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NBA, giornalista omonimo accusato su Twitter: “Non puoi chiamarti come Aaron Gordon”. E il tweet diventa virale

NBA

Un freelence ha condiviso su Twitter una surreale conversazione avuta con un hater, che lo accusava di avere impropriamente lo stesso nome del giocatore NBA. La conversazione è diventata talmente virale che anche l'ala degli Orlando Magic è intervenuto per commentare

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Internet, come ormai avrete imparato a vostre spese o a spese di altri, è un posto strano. Ma è difficile trovare un’esperienza più surreale rispetto a quella vissuta da Aaron W. Gordon, giornalista freelance ex di VICE Sports che si è visto attaccato in privato su Twitter perché… omonimo dell’Aaron Gordon degli Orlando Magic. “Amico devi davvero cambiare il tuo nome su Twitter. Sei solo un reporter politico, non devi mettere nei guai gli atleti con le tue opinioni” gli ha scritto un utente inizialmente non rivelato. Gordon-il-giornalista ha quindi risposto incredulo  “Quello… quello… non è solo il mio nome su Twitter. È il mio nome vero”, ma l’altro è stato irremovibile nella sua risolutezza: “Allora devi cambiarlo legalmente, amico”. “Aspetta, fammi capire” ha puntualizzato Gordon. “Tu vuoi che io cambi il mio nome perché qualcuno che è nato diversi anni dopo di me ha il mio stesso nome e poi è diventato un giocatore di basket professionista. E tu non puoi immaginare che ci possano essere più persone con quello stesso nome, tanto che la cosa ti dà fastidio? La mia immagine del profilo è un tizio bianco che sorride (io). Il giocatore NBA è grosso e nero (non sono io). Non è così complicato”. “Lui si è guadagnato il diritto [di avere quel nome], in ogni caso” è stata la risposta dell’accusatore. “Per diventare un legittimo account Twitter devi avere la tua personalità, non semplicemente utilizzare quella degli altri per procurarsi attenzione”. Gordon, ancora più incredulo, ha continuato a difendersi: “Ho creato questo account quando il giocatore aveva 15 anni. Sono nato sei anni prima di lui. E tu dici che non ho guadagnato il diritto di esistere perché qualcuno è arrivato dopo di me col mio stesso nome?”. “Non te ne sei guadagnato la visibilità. Non diffondere fake news” la risposta – vagamente allusiva a Donald Trump – dell’utente poi identificato come @Money_Buckets_23.

Il tweet diventa virale. E anche il vero Aaron Gordon scende in campo

Sarebbe una normale, per quanto surreale, conversazione sui social network – se non fosse che Gordon ha deciso di condividerla sul suo account (nemmeno così conosciuto, visti i “soli” 6.533 followers) e da lì è esplosa in tutto il mondo. Al momento in cui scriviamo sono 21.705 i retweet e 67.427 i ‘cuori’ guadagnati dagli screenshot di quella conversazione, introdotta da un semplice copy che recita “C’è un giocatore di pallacanestro che ha il mio stesso nome. E questa persona è arrabbiata con me proprio per questo motivo”. Il post è diventato tanto virale da guadagnarsi perfino la condivisione da parte del “vero” Aaron Gordon, quello che nella notte ha sconfitto i Memphis Grizzlies con una sua tripla decisiva nell’ultimo minuto per la sesta vittoria stagionale degli Orlando Magic: “Questo è esattamente il mio tipo di humor!” il suo messaggio a seguito di una emoji che ride. “Tieni duro, AG. Non lasciare che gli haters ti cambino”. A quel punto i due protagonisti della surreale conversazione sono tornati a scriversi, con “Money Buckets 23” a scrivere a Gordon-il-giornalista due emoji che ridono. “Adesso mi sono guadagnato la visibilità?” la risposta ironica del freelance, che peraltro quattro anni fa aveva scritto un pezzo sull’importanza dei nomi proprio partendo dalla sua omonimia con l’allora liceale Gordon. “Ce l’abbiamo fatta con uno sforzo di squadra, proprio come nella pallacanestro”, ha quindi commentato l’appassionato di basket. A quel punto Gordon si è dovuto togliere una curiosità finale: “Ma stavi seguendo un qualche tipo di schema più grande per diventare virale?”. Il troll non ha risposto, dicendo solo “Non mi hai menzionato però”: a quel punto Aaron W. Gordon, mosso a compassione, ha condiviso la seconda parte della loro chat menzionandolo nel tweet. Tutto è bene ciò che diventa virale.