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NBA, Belinelli, la certezza di coach Budenholzer: "Prendete esempio da lui"

NBA

Gli Hawks sono la peggior squadra della Eastern Conference in questo primo mese di regular season. Marco Belinelli è una dei pochi punti fermi della squadra della Georgia: "Sta condividendo la sua esperienza con tutti i nostri giovani talenti; è unico nel suo genere"

A leggere il roster degli Atlanta Hawks durante la preseason, era chiaro a molti (forse a tutti) che la squadra della Georgia sarebbe stata condannata a vivacchiare nei bassifondi della Eastern Conference in questa stagione. Un progetto tecnico che prevedeva un rebuilding totale, all’interno del quale Marco Belinelli si è trovato invischiato anche al di là della propria volontà. In NBA le trade non si scelgono, ma si subiscono. E all’azzurro non era mai toccata nelle precedenti dieci stagioni trascorse in giro per gli States una situazione simile: piombato da subito sul fondo della classifica, ben peggio del 33-49 raccolto con i Sacramento Kings due anni fa o del 29-53 nel suo secondo anno agli Warriors (sì, erano altri tempi a San Francisco), senza prospettive credibili dopo sole quattro settimane. Quest’anno il record, proiettando il 2-12 con cui Atlanta ha iniziato la regular season sulle 82 gare, rischia di diventare un 14-68 che condannerebbe gli Hawks a lunghi mesi di difficoltà contro ogni tipo di avversario (oltre che a battere ogni record negativo di franchigia). Una situazione dalla quale Belinelli sta provando in tutti i modi a tirarsi fuori, giocando non tanto e non solo per conquistare il successo al termine dei 48 minuti, ma anche dando la caccia a minuti, possessi e responsabilità che possano garantirgli una riconferma la prossima estate. Il Beli infatti è in scadenza di contratto: 6.6 milioni di dollari fino al giugno 2018 e poi un futuro ancora da definire. A 32 anni ci sarebbe tutto il tempo di firmare l’ultimo accordo importante della sua carriera in NBA (anche a livello economico); per farlo però sarà fondamentale riuscire a dimostrare di essere un giocatore utile e funzionale anche nella Lega del 2018. E Marco in questo primo mese ci sta riuscendo, convincendo anche un suo storico estimatore; la persona più felice di tutte del suo arrivo in Georgia: Mike Budenholzer.

Belinelli, il “vecchio” saggio del gruppo

A leggere il roster degli Hawks infatti, guardando la colonna con le date di nascita, nessuna va più indietro nel tempo del 25 marzo 1986 scritto di fianco al nome di Belinelli. Lui e Ersan Ilyasova sono gli unici trentenni di una squadra davvero giovanissima. La sua presenza nello spogliatoio può quindi davvero fare la differenza in quanto a esperienza, carisma e consigli da dispensare: “È la prima volta che mi trovo in questa situazione; non mi preoccupo di questo. Mi sento ancora giovane e sono soltanto un giocatore che ha più esperienza rispetto a tutti i suoi compagni: posso essere utile a farli crescere e rendere al meglio”. Proprio il ruolo che l’allenatore degli Hawks ha deciso di ritagliarli, oltre a quello di realizzatore in uscita dalla panchina: “Sono felice del fatto che lui condivida con tutti i suoi compagni l’esperienza che ha maturato in tanti anni di NBA e di basket internazionale ad alto livello – racconta Budenholzer -. Lo sta facendo in maniera scaltra: non è un ragazzo super vocale, è una persona che non parla tanto, ma credo sia uno di quelli che tutti rispettano e che riesce ad avere un’influenza positiva sui giovani che gli stanno attorno”. Un giocatore che ha sempre desiderato allenare e avere all’interno del proprio roster, per cui vale la pena sbilanciarsi anche a parole. Anche in un momento difficile per la squadra: “Marco semplicemente sa come giocare a basket”. Un bel lusso a cui Atlanta potrebbe essere costretta a rinunciare nella sfida contro Sacramento, visto il problema al tendine d’Achille che già in parte ha condizionato le ultime uscite di Belinelli e che potrebbero costringerlo a tirare il fiato per qualche giorno.

Un buon inizio, al di là dei risultati di squadra

Anche i numeri personali e realizzativiinfatti sorridono a Belinelli. Il campione di partite al momento non è molto rappresentativo viste le sole 14 gare disputate a confronto delle intere regular season degli anni passati, ma il numero 3 azzurro sembra aver trovato la mira dei giorni migliori. Anzi, mai in dieci stagioni aveva messo a referto cifre del genere. Per un tiratore come lui inserito all’interno di una Lega di specialisti, la prerogativa è una sola: mettere a referto cifre positive con i piedi oltre l’arco. E Belinelli in carriera non lo ha mai fatto così tanto (5.4 tentativi a partita) e così bene (46.1%), portando così in dote il massimo in carriera alla voce punti realizzati: 12.3 di media, il più produttivo in uscita da una panchina dalla quale si alza anche John Collins, una delle pochissime buone notizie nel disastroso avvio di Atlanta. Uno dei tanti giovani che può prendere esempio da quanto messo in mostra sul parquet proprio da Belinelli: “Il modo in cui si muove lontano dal pallone, in cui taglia alle spalle del difensore, la sua intelligenza cestistica: è un giocatore unico”, prosegue Budenholzer, che non lesina complimenti. “Basta pensare alla sessione video che abbiamo fatto poche ore fa prima dell’allenamento. Le mie parole sono state: ‘Guardate Marco come gioca bene, come si muove lontano dal pallone. Osservatelo attentamente, e fate quello che fa lui’. Mi rendo conto che è una provocazione, che ci vogliono anni di esperienza e di abitudine per metabolizzare quei movimenti, ma non c’è dubbio che la sua sia un’influenza positiva su tutto il roster”. Una stima incondizionata, che va ben oltre il semplice rapporto professionale. Una fiducia che potrebbe portare proprio gli Hawks a puntare su di lui in estate. Lo spazio salariale ci sarebbe, bisogna capire se ci sarà anche la volontà.