlando si accontenterebbero di poter contare su un All-Star, che oggi non c’è e che soprattutto neppure si intravede all’orizzonte. Non è un dettaglio da poco in una lega definita dallo star power dei propri protagonisti e senza una presenza del genere diventa quasi automaticamente vietato cullare qualsiasi tipo di illusione.

Quanto possono influire i nuovi arrivati in estate?

Ci sono almeno quattro nomi nuovi destinati ad avere comunque un certo impatto nella stagione degli Orlando Magic. La curiosità principale è per Jonathon Simmons, proveniente da un contesto vincente come quello di San Antonio dove è cresciuto con dosi ben calibrate di bastone&carota somministrategli da Gregg Popovich. Qui ha la chance di ritagliarsi un ruolo maggiore, perché la sua fisicità e la capacità di avere impatto sulla partita (sia offensivamente che difensivamente) dovrebbero essere molto apprezzate da coach Vogel. Se il contributo di due veterani come Afflalo e Speights è più facilmente pronosticabile, quello della matricola Jonathan Isaac è invece il fattore x nella stagione dei Magic. Lungo mobile e dinamico, difensivamente può già aiutare – cambiando su più avversari e usando i suoi centimetri per intimidire sotto canestro – ma la scelta spesa al n°6 all’ultimo Draft è giustificabile più in chiave futura che per riscuotere un dividendo immediato.

Obiettivi

Miglioramenti interni. Questa la parola d’ordine a Orlando, l’obiettivo stagionale per una franchigia che riconosce di non essere ancora da playoff e che quindi dichiara di accontentarsi nel monitorare i progressi di un nucleo quasi interamente confermato. L’impressione però è che la pazienza non sia infinita: se i vari Payton, Ross, Gordon e compagni non dimostrano di poter recitare un ruolo da protagonisti nella lega, i Magic sono pronti a voltar pagina e orientarsi altrove.