
Li abbiamo seguiti per anni, per decenni sul parquet prima che la loro carriera terminasse, spegnendo in alcuni casi definitivamente i riflettori che per tanto tempo ne avevano illuminato le gesta. Ma cosa fanno oggi le stelle NBA del passato?

Li abbiamo seguiti per anni, per decenni sul parquet prima che la loro carriera terminasse, spegnendo in alcuni casi definitivamente i riflettori che per tanto tempo ne avevano illuminato le gesta. Ma cosa fanno oggi le stelle NBA del passato?

ALLEN IVERSON | No, “The Answer” non è rimasto nel mondo del basket, allontanato e forse in parte rigettato da quella Lega che anche lui ha contribuito a rendere grande. Dopo aver più volte denunciato il suo stato di totale indigenza economica, andato in rovina dopo aver perso tutti i soldi guadagnati, è recentemente ritornato alla ribalta dopo aver annunciato il suo ritorno sul parquet nella Big3 – la lega di 3 vs. 3 in cui tante ex glorie si sfidano come se fossero al campetto. Dopo l’ennesimo colpo di testa però, è finita male anche quella avventura: al posto di presentarsi in campo, Iverson ha preferito andare al casinò. Scelta che gli è costata la squalifica e la fine anche di quest’ultima parentesi in campo.

MAGIC JOHNSON | Anche lo storico giocatore dei Lakers è rimasto legato alle sorti della sua franchigia. Prima uomo d’affari di successo e dalla scorsa stagione president of basketball operation, la figura di spicco nella dirigenza dei giallo-viola.

BILL RUSSELL | Il giocatore più vincente della storia NBA è stato allenatore, dirigente, attore, commentatore sportivo e autore di libri. A 83 anni si gode il basket da spettatore, per poi diventare protagonista gradito sul palco al termine di ogni stagione: il premio per il miglior giocatore delle Finals infatti porta il suo nome ed è lui stesso a consegnarlo.

LARRY BIRD | Appese le scarpe da basket al chiodo, Larry Legend è ritornato nel suo Indiana prima come allenatore e poi come GM, ricoprendo quel ruolo dal 2003 al 2012 per poi ritornare un anno dopo. Dopo la scelta di lasciare i Pacers nello scorso aprile, al momento è fuori dal panorama NBA.

GRANT HILL | Uno dei giocatori più rappresentativi del basket a cavallo del nuovo millennio, più duttili e celebrali della Lega, ha deciso ormai da anni di vestire i panni del commentatore sportivo, diventando uno dei riferimenti durante le telecronache NBA.

REGGIE MILLER | Assieme a Hill, anche Reggie Miller ha intrapreso il percorso televisivo, dimostrando negli anni competenza e capacità invidiabili: per tutti gli appassionati è sempre più difficile rinunciare al suo racconto durante le partite “di cartello” della regular season e nei playoff.

SHAQUILLE O’NEAL | L’impatto televisivo di Shaq è secondo soltanto a quello avuto sul parquet durante la sua inimitabile carriera. Per lui però, non è stato pensato un ruolo di commento tecnico. No, le sue capacità di showman erano troppo spiccate per non concedergli la possibilità di rendere esilaranti gli studi di TNT.

KAREEM ABDUL-JABBAR | Il miglior realizzatore della storia NBA è diventato punto di riferimento nella battaglia ai diritti civili degli afro-americani, oltre che uomo di cultura, scrittore e collaboratore per le migliori testate giornalistiche d’America.

KOBE BRYANT | Lo abbiamo salutato un anno e mezzo fa, ma nonostante per molti è come se non se ne fosse mai andato, la leggenda dei Lakers è rimasta ai margini nel progetto di ricostruzione dei giallo-viola, in cui più volte era stato inserito anche il suo nome. Impegnato in vari progetti personali a livello cinematografico e pubblicitario, la sua assenza è alle volte ingombrante quanto lo era la sua presenza sul parquet. Tornerà, lo pensano in molti. Lo voglio tutti.

DENNIS RODMAN | Sì, l’ex giocatore dei Bulls ne ha combinate davvero di tutti i colori. Bisognerebbe in realtà fare una gallery solo ed esclusivamente su di lui per raccontarle tutte, ma per rendere l’idea basta tenere bene a mente soltanto un particolare: la pace del mondo dipende in parte anche da lui, dal suo rapporto con il presidente nordcoreano e dalla sua capacità di mediatore. No, non è uno scherzo: siamo in buone mani.

KEVIN GARNETT | Abbandonato da poco il parquet, l’ex giocatore dei T’wolves è subito passato in TV: il suo Area 21 è una delle trasmissioni da seguire, appuntamento settimanale spesso ricco di spunti e di ospiti che hanno fatto la storia del Gioco.

KARL MALONE | Uno dei volti noti degli storici Utah Jazz degli anni ’90, Malone è rimasto per anni nell’orbita della franchigia di Salt Lake City, oltre che diventare un vero e proprio imprenditore nel ramo degli auto-articolati, in particolare nel trasporto di legname.

