Tanti giocatori di primo livello hanno dato forfait per ragioni diverse nelle partite giocate questa notte. I più preoccupati sono i Boston Celtics, che valuteranno nelle prossime ore lo stato della caviglia di Tatum; una vera e propria maledizione per la squadra in testa alla Eastern Conference
“Soltanto cinque le partite della notte NBA” è la frase con cui di solito apriamo il commento degli highlights che in una manciata di secondi raccontano il meglio di quanto successo nelle gare giocate poche ore prima. Nonostante questa volta siano state meno del solito, le sfide della serata hanno però riempito le cronache soprattutto a causa degli infortuni che hanno costretto diversi All-Star a dare forfait, a non scendere sul parquet e in parte a complicare i piani delle proprie squadre. Lo sanno bene ad esempio i New York Knicks, che senza Kristaps Porzingis hanno perso la prima, la seconda e anche la terza opzione offensiva presente nel loro roster. Il lungo lettone è alle prese con un’infiammazione al gomito, un problema che non si ritrova certo ad affrontare per la prima volta; in estate infatti si era pensato addirittura a un piccolo intervento per risolvere il fastidio che spesso impedisce a Porzingis di distendere completamente il braccio. “Quando ricomincia a fare male, perdo in parte la sensibilità e non riesco a compiere in maniera completa i movimenti”. La botta presa sul finire della gara contro gli Hornets e il riacutizzarsi del problema hanno quindi costretto coach Hornacek a farne a meno nella sfida in back-to-back persa contro i Magic. A questo poi si aggiunge un fastidio alla caviglia, poggiata male sempre durante la partita contro Charlotte: un ulteriore grattacapo che in casa Knicks non vogliono minimamente prendere in considerazione. Infortuni risolvibili in breve tempo, proprio come quelli di Kevin Durant, tenuto precauzionalmente a riposo da Steve Kerr nel match dominato contro Minnesota. “Fosse stata una gara di playoff, non avrei mai rinunciato a lui”, racconta l’allenatore degli Warriors che ha tenuto fuori il numero 35 a causa di un acciacco alla coscia subìto nel primo quarto della sfida contro Miami. “Nulla di serio”, ha chiosato KD, consapevole che Golden State ha vinto le ultime 14 partite consecutive senza di lui. Dovessero mica abituarsi alla sua assenza…
Boston, quanti problemi in infermeria
Chi invece sembra davvero essere perseguitata dagli infortuni è Boston, costretta a rinunciare a Gordon Hayward per tutta la stagione e adesso preoccupata anche per la caviglia destra di Jayson Tatum che ha scricchiolato nel match vinto contro i Lakers. Sembra una maledizione, una condanna: i Celtics infatti sono riusciti a tirarsi fuori dalle difficoltà e a portare a casa ben dieci successi consecutivi dopo aver perso per strada l'ex giocatore dei Jazz, con l’ultima vittoria raccolta con Tatum rimasto a guardare in panchina per tutto il secondo tempo. Uno spavento non da poco, tanto che il numero 0 è uscito dal TD Garden indossando in via precauzionale il tutore. “Non ne so molto – racconta coach Stevens -, è uscito dal campo dopo aver messo male il piede a terra e non è più uscito dagli spogliatoi, se non dopo che mi è stato comunicato che non era più disponibile. La situazione verrà esaminata con calma nelle prossime ore”. Fiato sospeso dunque e ulteriore preoccupazione che si aggiunge all’assenza di Al Horford, fermato perché per lui è scattato il protocollo successivo ai traumi cranici, tenuto fuori dopo il colpo alla testa subìto nella sfida contro gli Atlanta Hawks. “Il nostro obiettivo ovviamente è evitare di complicare la sua situazione; in questi casi poi la tabella di marcia da seguire è molto serrata. Nel frattempo non mi aspetto di certo che Marcus Morris faccia tutto quello che viene chiesto a Horford; ognuno deve portare sul parquet quelle che sono le sue qualità”. A leggere dei 18 punti messi a referto dal gemello di Markieff si sente un po’ meno la mancanza dell’All-Star, anche se all’appello mancano i rimbalzi. Al sarto Brad Stevens toccherà quindi provare a cucire l’ennesimo vestito d’emergenza a questi Celtics, visto che nessuno ha intenzione di lasciare la vetta della Eastern Conference.