Gli Warriors faticano nella peggior serata offensiva della stagione, ma contro gli Heat vincono grazie alla difesa guidata da Draymond Green. Brooklyn interrompe la striscia di quattro sconfitte consecutive e sbanca il campo di Phoenix con 23 punti di D'Angelo Russell. Tutti i risultati e gli highlights della notte
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Golden State Warriors - Miami Heat 97-80
IL TABELLINO
“Not artistic at all”. Come detto a un certo punto dai commentatori della partita, non è stata certamente la gara più esteticamente gradevole del mondo quella tra Warriors e Heat, con i padroni di casa capaci comunque di portare a casa la settima vittoria nelle ultime otto gare. Complice l’ottima difesa di Miami (e in particolare di Josh Richardson sulle guardie), i campioni in carica tirano con un terrificante 36.8% dal campo, “guidati” da uno Steph Curry fuori ritmo (16 punti ma con 5/19 dal campo e 2/9 da tre), un Kevin Durant impreciso (miglior realizzatore con 21, 8 rimbalzi, 6 assist e 3 stoppate, ma con 5/13 al tiro) e un Klay Thompson non indimenticabile (5/15 pur mandando a segno 3 triple su 8 tentativi per 13 punti). Alla fine il migliore si rivela Draymond Green, non solo leader della difesa capace di forzare 23 palle perse agli avversari, ma anche decisivo in attacco con 18 punti e 9 rimbalzi oltre che con il massimo stagionale dall’arco (4/6). “Non è stata bella ma l’abbiamo portata a casa” ha dichiarato a fine gara Green, commentando la prima gara stagionale in cui il miglior attacco della lega è stato tenuto sotto i 100 punti (era da un anno e mezzo che gli Warriors non vincevano rimanendo sotto i 100 punti). “È stata una partita di playoff in cui nulla ci è stato regalato, e abbiamo fatto la nostra miglior gara difensiva della stagione" ha commentato invece coach Steve Kerr cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno. In una serata no al tiro, Golden State ha potuto effettivamente affidarsi alla sua difesa per avere ragione di Miami, tenuta al 36% dal campo e al 31% da tre punti con i soli Goran Dragic (19 punti) e James Johnson (21 con 9 rimbalzi) a dare un contributo positivo in attacco. Con Dion Waiters rimasto a Miami per la nascita della seconda figlia e Hassan Whiteside in serata fortemente negativa (solo 16 minuti in campo e 1/9 al tiro), gli Heat sono riusciti al massimo a tornare a -10 sull’80-70, prima di essere ricacciati indietro da un immediato parziale di 7-0 che ha chiuso definitivamente i giochi.
Phoenix Suns-Brooklyn Nets 92-98
IL TABELLINO
Dopo quattro sconfitte consecutive, i Brooklyn Nets tornano al successo sul campo dei Phoenix Suns, arrivati ora a loro volta alla terza partita persa in fila. È la grande prestazione di D’Angelo Russell a fare la differenza: l’ex giocatore dei Lakers chiude come miglior realizzatore della gara con 23 punti, 6 rimbalzi e 8 assist, con 13 punti segnati nel decisivo ultimo quarto per ricacciare indietro i Suns, rientrati dal -15 toccano nel primo tempo fino al sorpasso sul 75-74. A dar man forte alla point guard è stato il massimo stagionale del tiratore Joe Harris con 18 punti, gli stessi segnati dall’altra parte da Devin Booker (poi uscito per falli nell’ultimo quarto) per superare quota 3.000 punti in carriera, diventando il quarto più giovane di sempre a riuscirci dopo LeBron James (20 anni e 62 giorni), Kevin Durant (20 e 144) e Carmelo Anthony (20 e 307). Booker, che ha compiuto 21 anni giusto una settimana fa, non ha nemmeno dato cenno di essersi accorto della “milestone” raggiunta dopo aver toccato quota 6 nel primo quarto. Per la squadra di Jay Triano, scivolata ora a un record di 4-7, non sono bastati nemmeno i 20 punti con 9 rimbalzi di T.J. Warren e i 16 di Mike James, pur concedendo il massimo stagionale per minuti al veterano Jared Dudley (6 punti e 5 rimbalzi in 21 minuti) nel tentativo di migliorare le percentuali di una serata da 35% dal campo e 25% da tre.