È arrivato Dwight Howard in estate, ma lo zoccolo duro della squadra è rimasto esattamente lo stesso, con Kemba Walker a dirigere le operazioni e chiamato a non perdere il treno playoff anche in questa stagione
In una Conference in cui avere un All-Star è diventato un lusso non da poco, gli Charlotte Hornets si ritrovano a ricoprire l’inedito ruolo di “squadra da playoff” grazie alla capacità di leadership di Kemba Walker, nonostante la post-season negli ultimi anni sia stato un piacevole appuntamento a fasi alterne. Stando al calendario in fondo, questo dovrebbe essere l’anno da partite d’aprile dopo essere rimasti a casa davanti la tv qualche mese fa. Walker infatti ha dimostrato di essere con pieno merito una delle prime dieci point guard della Lega, spesso necessario per tirare fuori dalle secche un attacco che senza di lui faticava a superare i 100 punti di Offensive Rating e che con lui saliva a 109. Lui, Batum e Howard rappresentano un trio dalla sicura affidabilità, attorno al quale giocatori atipici come Williams, Kidd-Gilchrist, Zeller e Kaminsky spesso si riveleranno decisivi nel marcare la differenza tra vittoria e sconfitta. Il calo del supporting cast dopo la partenza convincente in regular season è stata una delle ragioni per il mancato approdo ai playoff della scorsa primavera, in una squadra spesso incapace di trovare punti dalla panchina che non fossero realizzati dal nostro Belinelli. A pesare nel lungo filotto di sconfitte infatti fu l’assenza di Zeller: con lui il record è stato di 33-29, senza invece arrivò un drammatico 3-17. Adesso però in campo, almeno per la palla a due, ci sarà Dwight Howard e questo sarà una delle tante novità a cui dovrà mettere mano coach Clifford, alla disperata ricerca di canestri dall’arco. Gli Hornets dovranno puntare ad alzare il modesto 35% dall’arco messo a referto, nonostante la contemporanea presenza sul parquet di giocatori facilmente battezzabili dalle difese: nella NBA del 2017 decongestionare gli spazi è fondamentale, per quello Frank Kaminsky e il neo arrivato Malik Monk sanno sempre di poter avere un’opportunità da giocarsi. Un cantiere in piena evoluzione dunque, con un’unica parola scritta sulla lavagna in spogliatoio: postseason.
RECORD 2016-17: 36-46 (4^ Southeast Division, 11^ Eastern Conference, 20° posto in NBA)
PLAYOFF: no
UNDER/OVER 2017-18: 42.5
ROSTER
KEMBA WALKER | Michael Carter-Williams, Julyan Stone
NICOLAS BATUM | Jeremy Lamb, Malik Monk, Dwayne Bacon
MICHAEL KIDD-GILCHRIST | Treveon Graham
MARVIN WILLIAMS | Frank Kaminsky
DWIGHT HOWARD | Cody Zeller, Johnny O'Bryant III
ALLENATORE: Steve Clifford
GM: Rich Cho
Howard può ancora essere un fattore nella NBA del 2017?
La trade dell’estate in casa Hornets è quella che ha portato in North Carolina Dwight Howard, costringendo Belinelli ad andar via dopo una sola stagione a Charlotte; il centro diventato un oggetto misterioso ormai da qualche anno e lontano parente del dominatore visto sul parquet sul finire della prima decade del nuovo millennio. Con il passaggio ai Lakers del 2012 – quello che avrebbe dovuto portare i Big Four Nash-Bryant-Gasol-Howard al titolo -, è iniziato invece il declino fisico, prima ancora che tecnico di un Superman che ha smesso di volare. Non essere più un supereroe però, non vuol dire di certo non avere più un’utilità su un parquet NBA. Anzi. Howard è il leader tra tutti i giocatori in attività per numero di stoppate messe a referto (1.916), rimbalzi (12.089), rimbalzi offensivi (3.392) e l’elenco potrebbe allungarsi ancora per molto. L’idea è: esperienza, doppie doppie e intimidazione non mancano. In una Lega di strech-five e tiratori in ogni angolo, Howard continua a offrire solide realtà. A Est potrebbero bastare per togliersi qualche soddisfazione.
L’infortunio a Batum: una potenziale svolta?
A complicare i piani però ci si è messa anche la sfiga: Nicolas Batum ha già fatto sapere che il suo gomito sinistro ha fatto i capricci in preseason e sarà costretto a lasciare il posto in quintetto ad altri per almeno un mese. Coach Clifford non sembra avere dubbi, promuovendo Jeremy Lamb tra i titolari e offrendo a lui una chance che potrebbe andare a prendersi anche Malik Monk - la scelta numero undici all’ultimo Draft, finita un po’ per caso nelle mani degli Hornets che non speravano di poter accaparrarsi un pezzo così pregiato. Monk infatti era ritenuto da molti il miglior realizzatore puro a disposizione in uscita dal college e in generale potrebbe essere uno steal non da poco. Giocarsi la carta Batum dai primi di dicembre avendo già testato il nuovo arrivo potrebbe essere conveniente: schierare a lungo sul parquet una guardia con tanti punti nelle mani sarebbe un ulteriore passo in avanti.
Il contratto di Kemba Walker: un’occasione persa?
Il più grande rimpianto in casa Hornets è di certo quello di aver avuto la fortuna di mettere sotto contratto un giocatore come Walker per soli 12 milioni di dollari all’anno in un periodo di piena espansione del cap. Premesse perfette per portare a casa quantomeno un’altra star di primo livello, il preludio necessario nella NBA moderna per puntare al vertice. I 99 milioni di dollari in quattro anni a Batum e gli 81 in combinata garantiti al duo Williams- Kidd-Gilchrist nel prossimo triennio hanno però riempito il cap e non il boxscore, portando ormai a scadenza il contratto di Walker che adesso si ritrova di fronte a un bivio paradossale, comune a diversi All-Star nel pieno della loro carriera: restare a Charlotte dopo il 2019 per fare cassa, consapevole di avere modeste aspettative di successo, oppure cercare l’occasione di puntare al titolo da un’altra parte, dovendo per forza di cose recitare la parte del terzo violino soprattutto a livello economico? Un paio di stagioni di successo da parte di Charlotte potrebbero spazzare via le nubi e i dubbi, ma a metterci lo zampino dovrà essere prima di tutto lo stesso Walker.
Obiettivi
Ero il primo degli scettici nel momento in cui dovevo iniziare a scrivere questa preview, ma mi rendo conto che i playoff sono oggettivamente un obiettivo alla portata dei ragazzi di coach Clifford, visto che alle spalle delle Big Five (Cavs, Celtics, Wizards, Raptors e Bucks), le tre squadre che cinque mesi fa sono andate ai playoff hanno perso decisamente quota (Pacers, Bulls e Hawks), lasciando dunque spazio alle potenziali Charlotte di questo mondo. Starà a Kemba Walker e compagnia andarlo a occupare.