I Clippers incassano l'ottava sconfitta nelle ultime nove gare, travolti in casa dal duo Embiid&Simmons. Gli Atlanta Hawks continuano a perdere: a punirli nel finale di partita è Darius Miller, che regala il successo ai Pelicans
Non hai Sky? Guarda lo Sport che ami subito e senza contratto su NOW TV! Clicca qui
L.A. Clippers-Philadelphia 76ers 105-109
IL TABELLINO
Le quattro vittorie inaugurali per aprire la stagione avevano certamente illuso, ma in pochi avrebbero immaginato un crollo verticale e un momento di stanca come quello che stanno vivendo i Clippers. Certo, l’attenuante delle assenze di Danilo Gallinari, Patrick Beverley e del lungodegente Milos Teodosic pesano, ma per i losangelini quella contro i Philadelphia 76ers è l’ottava sconfitta nelle ultime nove gare disputate. Un’incapacità quasi cronica di riuscire a uscire dal campo con le braccia al cielo, anche in finali di gara in cui si parte nettamente favoriti: a poco più di due minuti dal termine infatti i Clippers guidavano saldamente sul 100-95 ed erano accreditati del 91% di chance di vincere il match. Il parziale finale da 14-5 in favore di Philly però ha ribaltato tutto, propiziato in particolare da un Joel Embiid da record: i 36 minuti in campo infatti per lui sono una novità assoluta; mai era stato utilizzato così a lungo in carriera in NBA. I 32 punti e 16 rimbalzi dunque sono soltanto l’ovvia conseguenza, mentre il +23 di plus/minus è la risposta alla pessima prestazione contro gli Warriors di due giorni fa: “Non può di certo pensare di marcarmi Reed", ha commentato Embiid a fine partita ritornando anche sul violento faccia a faccia che c'è stato tra i due dopo il fallo terminale del lungo dei Clippers. Assieme a lui a guidare Philadelphia ci ha pensato il miglior rookie di questo primo mese, che per l’ennesima volta ha dimostrato una maturità ben superiore alla sua età: alla sirena finale sono 22 punti, 12 rimbalzi e 4 assist per Ben Simmons, in una partita in cui ha schiacciato letteralmente a proprio piacimento sulla testa dei lunghi avversari, Blake Griffin compreso. Già, erano lui quello più di tutti chiamato a suonare la carica, a dare una scossa a uno spogliatoio palesemente in cerca di un nuovo punto di riferimento dopo la partenza di Chris Paul: il numero 32 ha risposto mettendo a referto 29 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, ma il miglior realizzatore in casa Clippers è ancora una volta Lou Williams, che ne segna 31 in una partita piena zeppa di cose positive per la squadra. Tante, ma non di certo la difesa (Philadelphia ha tirato quasi con il 50% dal campo di squadra), uno dei tanti talloni d’Achille di un gruppo che ha perso la strada che conduce al successo. Non un problema da poco.
New Orleans Pelicans-Atlanta Hawks 106-105
IL TABELLINO
Marco Belinelli ne ha passate tante, sempre in giro per la Lega e spesso invischiato in situazioni più o meno comode, vincenti e organizzate. Un vasto campionario di esperienze a cui quest’anno, purtroppo, dovrà aggiungere quella che già a metà novembre si preannuncia come la più perdente delle sue annate. Gli Hawks infatti sembrano non avere scampo, sempre in balia dell’avversario e incapaci di limitare anche i Darius Miller di questo mondo. L’ex giocatore del Bamberg contro Atlanta disputa la sua miglior partita in carriera in NBA, segnando quattro triple nel solo quarto periodo in una frazione da 14 punti. Alla sirena finale per il Carneade di giornata sono 21 con 8/11 al tiro: contro gli Hawks sembra esserci davvero gloria per tutti. Anthony Davis e DeMarcus Cousins quindi accompagno il terzo violino di giornata con le solite stat line piene seppe di punti, rimbalzi, assist, recuperi e stoppate. Per gli ospiti invece sono ben sette i giocatori in doppia cifra, guidati dai 22 punti di Kent Bazemore e i 16 in uscita dalla panchina di Cavanaugh. Per Belinelli invece sono 14 punti, con 4/6 dall’arco, 3 rimbalzi, 3 assist e 4 recuperi: una buona prestazione a livello individuale che gli porta in dote però un rivedibile -13 di plus/minus. Sintomo di come l’atleta azzurro stia iniziando a pensare anche un po’ a sé, senza badare troppo alle sorti di squadra: visti i risultati, è difficile biasimarlo.