JOHN STOCKTON | No, non esiste Stockton senza basket. Per questo l’ex giocatore dei Jazz una volta ritirato ha subito vestito i panni dell’allenatore. Nel 2003 dichiarava di aver allenato anche “sette o otto squadre contemporaneamente”, prima di diventare uno dei coach di riferimento del college basket femminile; per lui la palla non ha mai smesso di rimbalzare.

CHARLES BARKLEY | Alla lunga lista di commentatori sportivi si aggiunge anche il nome dell’MVP della stagione 1992-93, protagonista spesso e volentieri con le sue uscite e con i suoi giudizi non sempre politicamente corretti nei confronti di chi calca al giorno d’oggi i parquet NBA.

ELGIN BAYLOR | Dopo aver smesso di giocare, uno dei 50 migliori dei primi 50 anni della storia NBA ha prima ricoperto il ruolo di allenatore degli allora New Orleans Jazz negli anni ’70 e poi quello di GM dei Clippers dal 1986. Protagonista di anni molto difficili, dopo quasi vent’anni è riuscito poi a togliersi la soddisfazione di ricevere il premio di miglior GM dell’anno nel 2005-06. Adesso, quasi ottantenne, si gode il più che meritato riposo.

JERRY WEST | Protagonista in campo con i Lakers, non ha mai smesso di essere nel vivo del mondo NBA. Quasi sempre perdente in campo con i giallo-viola (tranne che nel 1972), da dirigente dei Lakers si è messo ben sette anelli al dito, oltre che conquistare per due volte il premio di miglior GM dell’anno. Adesso è passato ai Clippers, magari riesce nel miracolo anche con loro…

JULIUS ERVING | Uno dei giocatori emblematici della storia NBA, chiusa la carriera sul parquet ha intrapreso quella da imprenditore, che però non sempre è andata per il verso giusto. Uno dei più grandi sogni di Erving infatti era quello di gestire un circolo di golf; obiettivo raggiunto nel 2006 quando è diventato proprietario di una struttura nei pressi di Atlanta. Un investimento rivelatosi sin da subito fallimentare; un errore che l’ex giocatore dei 76ers ha pagato a caro prezzo, costretto a chiudere poco dopo e incapace di recuperare anche solo parzialmente il suo investimento.

TRACY MCGRADY | Uno degli aneddoti più divertenti della vita post-conclusione di carriera NBA da parte di McGrady è quello di essere riuscito nel febbraio 2014 a diventare un giocatore professionistico di baseball: un’avventura durata qualche mese con gli Sugar Land Skeeters; giusto il tempo di realizzare il suo primo strikeout e di ritirarsi al termine dello stesso match. Sì, unico anche in questo.

BRANDON ROY | Un altro talento fermato dai tanti infortuni e incapace di rendere secondo quanto si sarebbe potuto immaginare guardandolo sul parquet era certamente Brandon Roy, costretto a ritirarsi al termine di un lungo calvario fatto di una serie interminabile di infortuni. La palla a spicchi però, non è uscita dalla sua vita: Roy infatti è diventato allenatore di una squadra liceale di Seattle con cui ha vinto il titolo statale. Basketball never stop.

DARKO MILICIC | La sua storia è diventata nota nei mesi scorsi: l’ex seconda scelta assoluta al Draft 2003, ha scelto di dedicarsi a una vita bucolica e di imbracciare la zappa per fare il contadino. Si è poi tornati a parlare di lui dopo che la sua mole imponente è spuntata a capo dei tifosi della Stella Rossa in trasferta all’Emirates per la partita contro l’Arsenal. Sì, i Pistons scelsero lui e non Carmelo Anthony, Dwyane Wade e Chris Bosh, ma tutti commettono qualche errore nella loro vita.

KEVIN JOHNSON | L’ex giocatore di Cavaliers e Suns non ha mai giocato nella sua Sacramento, ma è diventato sindaco della capitale californiana dal novembre 2008, senza disdegnare visite ufficiali a Donald Trump. Sì, una delle figure politiche più importanti dello stato più rilevante di tutti gli USA.

MICHAEL FINLEY | Dopo il ritiro del 2010, il campione NBA con i San Antonio Spurs ha ricoperto per molto tempo ruoli apicali nei vertici dei Dallas Mavericks (dei quali fa tutt’ora parte). Finley inoltre è diventato anche produttore cinematografico: negli ultimi anni ha lavorato alla produzione sia di “The Butler” che di “The Bird of a Nation”. Film di primissimo livello, come i canestri messi a segno sul parquet.

MEHMET OKUR | Campione NBA nel 2004 con i Detroit Pistons, il giocatore turco una volta abbandonato il parquet è diventato assistente allenatore ai Phoenix Suns; il primo di nazionalità turca a riuscirci. A lui era stato affidato il compito di far crescere Alex Len e Dragan Bender, prima di essere allontanato tra le polemiche dall’Arizona poche settimane fa. “Prima la famiglia”, commentava via Instagram, prima di apostrofare in maniera non gentile la dirigenza dei Suns.

BRUCE BOWEN | L’ex campione con i San Antonio Spurs è diventato negli ultimi anni un commentatore e voce di spicco di ESPN, oltre che telecronista delle gare dei Clippers. Sì, una scelta che ha irritato non poco i texani…