Il 19enne dei Celtics sta vivendo una stagione d'esordio da sogno dietro l'arco: il suo 51.3% da tre è la miglior percentuale della lega e la migliore di sempre per un rookie. Ecco come ci sta riuscendo
Quando Jayson Tatum è uscito dal college in tanti si aspettavano che potesse diventare un ottimo realizzatore a livello NBA. Quella di saper mettere il pallone nel canestro era la dote migliore mostrata a Duke University sotto gli ordini di coach Mike Krzyzewski, ma sul suo tiro in sospensione c’era qualche dubbio – specialmente in quelli presi dietro l’arco e sugli scarichi dei compagni, dove sembrava prendersi delle pause non necessarie per giocare uno dei suoi amati isolamenti. A livello NBA, però, tutto questo semplicemente non si è visto, anzi: il rookie dei Boston Celtics ha eliminato ogni segno di esitazione e sta disputando una stagione eccellente rendendosi indispensabile proprio da tre punti, da cui sta tirando con un incredibile 51.3%. Quanto incredibile? Beh, iniziamo col dire che nessun rookie nella storia ha mai tenuto una percentuale superiore al 47% con un quantitativo di tiri e minuti comparabile a quello di Tatum: gli unici ad andarci vicini sono stati Anthony Morrow (46.7% nel 2008-09 per Golden State) e Josh Richardson (46.1% nel 2015-16 per Miami), mentre anche Steph Curry si è fermato “solo” al 43.7%. Ampliando la ricerca, però, si scopre che Tatum se la gioca anche con tutti i non-rookie: solo sei giocatori nella storia hanno chiuso una stagione con più del 50% da tre con almeno tre tentativi a partita, e tra questi si trovano giocatori del calibro di Steve Kerr (due volte, nel 1994-95 e nel 1995-96), Detlef Schrempf (nel 1994-95), Tim Legler (nel 1995-96), Jason Kapono (nel 2006-07) e Kyle Korver (nel 2009-10). Solo che tutti questi giocatori avevano almeno 25 anni, mentre il giocatore biancoverde ne deve ancora compiere 20 ed è solo all’inizio di una carriera NBA che si preannuncia entusiasmante, visto l’atteggiamento e il rendimento da veterano consumato per la squadra col miglior record della lega.
Da dove arrivano i tiri di Tatum
Tatum sta avendo un successo clamoroso proprio grazie a quei tiri che al college rifiutava o non sapeva convertire in maniera super efficiente (solo il 34% nella sua unica stagione a Duke). Sugli scarichi è semplicemente una sentenza: i suoi 1.17 punti per possessi nelle situazioni di catch-and-shoot lo pongono nel 76° percentile della lega, un dato eccellente per un rookie che viene chiamato in causa abbastanza raramente, visto il suo 17.7% di Usage Rate. Tatum però punisce tutte le disattenzioni delle difese avversarie: delle sue 3 triple a partita ben 2.7 vengono prese con il difensore lontano almeno un metro e mezzo, quelle che il sito della NBA definisce come triple “smarcate”. Essendo la stragrande maggioranza delle sue conclusioni da tre, è normale che la percentuale su quei tiri sia del 55%, ma anche quando viene contestato riesce a mantenere un ottimo 43% - anche perché il profilo fisico è tutt’altro che banale dall’alto dei suoi 205 centimetri d’altezza. Ciò che permette a Tatum di essere efficiente è anche la capacità di mettere palla per terra e attaccare il ferro, tirando con il 59.6% nella restricted area e mettendo ulteriore pressione alle difese. Considerando che per ora si tratta solo della quarta opzione offensiva dei Celtics, decisamente un bell’andare.