
Un progetto fisico e tattico unico in tutta la lega da costruire a un talento come quello di Giannis Antetokounmpo: ecco gli uomini a disposizione di coach Jason Kidd - LA GUIDA COMPLETA AI MILWAUKEE BUCKS

L’uomo copertina della squadra non può che essere Giannis Antetokounmpo, ma i destini della stagione dei Milwaukee Bucks passeranno anche da quello che riusciranno a fare Malcolm Brogdon e Khris Middleton. I compagni di backcourt dei Bucks avranno il compito di raccogliere il testimone del greco quando quest’ultimo dovrà riposarsi o si vedrà raddoppiato e triplicato, mettendo a frutto le loro doti palla in mano per tenere in piedi l’attacco di coach Kidd - specialmente in attesa di Jabari Parker.

MALCOLM BROGDON | Il primo Rookie dell’Anno a non essere stato scelto al primo giro del Draft è pronto a confermare quanto di buono fatto vedere nella sua sorprendente stagione d’esordio. Playmaker con stazza (196 centimetri) e doti di tiro (40% da tre), è un pezzo fondamentale della squadra tanto in difesa quanto in attacco

KHRIS MIDDLETON | Il suo rientro nella scorsa stagione ha cambiato il volto della squadra, che con lui (e senza Parker) ha ricominciato a volare. Ha tutte le caratteristiche perfette per fungere da spalla di una stella: non sporca il foglio, difende forte su tutti, tira benissimo e punisce i giocatori più bassi di lui sui campi. Non ha il talento puro per potersi far carico di un attacco da solo, ma è uno dei migliori giocatori di complemento dell’intera lega

TONY SNELL | Sembrava che la sua carriera stesse andando a rotoli dopo l’esperienza interlocutoria di Chicago, ma nel sistema di coach Kidd si è trovato da subito a meraviglia, tanto da guadagnarsi un rinnovo quadriennale da 46 milioni. Si è rivelato un tiratore sorprendentemente affidabile (40% su 4.4 tentativi a partita) mostrando anche una discreta chimica con Giannis - viatico fondamentale per avere lunga vita a Milwaukee

GIANNIS ANTETOKOUNMPO | Senza girarci troppo intorno, è il motivo per cui guardare Milwaukee: da ogni azione potrebbe scaturire una perla, da ogni possesso difensivo un highlight sensazionale. Ma è soprattutto l’impatto sulla partita, sia tecnico che fisico che mentale, a fare spavento, specialmente considerando la giovane età e da dove arriva. Senza alcun dubbio il giocatore più elettrizzante dell’intera NBA

THON MAKER | La sua presenza in posizione di 5 regala ai Bucks una versatilità e una mobilità del tutto uniche nel panorama NBA, permettendo a Kidd di cambiare su tutti i blocchi e costringere gli avversari a tirare contro una selva di braccia lunghissime. Nel suo primo anno è risultato inevitabilmente perso in più di un’occasione, ma ha margini di miglioramento enormi

MATTHEW DELLAVEDOVA | Campione NBA nel 2016, l’esplosione di Brogdon lo ha retrocesso a un ruolo più consono come cambio della point guard, ma porta in dote una solida mentalità difensiva e precisione al tiro (anche se non ai livelli di quando giocava con LeBron James). Ha già mostrato un’intesa notevolissima con Giannis, che lo ha definito “il miglior compagno di squadra che io abbia mai avuto”

JASON TERRY | Passano gli anni, ma il vecchio “Jet” un contratto lo strappa sempre: comincia la sua 19esima stagione nella NBA e anche nella sua ultima annata, alla veneranda età di 39 primavere, ha giocato 18 minuti di media su 74 partite tirando col 43% da tre punti. Se gli arriva un pallone e non è marcato, lo butta dentro - anche se per il resto il contributo si limita allo spogliatoio

STERLING BROWN | Scelto al Draft con la numero 46 dai Philadelphia 76ers, i suoi diritti sono stati scambiati con Milwaukee a inizio luglio in cambio di denaro. Fratello minore di Shannon Brown (visto anche ai Lakers), porta in dote un 45% da tre al college che tornerà certamente utile se confermato anche al piano più alto

RASHAD VAUGHN | Lanciato anche in quintetto per sei partite quando era un rookie, nell’ultima stagione ha perso minutaggio e considerazione pur avendo migliorato (non di molto) le atroci percentuali al tiro del primo anno in NBA. Profilo fisico interessante, ma ancora piuttosto lontano dal capire come poter dare un contributo

GERALD GREEN | Partire in quintetto ai playoff come arma tattica per coach Brad Stevens non gli è bastato per guadagnarsi un contratto garantito, dovendosi accontentare di un accordo per il training camp cercando di guadagnarsi un posto in rotazione. Nel caso non ci riuscisse (è in competizione con Brandon Rush), può essere uno di quei giocatori su cui le altre 29 potrebbero scommettere a stagione in corso

D.J. WILSON | Scelta numero 17 dell’ultimo Draft, si inserisce nel lunghissimo solco di giocatori lunghissimi, super atletici e con potenziale inesplorato. A differenza degli altri sembra avere maggiore talento offensivo, grazie soprattutto a un’ottima mano anche dalla distanza: se confermerà il 37% da tre del college, potrebbe trovare posto in rotazione uscendo dalla panchina

MIRZA TELETOVIC | Nei suoi primi cinque anni in NBA ha alternato stagioni sotto la media della NBA da tre punti a stagioni sotto la media: questo dovrebbe essere uno degli anni “buoni”, toccando di nuovo il 39% tenuto nel 2014 e nel 2016 a Brooklyn e Phoenix. Sembra aver fatto abbastanza il suo tempo a Milwaukee, specialmente dopo l’arrivo di Wilson nel suo ruolo

JOHN HENSON | L’idea di John Henson è sempre stata più forte della sua reale controparte in campo: pur mostrando sprazzi, non è riuscito a mettere insieme le doti fisiche e quelle tecniche per diventare un giocatore di rotazione, specialmente per limiti di concentrazione. Rapidamente uscito dalle grazie di coach Kidd, anche per lui i giorni in Wisconsin potrebbero essere contati

GREG MONROE | I limiti difensivi e il potenziale di Maker gli chiudono le porte del quintetto base, ma in uscita dalla panchina come sesto uomo ha vissuto una delle stagioni più efficienti della sua carriera, fungendo da punto cardine della second unit. Non avrà piedi rapidi, ma le mani sono veloci e la lettura del gioco è di livello anche in difesa (1.8 recuperi su 36 minuti), mentre in attacco rimane una delle opzioni più affidabili quando non si riesce a creare qualcosa

JABARI PARKER | Il vero ago della bilancia della franchigia: se riuscisse a diventare quello che il talento promette, i Bucks potrebbero giocarsela quasi con tutti a Est; se invece gli infortuni al ginocchio si rivelassero insormontabili, questo gruppo potrebbe non arrivare neanche a 50 vittorie - uno spreco enorme degli anni migliori di Antetokounmpo